Skip to main content

Tag: lea

Il Piemonte chiederà al Comitato LEA e alla Conferenza Stato-Regioni di inserire il prima possibile la fibromialgia nei LEA

La mia mozione sul tema è stata approvata in Consiglio Regionale: un risultato che accogliamo con soddisfazione. L’obiettivo è che la Regione si attivi il prima possibile. Dopo questo riconoscimento sarà definito un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) e si istituirà un gruppo di lavoro a livello regionale con la partecipazione di professionisti esperti e rappresentanti delle Associazioni.

La strada è ancora lunga, ma un primo passo è stato compiuto: passa a Palazzo Lascaris la mia mozione che impegna la Giunta Cirio a farsi promotrice presso il Comitato LEA e presso la Conferenza Stato-Regione affinché la sindrome fibromialgica sia inserita nei LEA. Grazie ai colleghi Consiglieri che hanno votato a favore del mio atto, grazie ai tanti piemontesi che mi hanno raccontato la loro esperienza e che quotidianamente si dimostrano più forti di questa patologia.

Troppe malattie sono ancora senza protocolli specifici, troppi cittadini piemontesi sono, ancora, in una certa misura abbandonati nel loro confrontarsi con la patologia. Che il Governo inizi ad ampliare i LEA è quanto mai necessario. Dopo l’inserimento nei LEA della fibromialgia si dovrà definire un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) specifico per l’individuazione di competenze, riferimenti territoriali, procedure diagnostiche e terapeutiche per i pazienti e si istituirà un gruppo di lavoro a livello regionale con la partecipazione di professionisti esperti e rappresentanti delle Associazioni, quale luogo di confronto e discussione.

Ci auguriamo che oggi si apra una nuova stagione e che gli stessi pazienti si sentano meno soli e meno abbandonati.

Sono quasi due milioni gli italiani con fibromialgia. La sindrome colpisce soprattutto le donne (9 casi su 10). Tra i sintomi più gravi si segnalano dolore muscolo-scheletrico cronico diffuso, sintomi extrascheletrici come astenia, stanchezza, disturbi del sonno, problemi dell’alvo, problemi dell’area cognitiva (memoria, attenzione, rallentamento dei tempi di reazione, alterazione delle funzioni esecutive) e sintomi di tipo psicologico (ansia, depressione, attacchi di panico). La fibromialgia, che pure può osservarsi in ogni fascia d’età, compare nella maggior parte dei casi tra i 35 e i 60 anni. Sono in aumento i casi fra gli adolescenti. Questa sindrome compromette, nei casi più gravi, le attività quotidiane e professionali. Non essendo a oggi le cure per la fibromialgia riconosciute nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), i costi sono a carico del paziente.

Non si può più attendere: l’assistenza domiciliare sia riconosciuta anche ai piemontesi secondo i parametri ISEE nazionali

Tanti nuclei familiari nei quali è presente una persona con disabilità sono esclusi dai servizi alla luce di un ISEE troppo alto: questo accade a causa del fatto che pensioni e indennità sono calcolate nel montante. Tre sentenze del Consiglio di Stato stabiliscono che, invece, questi introiti non debbano essere computati nell’ISEE. Appena discussa a Palazzo Lascaris la mia interpellanza per chiedere che la Regione Piemonte, come già l’Inps, recepisca queste sentenze: le famiglie aspettano da sette anni.

I redditi derivanti da pensioni e indennità a favore di persone con disabilità presenti nel nucleo familiare sono esclusi ai fini del calcolo ISEE: lo stabiliscono le sentenze 838, 841 e 842 del Consiglio di Stato, recepite dall’Inps da luglio 2016. Chiediamo con forza, come Moderati, che tali sentenze siano recepite al più presto anche dalla Regione Piemonte (che dal 2015 applica una gestione transitoria della normativa ISEE di cui al CPDM del 5 dicembre 2013): le misure di sostegno al reddito non devono essere calcolate come montante complessivo del reddito delle famiglie. Attualmente accade troppo spesso che i nuclei familiari nei quali è presente una persona con disabilità non possano accedere ai servizi alla luce di un ISEE troppo alto, proprio a causa del fatto che pensioni e indennità sono calcolate nel totale del reddito del nucleo familiare. Una situazione che non è più accettabile. Gli enti territoriali non possono continuare a far seguire proroghe a proroghe. L’Assessora Caucino ha dichiarato a verbale, rispondendo poco fa alla mia interpellanza, di considerare il recepimento della sentenza del Consiglio di Stato uno dei propri obiettivi politici. Spero che alle parole seguano i fatti e che si arrivi al più presto al risultato.