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Quale futuro per l’Ospedale di Settimo? Imbarazzante “non risposta” della Giunta in Regione

Con un Question Time ho chiesto in Aula notizie sulle prospettive future all’indomani della conclusione della sperimentazione gestionale che ha portato la struttura di via Santa Cristina 3 a essere, per 10 anni, presidio accreditato a gestione pubblico-privato (utilizzato dal pubblico per la lungodegenza e per la riabilitazione): l’Assessora alla Cultura (non l’Assessore alla Sanità) si è limitata a elencare, in replica, le scelte di altre Regioni. Sul Piemonte non una parola specifica. Mai sentita una cosa del genere, porterò nuovamente il tema a Palazzo Lascaris con un’interrogazione. Cittadini e lavoratori aspettano risposte.

Mai visto nulla di simile: la Giunta Regionale, “rispondendo” (virgolette d’obbligo) poco fa al mio Question Time sul futuro dell’Ospedale Civico Città di Settimo, ha taciuto clamorosamente sull’oggetto della questione. La mia domanda era chiara: la Giunta Regionale ha intenzione di mantenere l’attuale gestione o è al vaglio un’ipotesi di cessione?

Domanda puntuale e precisa, alla quale sarebbe bastata una risposta altrettanto stringata, purché chiara. Ho ricevuto in replica, invece, l’elenco delle opzioni teoricamente a disposizione della Regione Piemonte (ritorno all’area pubblica, stabilizzazione o completa privatizzazione) e qualche esempio delle decisioni prese da altre Regioni. E il Piemonte? Non è dato sapere. Solo un generico “la decisione è complessa” e altrettanto generiche rassicurazioni sul fatto che l’operatività del presidio non sarà – e ci mancherebbe altro – ridotta.

I fatti che mi hanno portato a presentare il mio atto in Consiglio Regionale: questa struttura è stata gestita dal 2007 al 1° febbraio 2019 in sperimentazione gestionale dalla Società SAAPA S.p.A  (Società Assistenza Acuzie e Post Acuzie), alla quale partecipano in qualità di soci l’Asl To4, l’Asl To2, il Comune di Settimo, la Cooperativa Sociale Pier Giorgio Frassati e il Patrimonio della Città di Settimo. Questo innovativo modello di management coinvolge nel programma di sperimentazione il settore privato, privilegiando quello appartenente alla sfera della cooperazione sociale. Il termine della sperimentazione non è ulteriormente prorogabile.

Presenterò un’interrogazione, sperando di ricevere in Aula una risposta degna di questo nome, possibilmente da parte dell’Assessore alla Sanità e non da parte dell’Assessora alla Cultura. I cittadini e i lavoratori della struttura aspettano risposte e io con loro.

Dottorato per l’Intelligenza Artificiale al Politecnico, buona notizia: ora portiamo a Torino l’Istituto Nazionale per l’IA

Occasione da non perdere affinché la nostra città torni a essere un punto di riferimento a livello nazionale e non solo, creando sviluppo e attirando talenti.

Portato “a casa” (al Politecnico di Torino) il primo dottorato nazionale sull’Intelligenza Artificiale, torno a esprimere l’auspicio che anche il nuovo Istituto Nazionale per l’Intelligenza Artificiale approdi nella nostra città, che potrà così diventare una delle capitali di questo settore. Sostengo senza mezzi termini la proposta lanciata nelle scorse settimane da Don Luca Peyron (Direttore della Pastorale Universitaria e Coordinatore dell’Apostolato Digitale di Torino): una proposta che va nel senso dello sviluppo e della crescita e che potrà consentire a Torino di tornare ad attrarre talenti. La nostra città ha tutte le potenzialità e le infrastrutture per rappresentare una candidatura credibile. Le ricadute in termini occupazionali, di sviluppo e di prestigio sono facilmente immaginabili. Mi metto a disposizione a mia volta per un progetto che sostengo, così come sostengo l’idea di avviare al più presto un tavolo di lavoro. Anche la politica è chiamata a rispondere: progetti di questo tipo vanno oltre gli schieramenti. Sono in gioco sviluppo, competitività e sostenibilità. 

