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La Comitatopoli dei Cinque Stelle non rispetta le istituzioni

Una modalità d’azione con la quale si calpesta il valore dei comitati “storici” e il ruolo istituzionale e democratico degli enti istituzionali più vicini ai cittadini. Ma i torinesi non sono stupidi: non casualmente, il tutto si sta trasformando in un clamoroso autogol.

Mi oppongo con tutta la mia forza, da cittadino e nel mio ruolo di Consigliere Comunale, a questa vera e propria Comitatopoli messa insieme dai Cinque Stelle. Una modalità di azione che rappresenta una mancanza di rispetto inaccettabile non solo per gli enti istituzionali circoscrizionali, ma anche per i comitati veri e storici (quelli che radicamento sul territorio e rappresentanza li possono vantare realmente, e non solo in teoria).

Rappresenta inoltre un modo davvero goffo e bieco gestire il consenso sui territori. Sono davvero preoccupato dalla libertà d’azione concessa a tale Seymandi, che – per tutto il territorio cittadino – promette mari e monti sui più svariati temi e argomenti.

Tuttavia questa tattica si sta trasformando nel più clamoroso dei boomerang. Trattare i torinesi da stupidi è una tattica perdente: ed è tale principalmente perché i torinesi stupidi non lo sono per nulla.

Parrebbe – per concludere – che tale Seymandi, più che provare a coordinare tavoli, sia “studiando da Sindaca” per il dopo-Appendino. E, quel che mi risulta, anche qualche Consigliere e Presidente di Commissione Cinque Stelle sta cominciando a essere infastidito dal suo modo di agire.