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Crisi BCube, intervenga subito la Regione

Necessario l’intervento della politica: urge sostenere le prospettive dell’azienda e scongiurare la perdita di centinaia di posti di lavoro. La mia totale solidarietà alle famiglie colpite dalla crisi. Porterò il tema a Palazzo Lascaris alla prima occasione utile.

Scade il 30 giugno la commessa tra BCube e FCA: risultato, oltre la metà dei 400 dipendenti dello stabilimento di Villanova sono a rischio esubero. La Regione intervenga subito per scongiurare la perdita di 210 posti di lavoro e, potenzialmente, di molti altri dell’indotto, nell’ambito di un territorio nel quale l’industria logistica è radicata e strategica. Le Istituzioni prendano in carico l’emergenza sia in termini di moral suasion finalizzata a un rinnovo della commessa sia con misure di carattere economico e normativo. La questione è già sui tavoli del Ministero del Lavoro: fondamentale che anche la Regione Piemonte dica la sua. Questa crisi arriva in un momento già di per sé drammatico per l’intero sistema-Paese. La mia solidarietà va alle centinaia di famiglie coinvolte. Porterò il tema in Consiglio Regionale alla prima occasione utile, chiedendo come intenda muoversi la Giunta.

Giusta la protesta di chi chiede di superare la didattica a distanza

Tornare alla didattica in presenza, nel rispetto rigoroso della sicurezza sanitaria, non è solo possibile: è doveroso e giusto. La Giunta Cirio dimostri coraggio e usi al meglio l’autonomia regionale, anche alla luce dell’ormai prossima apertura dei Centri Estivi.

Il Presidente Cirio dimostri coraggio e lungimiranza: si usi l’autonomia regionale in maniera sensata a proposito della necessità di non restare vincolati alla didattica a distanza come unica modalità educativa possibile. Ritengo condivisibile la richiesta di coloro che hanno protestato, questa mattina, in piazza Castello; guardiamo all’Europa: Francia, Inghilterra e Germania, per esempio, hanno iniziato o inizieranno il percorso di riapertura, parziale o locale, delle scuole. La didattica a distanza è una soluzione di emergenza: non può diventare la nuova “normalità” di una scuola da romanzo distopico, che separa le persone e aumenta le distanze tra chi ha maggiore e minore disponibilità di mezzi, tecnologici o economici che siano. L’istruzione e la formazione passano anche attraverso l’interazione interpersonale in presenza. Questo è vero in assoluto e a maggior ragione per quanto riguarda gli scolari più piccoli. I bambini di questo Paese sono stati chiusi in casa per mesi e da mesi molti non vedono un coetaneo di persona. Dobbiamo inoltre pensare ai cittadini non solo in quanto lavoratori, ma anche, e anzi prima di tutto, in quanto genitori, in quanto componenti di una famiglia.

Una riflessione anche sui Centri Estivi (3-17 anni), ormai di prossima apertura (15 giugno): il comitato tecnico-scientifico ha richiesto norme inapplicabili e un numero inarrivabile di educatori, rendendo di fatto impossibile, in moltissimi casi, l’attività. Recuperare la socialità è ormai, per i più piccoli, è una priorità improrogabile: questo obiettivo non è alternativo al rigoroso rispetto della sicurezza e della salute di tutti. Anche da questo punto di vista, le Regioni hanno la possibilità di collaborare con le Associazioni di Volontariato e margini di autonomia. Utilizziamoli al meglio.

Il Comune non pensi di fare cassa sull’IMU degli Enti non profit

Gli immobili concessi in comodato gratuito al Comune devono essere esenti da IMU: lo afferma la normativa, lo chiedono i Moderati con un’interpellanza appena depositata in Sala Rossa. L’esenzione si deve applicare anche agli immobili delle realtà non profit regolarmente registrate che li utilizzano per la loro attività.

Ci auguriamo che il Comune applichi completamente la norma nazionale e non pensi di fare cassa sull’IMU degli Enti non profit. A questo proposito si discuterà prossimamente in Consiglio Comunale l’interpellanza dei Moderati sulla necessità, da parte dell’Amministrazione, di adeguarsi alle disposizioni normative vigenti. La normativa impone che siano considerati esenti dall’IMU gli immobili concessi in comodato gratuito al Comune o ad altro ente territoriale. Il Regolamento numero 356 concede l’esenzione anche agli immobili posseduti dagli Enti non profit regolarmente registrati all’Anagrafe Unica e utilizzati per lo svolgimento dell’attività. Mi auguro infine che l’Amministrazione preveda quale condizione bastante per beneficiare dell’esenzione la formale registrazione del contratto di comodato.

Il grido dello sport cittadino: La Città ci aiuti!

