
NO TAV, le tensioni in Valle delle ultime ore sono gli ultimi fuochi di un’ideologia superata dai fatti
Le intemperanze di ieri sono state in gran parte guidate e monopolizzate dai soliti noti dei Centri Sociali: sempre meno rilevante è l’appoggio alle posizioni NO TAV da parte della società civile. Essere a favore della TAV non è solo essere a favore di un’opera necessaria, ma significa credere in un’Europa più connessa e coesa. Mi chiedo peraltro come facciano certi esponenti della Maggioranza in Comune, da sempre convintamente NO TAV, a rimanere, alla luce dei fatti, all’interno del Movimento Cinque Stelle.
Essere per la TAV vuol dire credere in un’Europa più “vicina”, unita, compatta e coesa. Essere contro significa immaginare un’Europa in decrescita, polverizzata in tante piccole comunità isolate. Una posizione superata dalla storia e dai fatti e infatti sostenuta ormai, com’è naturale, principalmente dai soliti “professionisti” dell’antagonismo.
I gravi fatti di ieri sono gli ultimi tentativi di colpo di coda di un’ideologia che appartiene al passato e che cerca residue occasioni di scontro e di visibilità.
Ma l’Europa, l’Italia, il Piemonte, Torino e gran parte della Valsusa sono per la TAV, cioè per un’Europa più connessa, coesa e unita. Essere a favore della TAV significa sostenere un modello di società e di sviluppo.
Detto questo, mi chiedo come facciano tanti miei colleghi in Sala Rossa, convintamente (e legittimamente, pur sostenendo una posizione anni luce distante dalla mia) contrari a quest’opera, a continuare a riconoscersi nel Movimento Cinque Stelle.