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Malattia di Chagas, screening gratuito entro il 14 aprile: un risultato possibile, un risultato necessario

Dopo l’approvazione del mio Ordine del Giorno sul tema, discuterò domani un Question Time per chiedere alla Giunta che lo screening gratuito per questa patologia sia introdotto nei protocolli sanitari del Sistema Sanitario Regionale entro le celebrazioni della Giornata Mondiale dedicata a questa malattia.

Il mio Ordine del Giorno approvato lo scorso dicembre sancisce che gli screening per la malattia di Chagas saranno gratuiti in Piemonte: a poco più di un mese dalla Giornata Mondiale dedicata alla sensibilizzazione su questa patologia (14 aprile) torno a dedicare un atto sull’argomento. 

Si discuterà domani a Palazzo Lascaris il mio Question Time che chiede alla Giunta di accelerare i tempi al fine di rendere operativa l’introduzione dello screening gratuito per la malattia di Chagas entro la metà del mese prossimo. Proprio giovedì 14 aprile cade infatti la Giornata Mondiale dedicata alla sensibilizzazione su questa patologia.

Con i flussi migratori questa parassitosi originaria ed endemica in America Latina, in alcuni casi mortale, è da anni presente anche in Italia: la sua trasmissibilità materno-fetale rende a maggior ragione fondamentale la diagnosi precoce, volta a prevenire la trasmissione e a curare i neonati colpiti. Il tasso di guarigione a seguito del trattamento si avvicina al 100% nei primissimi anni di età, per poi ridursi sensibilmente nelle età successive. Grazie alla mia proposta, ora il Piemonte seguirà l’esempio di Toscana e Lombardia introducendo screening gratuiti nei propri protocolli sanitari. La pratica dello screening sulla popolazione è fondamentale per identificare le persone infette.

L’Italia è, a livello europeo, il secondo Paese per popolazione latinoamericana: sono circa 400mila le persone di origine latinoamericana residenti nel nostro Paese; i residenti in Piemonte di origine latinoamericana sono circa 25mila.

Sia subito introdotta una delega alla Sicurezza Informatica tra quelle della Giunta Regionale

L’Agenzia della Cybersicurezza ha lanciato l’allarme: sale il rischio di attacchi nelle prossime ore. Sia presto discussa la mia mozione sul tema, ferma all’ordine del giorno da oltre tre mesi.

Regioni e Comuni al centro dei possibili attacchi, così come Ospedali e Banche: l’Agenzia per la Cybersecurity lancia l’allarme. I sistemi informatici sono ormai a tutti gli effetti obiettivi primari, specialmente in una fase di tensione internazionale sfociata in conflitto aperto. La Regione Piemonte ha il dovere di difendersi. È dello scorso novembre la mia mozione in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere di introdurre la funzione di sicurezza informatica aggiungendo una nuova delega in capo all’Assessorato competente in materia. Quasi cento giorni sono un tempo obiettivamente troppo lungo: mi auguro e chiedo che non soltanto il mio atto sia al più presto discusso in Consiglio Regionale, ma che trovi il sostegno di tutte le forze politiche a Palazzo Lascaris.

Vita Indipendente per le persone con disabilità, chiediamo uniformità e più risorse affinché i progetti siano davvero per tutti

Ho presentato un Ordine del Giorno in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere alla Giunta più fondi per estendere la platea degli aventi diritto e per eliminare le disuguaglianze, in termini economici e di linee guida, che attualmente si riscontrano a livello regionale: a oggi l’accesso ai progetti di Vita Indipendente è limitato a causa di risorse insufficienti che non consentono di coprire i costi reali.

“Zona del Piemonte che vai, Vita Indipendente che trovi”: non può e non deve essere questo il criterio, nella nostra Regione, relativo ai progetti che garantiscono autonomia e autodeterminazione per le persone con disabilità. Ho presentato in Consiglio Regionale del Piemonte un Ordine del Giorno per chiedere alla Giunta di introdurre linee guida uniformi, criteri economici omogenei e parità di trattamento economico su tutto il territorio piemontese. Con il mio atto, oltre a impegnare la Giunta a colmare le forti disuguaglianze sorte nel tempo nell’ambito del territorio regionale, chiedo l’allocazione di risorse sufficienti a garantire l’accesso ai progetti di Vita Indipendente a tutte le persone con disabilità che ne fanno richiesta, allargando se possibile la platea.
Fondamentale sarebbe l’introduzione della possibilità di incrementare, su richiesta motivata dell’interessato, il supporto economico dei singoli progetti personalizzati per assicurare la continuità lavorativa dei propri assistenti personali.

Si riscontrano attualmente rilevanti disuguaglianze nell’ambito del territorio regionale: i cittadini ricevono un diverso trattamento, anche dal punto di vista economico, a seconda del luogo in cui risiedono. Le differenze interpretative sulla richiesta di compartecipazione tramite l’ISEE limitano o addirittura impediscono l’accesso alle prestazioni. Le risorse economiche a sostegno dei progetti di Vita Indipendenti sono attualmente insufficienti a coprire i costi reali che devono sostenere le persone con disabilità per pagare gli assistenti personali. Le risorse statali dedicate sono a oggi iscritte nei capitoli dedicati, ai quali si deve aggiungere un cofinanziamento, da parte della Regione, per una quota non inferiore al 20% dell’importo complessivo.

