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Tag: Chioschi edicole

«La storica edicola di via Pietro Micca 20? La vendiamo al Comune a un prezzo simbolico, purché non sparisca»

L’appello della famiglia Rota: «Gestiamo da trent’anni questa struttura, un’attività nata alla fine dell’Ottocento: ma ora per noi continuare l’attività è impossibile e non sappiamo se troveremo un privato interessato a rilevarlo. Disponibili a cederla al Comune a un solo euro». Silvio Magliano, Capogruppo dei Moderati in Comune: «Tema di cui mi sono occupato a lungo, ottenendo una riduzione degli oneri. Ma non è sufficiente. Il Comune risponda presente. Almeno questa volta. Se necessario, l’euro lo mettono i Moderati».

Rischia di trasformarsi da storico punto di riferimento a luogo di abbandono, l’edicola di via Pietro Micca 20. L’attività esiste dalla fine dell’Ottocento, da trent’anni è gestita dalla famiglia Rota: famiglia Rota che però, oggi, non crede di poter continuare l’attività; la crisi dei prodotti editoriali cartacei è durissima; troppo morbidi e timidi sono stati, invece, i tentativi di contromisure da parte dell’Amministrazione Civica.
Giuseppe Rota e Filomena D’Errico, da trent’anni gestori dell’attività, dichiarano: «Siamo arrivati, forse, al capolinea. Gestire un chiosco edicola è diventato sostanzialmente impossibile: imposte e tributi sono più gravosi rispetto a quelli in capo ai negozi, che – a differenza delle edicole – possono di contro variare la propria categoria merceologica. Siamo costretti a chiudere: troveremo un privato interessato a rilevare l’attività? Non vorremmo che questa storica struttura nel cuore della città diventasse, da storico punto di riferimento, luogo di abbandono o di degrado. Per questo, in assenza di altri compratori, siamo disponibili a cederla al Comune a un prezzo simbolico, purché sia valorizzata». 
Silvio Magliano, Capogruppo dei Moderati in Sala Rossa, si unisce all’appello: «Una storia significativa dei tempi che stiamo vivendo. Le misure finora messe in campo dall’Amministrazione si sono rivelate assolutamente insufficienti. Questa volta almeno, la Città di Torino risponda presente. Le edicole non sono soltanto attività commerciali da sostenere, a maggior ragione in questa fase storica di crisi, ma anche elementi che, se attivi, costituiscono una barriera contro desertificazione e degrado. Su questo tema mi sono battuto in questi anni, ottenendo risultati in tema di riduzione degli oneri. Ma non è sufficiente. Mi auguro che da questa vicenda nasca un bando di idee sulle edicole, capace di coinvolgere le strutture del centro, per esempio con finalità turistiche, e quelle delle periferie, magari con finalità sociali». 
Chi vende prodotti editoriali in un chiosco edicola non solo affronta una tassazione particolarmente pesante, ma – nei casi di chioschi ospitati sotto i portici – deve versare una quota al condominio proprietario delle colonne. In caso di chiusura definitiva dell’attività, gravano sul gestore l’obbligo (con relativi oneri) di smantellare il chioschi. Ecco perché, per chi decide di interrompere la propria attività, anche mettere in atto questo proposito risulta spesso economicamente insostenibile.
Famiglia RotaSilvio Magliano

Chioschi edicole, la “norma del 49%” non basta

Senza la possibilità di cambiare la destinazione d’uso, il numero di chiusure da parte di edicolanti (e di fiorai), e dunque di manufatti abbandonati, aumenterà: evenienza disastrosa non solo per i titolari delle attività, ma per la stessa Città di Torino.

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