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QUESTION TIME – 500 siti piemontesi contaminati e non bonificati, che cosa intende fare questa Giunta?

Premesso che:

  • un sito contaminato è un sito all’interno del quale le concentrazioni di contaminanti nelle diverse matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque sotterranee e superficiali) sono tali da determinare un rischio sanitario–ambientale non accettabile in funzione della destinazione d’uso e dello specifico utilizzo;
  • un sito contaminato richiede un intervento di bonifica finalizzato all’eliminazione delle fonti inquinanti, fino al raggiungimento di valori di concentrazione corrispondenti a un rischio accettabile;
  • in attesa del raggiungimento degli obiettivi di bonifica sul sito devono essere poste limitazioni di utilizzo tali da garantire la salute dei fruitori e devono essere attivate misure di messa in sicurezza tali da impedire l’espansione della contaminazione al di fuori dei confini del sito.

Premesso, altresì, che:

  • con D.G.R. n. 22-12378 del 26/04/04 e in conformità con i criteri predisposti dalla ex ANPA, ai sensi dell’art. 17 del D.M. 471 del 25/10/1999 è stata istituita l’Anagrafe Regionale dei Siti Contaminati della Regione Piemonte;
  • l’aggiornamento dell’Anagrafe dei siti inquinati avviene costantemente mediante un processo che coinvolge la Regione Piemonte, le amministrazioni Provinciali e l’ARPA Piemonte.

Considerato che:

  • il numero totale di siti contaminati censiti nell’Anagrafe Regionale cresce ogni anno dal momento che si sommano allo storico tutti i procedimenti di bonifica che sono stati aperti nel corso del tempo;
  • per avere un quadro maggiormente rappresentativo della situazione è opportuno dunque distinguere i siti con procedimento attivo da quelli con procedimento concluso;
  • ad oggi in Piemonte i siti con procedimenti attivi sono circa 500, di cui un centinaio a Torino.

Constatato che:

  • circa il 47% dei siti censiti in Anagrafe insiste sul territorio della Città Metropolitana di Torino, il 14% è in Provincia di Novara, il 13% in Provincia di Alessandria, il 6% nelle Province di Biella e di Vercelli, il 5% nelle Province di Asti, di Cuneo e del Verbano-Cusio-Ossola;
  • oltre il 50% delle cause di inquinamento riscontrate sul territorio regionale è riconducibile alla presenza di sostanze contaminanti attribuibili alla cattiva gestione di impianti e strutture;
  • le altre principali cause di inquinamento sono riconducibili alla presenza di sostanze inquinanti dovuta alla scorretta gestione di rifiuti (oltre il 20%), eventi accidentali (17%) e, in ultimo, sversamenti incidentali su suolo e acque (8%).

Ritenuto che:

  • per legge i siti inquinanti devono essere bonificati a spese dal responsabile dell’inquinamento, il quale però talvolta non è facilmente individuabile;
  • per tutelare la salute dei cittadini in queste situazioni intervengono Comuni e Province.

Rilevato che:

  • a maggio 2021 sul quotidiano “La Stampa” è stato pubblicato l’articolo dal titolo “Piemonte inquinato, 500 siti senza bonifica”, con riferimento a 6,8 milioni di euro stanziati dalla Regione per gli interventi di bonifica;
  • con la DGR del 16/07/2021 n. 3550 la Regione, come accordo di programma con il Ministero della Transizione ecologica, Città Metropolitana di Torino e Comuni di Cirié, Givoletto e Rivalta di Torino, ha assegnato 4,6 milioni di euro di risorse statali per la realizzazione di interventi di bonifica sui siti inquinanti di seguito elencati:
    1) 1 milione e 800mila euro destinati alla “ex Lerifond” di Givoletto;
    2) 1 milione e 840.000 euro alla “ex Oma ed ex Chimica Industriale” di Rivalta di Torino;
    3) 995.450 euro alla “Ex Interchim” di Ciriè;
  • il trasferimento delle risorse finanziarie per l’esecuzione degli interventi sarà operato direttamente dallo Stato alle Amministrazioni comunali.

Appreso che:

il 7 luglio il quotidiano “La Stampa” ha pubblicato, sul proprio sito web, un video con la terza puntata che conclude il focus sui cento siti inquinanti di Torino;

in questa puntata si parla dell’ex fabbrica Ghia (già inserita nell’elenco dei siti contaminati), edificio abbandonato da decenni e abitato, mettendo a repentaglio la propria salute, da persone senza dimora;

l’area in cui si trova l’ex fabbrica era stata inserita, nel 2012, in un progetto da 60 milioni che prevedeva la nuova sede dell’Istituto europeo del Design, appartamenti e nuove piazze ma nessun progetto di riqualificazione è mai partito.


Considerato, inoltre, che:

  • i decenni passano e tanti siti nel nostro territorio rimangono ancora da bonificare;
  • la Regione Lombardia ha promosso il bando per l’avvio dei processi di bonifica e di rigenerazione dei siti potenzialmente contaminati, rivolgendosi a soggetti pubblici e privati: la sua finalità è incentivare economicamente la redazione e l’esecuzione di Piani di Caratterizzazione, nonché di Studi di fattibilità urbanistico-edilizia, necessari e propedeutici alla riqualificazione e al recupero delle aree potenzialmente contaminate;
  • favorire gli interventi di recupero delle aree dismesse, abbandonate o sottoutilizzate, oggi compromesse da inquinamento, è fondamentale per salvaguardare l’ambiente, per tutelare la salute dei cittadini e anche per restituire le aree oggi dismesse alla comunità.

INTERROGA l’Assessore

per sapere, oltre alle risorse statali previste dalla DGR sopra citata, quali altre azioni intenda mettere in campo questa Giunta per bonificare i siti contaminati e tutelare la salute dei cittadini.

Ambiente, Regione Piemonte