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Arginare la chiusura degli sportelli postali e bancari è una questione sociale

La popolazione invecchia e ci sono quartieri da questo punto di vista ormai totalmente desertificati (Aurora su tutti). Lunedì, discutendo la mia interpellanza sul tema, ho proposto una possibile soluzione: locazioni agevolate agli istituti di spazi di proprietà della Città per collocarvi le filiali (anche automatizzate). Si inizi un percorso condiviso. L’Amministrazione faccia la sua parte.

Ci sono scelte strategiche da condividere con tutte le parti in causa, prima che i cittadini si rendano conto che presto non avranno più i servizi nella loro zona: l’eventuale chiusura di sportelli postali e bancari è tra queste. Le cronache raccontano la chiusura di sempre più numerosi sportelli; le chiusure penalizzano soprattutto quelle fasce di cittadini che non sono in grado o non intendono utilizzare i servizi online.

Alcune zone della città sono particolarmente colpite dal fenomeno. Prendiamo in considerazione Aurora: rispetto all’area compresa tra Principe Oddone-corso Vigevano-corso Novara-Lungo Dora Firenze-corso Regina Margherita), gli sportelli bancari meno lontani si trovano in corso Brescia o a Porta Palazzo, mentre l’ufficio postale più prossimo è in corso Giulio Cesare 7. Situazioni simili si riscontrano a Mirafiori Sud e a Pilonetto. In alcune zone (per esempio via Negarville e piazza Eugenio Montale) l’ufficio postale rappresenta inoltre un presidio e un punto di riferimento per la cittadinanza. La situazione è particolarmente grave considerando che quasi un cittadino su tre è over 65.

Serve una collaborazione tra la Città e le Poste, così come tra la Città e le Banche. È una questione di coesione sociale. Ci si sieda  a un tavolo per iniziare un ragionamento strategico sul mediolungo termine, provando a concordare (e tentando di limitare al massimo) il piano di chiusura delle filiali. La Città può proporre, per esempio, la locazione magari agevolata di propri locali per l’apertura di nuove filiali, in tutto o in parte automatizzate.
Se è vero che l’Amministrazione non possiede una competenza diretta in merito alle dinamiche di organizzazione e strategia aziendale di istituti privati o a controllo statale, nondimeno è questione di responsabilità politica instaurare un dialogo con gli attori economici affinché siano ragionevolmente garantiti ai cittadini i servizi di primaria importanza.