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Tag: Carceri

Carceri: giusto investire in nuove strutture e personale, ma non si dimentichi il lavoro come strumento di prevenzione della recidiva

La relazione del Garante delle persone private della libertà, on. Bruno Mellano, costruisce una cornice istituzionale alle cronache delle ultime settimane. E’ innegabile che la situazione attuale, in Piemonte come in altre regioni italiane, necessiti di interventi non più rinviabili.

In primo luogo ritengo sia necessario implementare, aggiornare e rinnovare le strutture sanitarie all’interno delle carceri, al fine di effettuare all’interno visite specialistiche e ambulatoriali evitando rischi, oneri e impegno di personale per il trasferimento nelle strutture sanitarie del territorio.

In secondo luogo è fondamentale lavorare su due direttrici. Da una parte, bene ha fatto l’Esecutivo nazionale a stanziare risorse per nuove strutture carcerarie, anche perché l’Italia è fuori da ogni norma comunitaria sui metri quadri da destinare a ciascuna persona reclusa; dall’altra è necessario intervenire in modo più costruttivo, ricordando che il reato commesso non è la persona che lo commette. Quindi è indispensabile investire in educazione, al fine di ridurre il tasso di delinquenza tra i giovani, ma anche in progetti di formazione lavoro per favorire il reinserimento attivo nella società. Per evitare la recidiva e sviluppare quel percorso di redenzione che è poi il fine ultimo della pena, è fondamentale attivare percorsi occupazionali, tanto in regime di semilibertà diurna quanto perseguendo un inserimento lavorativo stabile anche una volta terminato il periodo di reclusione, sfruttando opportunamente i benefici derivanti dalla Legge Smuraglia.

In questo senso esistono delle esperienze positive che potrebbero essere replicate anche nel nostro territorio, ad esempio quelle di Bollate o Padova.

Gli strumenti giuridici e normativi per conseguire risultati di questo tipo esistono, magari applicando la co-progettazione e co-, coinvolgendo istituzioni, enti locali, direzioni carcerarie ed Enti del Terzo Settore, da sempre attivi in quest’ambito, imprese e imprese sociali, come previsto dal nuovo Codice del Terzo Settore.

La telemedicina è il futuro (obbligato) anche della medicina penitenziaria

Lo confermano i direttori e gli esperti auditi questa mattina in Commissione Sanità del Consiglio Regionale del Piemonte. Fondamentale, dunque, dotare gli istituti carcerari del territorio dell’infrastruttura tecnologica necessaria perché questa possibilità sia capillarmente garantita. Anche questo cambio di paradigma, tecnologico e di mentalità, serve a comporre il quadro di quell’approccio comunitario all’emergenza carceraria da noi richiesto e auspicato.

Se qualcuno ancora attendeva una conferma, l’ha avuta questa mattina: solo potenziando la telemedicina si può garantire un’assistenza medica adeguata, per tempismo e frequenza, alle esigenze del Piemonte. Questo è vero anche negli istituti carcerari della nostra Regione e gli auditi in Commissione Sanità l’hanno confermato poco fa. Nell’Aula Consiliare di Palazzo Lascaris hanno preso la parola Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Locali, Direttori degli Istituti Penitenziari regionali ed esperti giuridico-pedagogici degli Istituti stessi. I vantaggi sono evidenti, dal momento che i consulti a distanza garantisco rapidità e puntualità, riducendo al contempo la necessità di costosissime traduzioni (le uscite, cioè, dei detenuti, scortati verso le strutture sanitarie del territorio) e il tempo necessario per ogni singola vista. Anche questo cambio di paradigma è necessario nell’ambito della costruzione di quell’approccio comunitario all’emergenza carceraria da noi a più riprese auspicato. Ribadiamo le nostre richieste come Moderati: diffusione della telemedicina negli istituti, potenziamento dei servizi sanitari in carcere, attivazione delle REMS, sostegno psicologico per prevenire forme di burnout degli agenti, risorse per chi intende assumere persone che stanno scontando una pena. Su quest’ultimo tema, è stato recentemente approvato dal Consiglio l’Ordine del Giorno dei Moderati che chiede incentivi per le imprese piemontesi che scelgono di assumere detenuti. I dati dimostrano che la recidiva scende sotto il 15% per chi lavora mentre sconta la propria pena. La Legge Regionale 34 del 2008 permette incentivi per i datori di lavoro che assumono persone che stanno scontando una pena. Con il nostro atto chiediamo inoltre l’estensione della misura anche a chi è sottoposto a misure alternative alla carcerazione (attualmente, sono esclusi per esempio coloro che scontano la propria pena ai domiciliari).