I progetti di Vita Indipendente sono misure utili a garantire alle persone con disabilità autonomia e controllo sulla propria vita, con la massima espressione possibile della propria autodeterminazione e con una funzione fondamentale anche nella preparazione di un futuro “dopo di noi”, quando cioè la persona con disabilità non avrà più il riferimento rappresentato dalla famiglia d’origine. Il primo riconoscimento nazionale alla Vita Indipendente trova fondamento nella Legge 162/98. La Regione Piemonte promuove progetti di Vita Indipendente sulla base di progetti personalizzati all’interno o all’esterno della famiglia e dell’abitazione di origine, nonché servizi per l’abitare basati su progetti personali che garantiscano il protagonismo della persona con disabilità.

Nel giorno del convegno sul tema, rilanciamo l’appello: la Regione si doti di una delega alla Cybersecurity

Gli attacchi informatici recentemente subiti da diversi e importanti Enti sono la prova dell’urgenza della questione: si discuta al più presto in Consiglio Regionale la mozione dei Moderati che chiede di aggiungere la delega alla Sicurezza Informatica in capo all’Assessorato competente in materia.

“Cybersecurity 4.0 – Il futuro della sicurezza informatica è ora”: è questo il titolo dell’interessante incontro organizzato questa mattina dalla Regione Piemonte. Un’importante occasione di confronto e aggiornamento sulla sicurezza informatica di Amministrazioni ed Enti. 

Ma i convegni da soli non bastano, se poi gli atti dei Consiglieri rimangono fermi per mesi all’ordine del giorno: è dello scorso novembre la mia mozione in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere di introdurre la funzione di sicurezza informatica (cybersecurity) aggiungendo una nuova delega in capo all’Assessorato competente in materia.

Gli attacchi informatici ai danni della rete della Pubblica Amministrazione comportano danni ingenti sia alle Istituzioni che le subiscono, sia ai cittadini che devono relazionarsi con gli Uffici. 

Il processo di digitalizzazione di aziende ed Enti, a tutti i livelli, procede rapidamente ed è irreversibile. Gli attacchi hacker che hanno recentemente colpito Enti (per esempio ATC), Comuni (Comune di Torino) e Regioni (Lazio) hanno comportato danni ingenti e richiesto mesi per il ritorno alla piena e normale operatività.

L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) è attiva da qualche mese ed è un ulteriore elemento che prova quanto urgente sia la necessità di avere una strategia anti-hacker accompagnata da un percorso di aggiornamento e consapevolezza dell’utente relativamente alla corretta valutazione del rischio, permettendogli di reagire in modo corretto alle situazioni potenzialmente pericolose. 

Mi auguro e chiedo che non soltanto il mio atto sia al più presto discusso in Consiglio Regionale, ma che trovi il sostegno di tutte le forze politiche a Palazzo Lascaris.

Di fronte al dramma della disoccupazione giovanile, la Regione Piemonte deve fare la sua parte

Come Moderati vigileremo sull’efficacia delle misure presentate dalla Giunta, nonché sull’adeguatezza delle somme economiche allocate per portarle avanti: solo con scuola e formazione di qualità – e non con i sussidi – si costruisce il futuro professionale dei più giovani.

Non lavora un giovane piemontese su quattro e il dato arriva al 58% considerando la sola popolazione femminile nella fascia d’età 15-24: la situazione è tragica. Ho appena discusso, sul tema, un Question Time in Consiglio Regionale per chiedere alla Giunta politiche in grado di cambiare le cose. La situazione in Piemonte è particolarmente grave in un contesto, quello europeo, nel quale il tasso di occupazione tra i giovani (cioè la percentuale di occupati rapportata al totale della popolazione raffrontabile di età compresa tra i 15 e i 24 anni) è invece in progressivo aumento. L’imprenditoria crea lavoro e per questo deve essere sostenuta; la scuola forma cittadini maturi e consapevoli e a quel lavoro prepara. Le persone, con buona pace delle proposte politiche di qualcuno, non chiedono sussidi, ma possibilità, prospettive e, appunto, lavoro. Sta alla politica lavorare per garantire tutto questo, senza dimenticare il futuro, rappresentato dai giovani. Saranno le nuove generazioni, infatti, a sostenere non solo l’economia, ma le pensioni alle generazioni più anziane oggi, domani e in un futuro meno prossimo.

Ci serve una scuola di qualità, unico strumento per costruire una vera alternativa al reddito di cittadinanza. Due anni di pandemia hanno inevitabilmente abbassato il livello, che deve tornare ai valori precedenti. Come Moderati, sproneremo la Giunta affinché tutte le misure elencate rispondendo al nostro Question Time siano applicate fino in fondo e in tempi brevi. La scuola deve tornare a valorizzare i talenti e con la formazione continua dobbiamo fornire gli strumenti affinché i giovani che hanno un’occupazione non la perdano. 

Le politiche della Regione indirizzate ai giovani e non solo (per esempio il modello delle “Academy di filiera”, le politiche per l’orientamento e i corsi “Macro Ambito 3”), sia in termini di formazione che di inserimento nel mondo del lavoro, saranno oggetto della nostra attenzione: ne valuteremo attentamente l’efficacia. E valuteremo se i fondi allocati siano o meno sufficienti, a partire dai 38 milioni di euro per avviare un nuovo modello di formazione contro la disoccupazione.