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Movida in Santa Giulia, senza il Pattuglione è il disastro

Primo weekend di Fase 2 a locali aperti, situazione sotto controllo finché le Forze dell’Ordine hanno presidiato la zona: poi il caos, assembramenti e frastuono. Lo diciamo da tempo: il Presidio Interforze è necessario, la sua presenza fa la differenza tra il divertimento sostenibile e il caos.

Tutto bene finché le Forze dell’Ordine sono rimaste sul territorio, poi il disastro: un disastro fatto di frastuono, urla e assembramenti, alla faccia del principio del distanziamento fisico. Questo il bilancio del primo sabato notte di movida a locali aperti in Fase 2 in Vanchiglia.
Un grazie sincero agli Agenti per il loro perfetto lavoro. La bomba a orologeria è esplosa non appena il Presidio Interforze ha lasciato il campo, in concomitanza con la chiusura dei locali. Centinaia di persone in piazza, urla, assembramenti incompatibili con quanto decreti e buonsenso impongono in questa fase ancora delicatissima dopo due mesi abbondanti di lockdown.
In altre zone di Torino la situazione è stata simile: per esempio in certi tratti di corso Regio Parco e in piazza Vittorio. Condivido la preoccupazione dei residenti. Chiediamo con forza che la presenza del Pattuglione – la cui efficacia è stata definitivamente provata nelle scorse ore – sia garantita non per due sole settimane, ma finché non saremo in grado di garantire una movida compatibile con il rispetto del diritto al riposo dei residenti e della sicurezza di tutti.

Linee guida e sostegno dalla politica per le scuole di italiano e per i corsi di lingua

Servono protocolli e sostegno economico per una pronta riapertura in sicurezza di queste realtà, ormai giunte a un bivio: riaprire al più presto o rischiare di non farlo più. Urgente l’estensione della Cassa Integrazione Straordinaria: ci vorranno mesi, infatti, prima che le classi tornino a essere piene. Mi sono già battuto in Consiglio Regionale del Piemonte perché fosse riconosciuto un bonus da mille euro: ora mi batterò per ulteriori misure necessarie.

Sostanzialmente ignorati negli ultimi Decreti del Governo, prontamente e con successo convertitisi alla didattica online, ora alle prese con un drammatico calo di iscritti a causa della pandemia: scuole di italiano e corsi di lingua hanno bisogno di riaprire al più presto.
Il comparto sta subendo un danno gravissimo dalla crisi epidemiologica: se il riconoscimento, con il mio impegno in Consiglio Regionale, di un bonus a fondo perduto pari a mille euro è un buon risultato, non è ancora abbastanza.
Servono sostegno economico anche a livello governativo (queste realtà sono state sostanzialmente ignorate dagli ultimi Decreti del Governo) e linee guida chiare per una ripresa in sicurezza dell’attività in presenza, che sarebbe peraltro meno problematica anche rispetto a comparti già pienamente tornati in attività. 
Urge inoltre una proroga della misura della Cassa Integrazione: difficilmente prima della prossima primavera le scuole di italiano e molti corsi di lingua torneranno a numeri pre-crisi in fatto di iscritti. Gli ammortizzatori sociali attualmente disponibili non bastano. Anche le tre scuole di italiano attive sul territorio piemontese subiranno un ulteriore contraccolpo dall’inevitabile calo di presenze straniere sul nostro territorio, soprattutto a livello universitario (gli atenei punteranno sempre più sulla didattica a distanza).
Il mio impegno in Consiglio Regionale continua.

Servizi Educativi, chiedo l’azzeramento dei tributi comunali per tutto il 2020

Scuole Paritarie, Nidi e Micronidi, Sezioni Primavera, Baby Parking e Scuole d’Infanzia hanno bisogno d’aiuto: ho presentato un’interpellanza in Sala Rossa per chiedere misure in grado di salvarli davvero.

