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RSA drammatica urgenza, ma la Regione è in clamoroso ritardo

Oltre 1.300 positivi su 3.000 mila test nelle strutture del territorio: una bomba epidemiologica nella cui gestione la Giunta regionale è indietro di un mese. Nessuna programmazione, nessun piano con date precise. Smettiamola di dire che il problema “è dei privati”, la Regione tuteli la salute pubblica. Siano garantiti cambi (visori, camici, mascherine e guanti) al personale medico.

Sulle RSA ci aspettavamo un piano preciso e credibile per i prossimi venti giorni e non l’abbiamo avuto. Chiedevamo le date programmate per i prossimi interventi e non abbiamo avuto mezza risposta.
Nel corso della surreale seduta (tutta dedicata al tema) in videoconferenza di questo pomeriggio della Commissione Sanità, l’Assessora al Gerundio Caucino si rifugia in formule vaghe (“stiamo facendo“, “stiamo decidendo“) che non solo non cancellano, ma fanno aumentare di molto la nostra preoccupazione.
Un dato su tutti: su 3.000 test effettuati nelle RSA del territorio i risultati positivi sono oltre 1.300. Quanti tra gli operatori? Quanti tra gli ospiti? La Giunta non sa rispondere. Anzi, neanche ci prova.
Ho chiesto di avere il piano di intervento delle Asl per sapere in che giorno saranno fatti i tamponi e come si intendano gestire i casi di positività; ho chiesto quali siano i piani per la cura dei malati e per la tutela dei sani. Di nuovo, nessuna risposta.
Sono oltre 50mila i piemontesi in 751 strutture (466 delle quali RSA): la Giunta è in ritardo di almeno un mese rispetto a una pianificazione sensata di controllo e monitoraggio dell’intero settore.
Le segnalazioni che giungono e giungeranno all’indirizzo email (presidi_unitacrisi@regione.piemonte.it) aperto e ampiamente pubblicizzato sul web e sui vari canali social, pagina FB dell’Assessore compresa, avranno un seguito? Come saranno gestite? Quali contromisure si prenderanno? Ho chiesto che tutti i messaggi ricevano una risposta.
Le RSA sono bombe epidemiologiche pronte a esplodere (in alcuni casi sono anzi già esplose). La situazione è grave ma gli apprendisti stregoni al governo della Regione stanno dimostrando di non avere assolutamente colto l’urgenza del problema. Non vogliamo più sentire che il problema “è dei privati” (formula più volte utilizzata dalla Giunta): è irrilevante se le strutture lo sono, perché la salute pubblica è una responsabilità della Regione.

Sugli ospedali, ho nuovamente sollecitato la disponibilità di camici, visori, guanti e mascherine per i medici: il personale medico, attualmente, non avendo a disposizione cambi, passa interi turni di lavoro, che spesso raggiungono e talvolta superano le 10-12 ore, senza bere un sorso d’acqua e senza concedersi una pausa fisiologica.

Caucino, Coronavirus, Regione Piemonte, RSA