A settembre la scuola sia in presenza, tutta e da subito
Condivido le preoccupazioni, già espresse dal Comitato “A Scuola!”, per i primi impliciti riferimenti all’ipotesi di un inizio in regime di Didattica a Distanza del nuovo anno scolastico per quanto riguarda le Scuola Secondaria di Secondo Grado. Ci auguriamo sinceramente che una tale prospettiva, fatto salvo lo scrupoloso rispetto di tutte le misure di sicurezza e al netto della necessaria valutazione delle condizioni epidemiologiche del momento, sia scongiurata.
Una scuola in presenza è un diritto ed è il primo interesse degli studenti. Le prove Invalsi certificano, dal punto di vista dell’apprendimento, gli effetti negativi della DAD. La didattica a distanza è una soluzione di emergenza: non può diventare la nuova “normalità” di una scuola da romanzo distopico, che separa le persone e aumenta le distanze tra chi ha maggiore e minore disponibilità di mezzi, tecnologici o economici che siano. L’istruzione e la formazione passano anche attraverso l’interazione interpersonale in presenza. Gli psicologi mettono esplicitamente in guardia contro il disagio psicofisico sempre più diffuso tra i ragazzi e sulle conseguenze della DAD sul medio-lungo periodo: non vogliamo trovarci, in un futuro prossimo, a gestire le conseguenze di questo presente. C’è inoltre la necessità di alleggerire la pressione sulle famiglie, per mesi alle prese con un quadro drammatico fatto di continue incertezze, di alternanza tra aperture e chiusure, di difficoltà di conciliare famiglia e lavoro.