Tutte le attività sospese da oltre tre mesi, nessuna prospettiva certa su tempi e modalità di riapertura; eppure, per i servizi educativi del territorio, i doveri tributari non sono certo venuti meno, così come gli eventuali canoni di locazione o concessione: tutte somme ormai proibitive da pagare, anche a fronte dei mancati introiti provenienti delle rette mensili. Gli interventi della Giunta sono stati finora a dir poco inadeguati: un semplice rinvio delle rate TARI in scadenza il 16 marzo e il 15 maggio; gli aiuti del Governo sono scarsi o nulli. Per le realtà educative e didattiche della fascia 0-6 servono ora misure di reale impatto: ho dunque presentato un’interpellanza per chiedere l’azzeramento dei tributi comunali per l’anno 2020 a favore di Nidi d’Infanzia e Sezioni Primavera accreditati-convenzionati, Nidi e Micronidi privati, Baby Parking e Scuole d’Infanzia Paritarie. Chiederò alla Giunta, inoltre, quali altre proposte intenda portare avanti per garantire la sopravvivenza di questi insostituibili Servizi Educativi, ai quali non possiamo chiedere di riaprire in condizioni economicamente non sostenibili.

Via Biamonti e dintorni, mia nuova interpellanza

La riasfaltatura, promessa nel 2017, ancora non si è vista. Durante le settimane di lockdown l’alta velocità dei bus in transito ha amplificato il problema delle vibrazioni. Anche sul fronte degli interventi strutturali promessi dall’Assessora Lapietra si segnala un nulla di fatto. Porterò nuovamente il tema in Sala Rossa.

Torno a occuparmi di via Biamonti e dintorni: tale porzione della collina torinese è oggetto di una nuova interpellanza a mia firma (la terza sullo stesso tema) appena presentata in Consiglio Comunale. Nonostante le promesse dell’Assessora Lapietra i problemi della zona restano irrisolti. A ogni passaggio di mezzi pesanti (bus GTT o turistici) le precarie condizioni dell’asfalto e il cedimento della sottostante rete fognaria causano rumore e vibrazioni che si propagano agli edifici circostanti: una criticità amplificata, durante le settimane di lockdown, dall’alta velocità, visto il poco traffico, dei bus in transito. La segnaletica verticale con il limite dei 30 chilometri orari, unica misura finora prodotta dall’Amministrazione, è perlomeno poco visibile. Le condizioni dell’asfalto restano il problema principale: un intervento di asfaltatura era stato previsto a bilancio come manutenzione straordinaria già nel 2017, ma da allora nulla si è mosso: quanto tempo ci metteremo? E gli interventi strutturali in corrispondenza con l’incrocio con via Lanfranchi, promessi dalla stessa Assessora lo scorso settembre per ridurre la velocità dei veicoli e garantire più sicurezza ai pedoni, quando saranno attuati? I residenti si lamentano, porterò le loro istanze in Sala Rossa.

Linea 2 Metrò, senza il tratto Tabacchi-Pescarito 230mila piemontesi tagliati fuori

La progettazione della Linea 2 della metropolitana non potrà dirsi completa né sensata senza questo collegamento: ho presentato ordini del giorno in Consiglio Regionale e in Città Metropolitana perché l’area nordest sia inclusa nella mobilità della grande Torino che sarà.

È questo il momento decisivo per la progettazione della mobilità urbana e suburbana di domani: non possiamo concepire una Linea 2 senza il tratto Tabacchi-Pescarito. Tale collegamento con i comuni a nordest del capoluogo, da Borgaro a Chivasso, è imprescindibile per non tagliare fuori i circa 230mila residenti che ne sarebbero serviti.

I fondi per la progettazione della Linea 2 ci sono: spetta alla Civica Amministrazione sbrogliare quei nodi che ancora si interpongono rispetto alla determinazione delle modalità di progettazione e di realizzazione di un’opera strategica anche dal punto di vista della promozione di una cultura della mobilità in grado di offrire alternative credibili all’uso dell’auto privata.

Far giungere fino a Pescarito la Linea 2 della metropolitana costituisce una priorità per l’intero arco collinare, per l’unione NET e per il chivassese. Voler escludere questo tratto dalla progettazione significa non volerlo realizzare.

Ho presentato ordini del giorno in Città Metropolitana e in Consiglio Regionale del Piemonte affinché il tratto Tabacchi-Pescarito sia compreso e previsto nella progettazione definitiva, mantenendo le priorità di realizzazione già espresse dalle Istituzioni territoriali e agendo in coordinamento con i Sindaci dell’area interessata.