I Moderati in Comune hanno presentato un’interpellanza per chiedere all’Amministrazione di cancellare, ridurre o prorogare gli importi relativi a locazioni, concessioni e tributi: sarebbe ossigeno per tante realtà oggi ad altissimo rischio chiusura.

Molte delle 200 realtà – tra palestre, impianti, campi sportivi e strutture di altra natura – che costituiscono il patrimonio sportivo cittadino stanno lanciando il loro grido d’allarme: “Senza un aiuto concreto, saremo costretti a chiudere”. Mi sono fatto carico di questa richiesta in Comune. Ho presentato un’interpellanza per chiedere all’Amministrazione Civica se sia intenzionata a cancellare, o almeno a ridurre o prorogare, gli importi dei canoni di locazione e concessione di impianti, campi, piscine, bocciofile e palestre, e se sia intenzionata a ridurre o azzerare gli importi dei tributi di propria competenza per l’annualità in corso o ancora, in alternativa, di prorogare il termine di scadenza delle concessioni in essere. L’emergenza sanitaria ha sostanzialmente interrotto tutta l’attività sportiva, a tutti i livelli. Se l’attività dei professionisti è in fase di ripresa, lo sport di base è ancora sostanzialmente fermo al palo. Molte realtà, che devono fronteggiare costi anche ingenti a fronte di un crollo dei ricavi, sono ora a rischio chiusura.

Famiglia e libertà di educazione? Per questa Maggioranza, temi buoni soltanto per fare campagna elettorale

Bocciati in Consiglio Regionale in difesa di questi principi quattro miei emendamenti al DDL “Riparti Piemonte”: niente sostegno alle famiglie per le iscrizioni ai Centri Estivi né per l’acquisto di dispositivi per la didattica a distanza, niente allargamento della platea degli aventi diritto al voucher scuola, niente sostegno agli studenti fuori sede. La prova del nove del voto in Aula fa cadere tutte le maschere: ora è chiaro a tutti quanto poco questa Maggioranza e questa Giunta tengano a questi fondamentali valori.

Famiglia e libertà di educazione: due principi ai quali questa Maggioranza in Regione tiene solo a parole. Al momento di votare, infatti, li abbandona puntualmente, rimangiandosi promesse e affermazioni di principio. L’Amministrazione Cirio perde un’occasione storica, destinando alle famiglie del Piemonte una percentuale prossima allo zero delle risorse disponibili.

Questa dinamica si è ripetuta per l’ennesima volta durante il Consiglio di oggi: respinti quattro miei emendamenti relativi proprio a questi principi.

Ecco ciò cui dovremo rinunciare a causa delle esplicite e consapevoli scelte politiche della Maggioranza a Palazzo Lascaris.

Primo, le famiglie che hanno l’urgenza di organizzare la gestione dei figli nei mesi di chiusura delle scuole dovranno dire addio a un contributo economico per l’iscrizione dei figli ai Centri Estivi, il cui costo crescerà rispetto agli anni passati. La mia proposta chiedeva un contributo di 300 euro a figlio per i nuclei con reddito Isee annuo non superiore a 30mila euro.

Secondo, tante famiglie piemontesi si vedranno negata la possibilità di accedere al voucher scuola, dal momento che questa Maggioranza ha respinto la mia proposta di innalzare a 40mila euro la fascia Isee per la quale questo contributo è garantito, potenziando il fondo esistente con un ulteriore versamento di 4 milioni di euro.

Terzo, le famiglie dovranno rinunciare a un contributo economico per l’acquisto di dispositivi informatici per la didattica a distanza. Evidentemente, per i colleghi di centrodestra in tutte le case piemontesi si dispone di un numero sufficiente di accessi alla rete per consentire contemporaneamente lo smartworking a chi lavora e la didattica a distanza a scolari e studenti. La mia proposta era di erogare un contributo fino a 400 euro a famiglia per l’acquisto di tecnologia per la didattica a distanza.

Quarto, gli studenti fuori sede dovranno rinunciare a un contributo di mille euro per pagare l’affitto delle mensilità marzo-maggio. Evidentemente, per i colleghi di centrodestra il concetto di studente-lavoratore che si paga lo studio con la propria attività professionale, giocoforza interrotta per settimane, non esiste.

Ora, almeno, sappiamo con certezza con chi abbiamo a che fare e quali siano i valori di questa Maggioranza e di questa Giunta, che assumono certe posizioni di fronte alle telecamere dei telegiornali e posizioni diametralmente opposte di fronte alla pulsantiera del voto in Consiglio.

Ci saremmo aspettati molto più coraggio. Avevamo l’occasione di intervenire su tante debolezze: l’abbiamo buttata.