Niente cure odontoiatriche da cinque mesi: ora è vera emergenza

I servizi odontoiatrici della Casa della Salute Valdese di via Silvio Pellico a Torino, tra le poche opportunità di accedere a questo tipo di prestazione sanitaria per tanti torinesi che non possono permettersi il privato, non hanno ancora ripreso l’attività dopo il lockdown. Ancora non è stata comunicata una data certa per la riapertura. In tanti stanno rinunciando a curarsi, con le conseguenze che si possono intuire. La Regione Piemonte nega il permesso per la riapertura alla luce di alcune criticità oggettive: affronterò il tema a Palazzo Lascaris.

«Buongiorno, vorrei prenotare una visita

«Non abbiamo ancora ripreso l’attività odontoiatrica dopo l’emergenza da COVID-19»

«E quando riaprirete?»

«Non lo sappiamo ancora»

Chiunque abbia provato a fissare un appuntamento odontoiatrico presso la Casa della Salute Valdese (via Silvio Pellico 19 a Torino) si è sentito dare, in queste settimane, risposte simili: da cinque mesi – dall’inizio del lockdown – la struttura infatti è ferma e non ha ancora ripreso l’attività. Nessuna data, nemmeno ipotetica, per la riapertura. Difficile che si riprenda prima dell’autunno. Altre realtà analoghe, quali Pinerolo e Rivoli, funzionano a pieno regime da fine maggio. La Regione nega il permesso per la riapertura: tra gli altri problemi riscontrati, manca una fornitura sufficiente di DPI.

A fare le spese di questa situazione sono le fasce di utenza con minore possibilità economiche. Ci sono persone che da mesi rinunciano a curarsi e a risolvere i propri problemi odontoiatrici: per loro, il privato è infatti economicamente proibitivo. Si rivolgono dunque a strutture come quella di via Silvio Pellico.
Questa situazione, inoltre, avrà ripercussioni gravissime sulle liste d’attesa, già attualmente chilometriche, creando una concentrazione di richieste ingigantita da quasi un semestre di inattività.

Presenterò un Question Time in Consiglio Regionale del Piemonte per affrontare queste criticità e per difendere il diritto alla cura di tutti i cittadini.

Via Bologna 267/5 è nel caos

Spaccio, minacce ai residenti, furti e aggressioni nel complesso ATC: porterò il tema in Sala Rossa con un’interpellanza.

Altro che situazione sotto controllo: nelle case ATC di via Bologna 267/5 le criticità sono esplose. I residenti riferiscono che le persone che, a decine, si sono stabilite in zona a bordo di camper e roulottes, utilizzando abusivamente acqua e luce, hanno un atteggiamento sempre più aggressivo con i residenti (minacciati o rimproverati, semplicemente, per il fatto di passare a bordo della propria auto), fanno il bello e il cattivo tempo, utilizzano le cantine come loro deposito personale, vi collocano pneumatici e altra mercanzia. In zona lo spaccio continua a essere un problema gravissimo. I furti nelle cantine sono all’ordine del giorno. L’illuminazione è carente. Dagli ultimi piani delle palazzine si staccano calcinacci. Presenterò nei prossimi giorni un’interpellanza sul tema.

Solidarietà alle lavoratrici delle mense domani in piazza

Manifesteranno di fronte agli studi RAI di Torino: in cassa integrazione da febbraio, senza prospettive certe per settembre, chiedono un sostegno da parte della politica che è, a questo punto, urgentissimo. Condivido e faccio mie senza mezzi termini le loro richieste.

Condivido le ragioni delle lavoratrici delle mense scolastiche che manifesteranno, domani mattina in via Verdi a Torino, di fronte agli studi RAI. Questa categoria professionale è in cassa integrazione dal 25 febbraio, senza, peraltro, avere alcuna prospettiva certa di ripresa del lavoro a settembre. La politica ha una responsabilità nei loro confronti: le addette alle mense garantiscono lo svolgimento di un servizio necessario e utile per la formazione dei bambini e rappresentano una categoria particolarmente colpita dalla crisi legata all’emergenza da COVID-19, non potendo contare a differenza di altri, per esempio, su alcuna fonte di reddito per tutti i mesi estivi.