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Regione, Crocifisso in Aula con il mio voto a favore

Ho votato convintamente questo ordine del giorno: quel Simbolo rappresenta la nostra storia, la nostra tradizione e il fatto che quanto ci unisce è più forte di ciò che ci divide. Non dovrebbe rappresentare, invece, uno strumento da brandire per raccogliere consenso politico. Ora l’impegno implicito è provare a esserne degni nella nostra attività politica in Aula.

Passa con il mio convinto voto l’ordine del giorno per introdurre il Crocifisso nell’Aula del Consiglio Regionale del Piemonte. Avrei peraltro diviso i due intendimenti di quest’atto: un conto è la presa di posizione contro le parole del Ministro della Pubblica Istruzione Fioramonti (che ha dimostrato di non conoscere o di non considerare quanto quel Simbolo sia presente nella nostra tradizione, nella nostra storia e nella nostra iconografia); un altro conto è la presenza del Crocifisso in quest’Aula istituzionale.

Quel Simbolo rappresenta molto di più di quanto non abbia sentito in Aula dagli interventi di alcuni colleghi. La distinzione tra i concetti di peccato e di reato è figlia della tradizione cristiana. La prima affermazione nella storia dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani è di Gesù Cristo. Nascono con la Chiesa cattolica, tra le altre istituzioni, gli ospedali, le formazioni sindacali (Opera dei Congressi) e lo stesso Volontariato.

Dunque questo è il punto: riconoscere la nostra storia e riconoscere chi siamo, unico modo per incontrare l’altro da noi senza averne paura e affermare che ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide.

Favorevole dunque a esporre il Crocifisso in Aula, con l’implicito impegno a provare a esserne degni nella nostra attività politica: fatto ben diverso rispetto all’utilizzo strumentale di quel Simbolo per provare a raccogliere consenso politico.