Approccio comunitario per affrontare l’emergenza carceri

La collaborazione tra struttura carceraria, agenti, Volontari e mondo del lavoro è la strada da seguire. Fondamentale aver affrontato il tema delle condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria nel Consiglio Regionale aperto di oggi, assoluta solidarietà agli agenti alla luce delle condizioni in cui quotidianamente lavorano. Le nostre richieste: potenziamento dei servizi sanitari in carcere, attivazione delle REMS, sostegno psicologico per prevenire forme di burnout degli agenti, risorse per chi intende assumere persone che stanno scontando una pena, fondi per garantire la presenza di educatori negli istituti carcerari.

Emergenza carceri: nell’ambito di una situazione generale gravissima, che diventa drammatica in alcuni contesti particolari come il carcere di Torino, un approccio comunitario – che preveda la collaborazione e la condivisione di intenti tra struttura carceraria, Polizia Penitenziaria, Associazioni e mondo del lavoro – è l’unico in grado di garantire reale e duratura efficacia. Aver dedicato al tema delle condizioni di lavoro degli agenti di Polizia Penitenziaria il Consiglio Regionale aperto di questa mattina è stato un segnale importantissimo.

Anche potenziare i servizi sanitari dentro il carcere è possibile, se c’è la volontà politica di farlo: abbiamo dunque chiesto a questa Giunta e a questa Maggioranza di impegnarsi sul tema, pur nella piena consapevolezza della difficoltà oggettiva di incentivare i professionisti a intraprendere un percorso lavorativo all’interno delle strutture carcerarie. Nella richiesta di potenziamento dei servizi sanitari dentro le carceri includiamo anche le visite specialistiche. Ho invitato Giunta e Maggioranza a impegnarsi per realizzare misure in grado di tutelare la salute di chi sconta una pena e la sicurezza di agenti e cittadini, garantendo oltretutto un risparmio economico alle casse della Regione.

Sull’inclusione lavorativa di chi sconta una pena, l’impegno dei Moderati si concretizza con un Ordine del Giorno con il quale chiediamo incentivi alle aziende che assumono detenuti e l’estensione dell’attuale normativa per includere in questa possibilità anche i soggetti sottoposti a misure alternative alla carcerazione (sono attualmente escluse, per esempio, le persone in detenzione domiciliare). Favorire l’inclusione lavorativa di chi sconta una pena, abbassando al contempo i tassi di recidiva, è un elemento fondamentale.

Gli agenti di Polizia Penitenziaria lavorano quotidianamente in condizioni durissime: la nostra solidarietà nei loro confronti è totale e assoluta. Per loro, a costante rischio burnout, è necessario pensare a percorsi di sostegno psicologico. Riteniamo fondamentale la rapida attivazione delle REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) per ospitare i detenuti che ne possono avere titolo.

Chiediamo infine, come già fatto con successo da altre Giunte regionali nel recente passato, investimenti sulla presenza di educatori che, all’interno del carcere, potranno, tra le altre attività e funzioni, garantire un’interazione ottimale tra agenti e persone che scontano la loro pena. Anche il carcere è una parte di questo Paese che non deve essere dimenticata.