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Ristori, la beffa degli esclusi

Ci sono categorie per le quali non esistono indicazioni chiare e ci sono categorie che, pur potendo restare aperte, si trovano di fatto attive senza clienti: per entrambi i casi, in diversi casi, non sono previsti ristori. Quanti sono gli imprenditori, gli artigiani e i negozianti in questa situazione nella nostra regione? I ristori non dovrebbero significare, almeno in teoria, sostegno per tutti?

Ci sono categorie merceologiche che, trovandosi in una zona d’ombra priva di indicazioni chiare, hanno comprensibilmente chiuso in queste settimane di lockdown, eppure, in quanto titolari di codici ATECO non inclusi nelle misure economiche di sostegno, resteranno senza ristori. Ce ne sono altre che, pur potendo continuare l’attività, si trovano di fatto senza clienti, perché i livelli più bassi della filiera sono chiusi: anche per queste seconde, niente sostegno finanziario. Due situazioni diffuse anche in Piemonte e che coinvolgono un numero imprecisato di artigiani, commercianti e imprenditori.

Per ragioni incomprensibili – racconta per esempio Mauro Pezzulich, titolare a Torino del negozio di coppe e trofei Palladium – non solo la mia attività, ma l’intera filiera della quale essa fa parte è esclusa dai ristori. Sembrerebbe, nell’ardua impresa di decifrazione dei decreti, che le attività come la mia debbano restare chiuse. In ogni caso – con eventi sociali, convegni, congressi, fiere, meeting e attività scolastiche sospesi – non venderemmo un pezzo. E nonostante tutto siamo esclusi dai ristori, come codice ATECO 25.99.99“.

Questo è solo un esempio, probabilmente tra molti altri possibili. Quante altre attività e imprese piemontesi si trovano in simili condizioni? 

Se la finalità del decreto è aiutare tutti, tutte le attività produttive e commerciali che hanno subito un danno dovrebbero ottenere un proporzionato sostegno. Se la finalità dei ristori è – cosa che condivido – non lasciare indietro nessuno, una selezione tra i codici ATECO così arbitraria (o frettolosa) smentisce clamorosamente questa finalità. Anche gli ambulanti di generi alimentari per esempio, continuando a lavorare, percepiscono il sostegno a fondo perduto. Mi batterò in Consiglio Regionale per provare a colmare in parte questi squilibri.

Economia, Regione Piemonte, ristori