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INTERPELLANZA – Menù per il prossimo anno scolastico: una volta al mese vegano e tutti i giorni trasporto puntuale?

PREMESSO CHE

  • da anni la ditta Tundo Vincenzo spa (già Tundo Vincenzo srl) ha in affidamento dal Comune di Torino il servizio di trasporto scolastico e per disabili;
  • lo scrivente, in forza del potere di sindacato ispettivo riconosciuto ai Consiglieri e avente ad oggetto tutti gli atti e le attività dell’Amministrazione, si è occupato dell’appalto affidato alla ditta Tundo, delle modalità di svolgimento del servizio e di molti altri aspetti mediante la presentazione di una molteplicità di atti consiliari (interpellanze, richieste di Comunicazioni, istanze di accesso atti);
  • l’ultima richiesta di Comunicazioni della Sindaca (“Il sottoscritto Capogruppo […] venuto a conoscenza degli incessanti ritardi nell’erogazione degli emolumenti ai dipendenti della ditta che da tempo ha in gestione il servizio di trasporto scolastico per alunni disabili, consapevole sia dell’attivazione della procedura ex articolo 30, comma 6 d. lgs. n. 50/2016 sia delle estreme difficoltà finanziarie a cui continuano ad essere esposti i dipendenti, chiede che la Sindaca riferisca nella seduta del Consiglio Comunale di lunedì 22 marzo 2021 in merito alle azioni dell’Amministrazione finalizzate alla tutela dei lavoratori mediante l’accelerazione delle procedure relative ai versamenti degli emolumenti arretrati (alcuni lavoratori sono ancora in attesa della mensilità di dicembre 2020”) ha conosciuto il diniego dell’Amministrazione Appendino a fornire un pubblico riscontro. Decisione non condivisibile che ha danneggiato non tanto l’azione politica dello scrivente quanto piuttosto la quotidiana organizzazione di molte famiglie torinesi;

RICORDATO CHE

  • l’appalto in vigore genera dagli esiti del Bando numero 98/2018, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 dicembre 2018, che, suddiviso in 10 lotti per un valore complessivo presunto di € 6.180.000, ne vedeva assegnati soltanto due: il numero 8, relativo alla gestione amministrativa e il numero 10, avente ad oggetto il servizio di accompagnamento;
  • per completare l’affidamento complessivo del servizio per i lotti non assegnati, l’Amministrazione provvedeva ad indire una procedura negoziata (con determinazione dirigenziale n. mecc. 2019 40915/007 approvata il 4 marzo 2019) secondo quanto previsto dall’art. 63, comma 2 lett. A) del d. lgs. n. 50/2016 e s.m.i.: a questo punto accadeva che la ditta Tundo si aggiudicasse i lotti in una prima fase non assegnati;

EVIDENZIATO CHE

  • l’appalto tuttora in vigore ha una durata biennale e cesserà i propri effetti nei prossimi mesi estivi, fatte salve le disposizioni di legge in materia;
  • appare necessario che l’Amministrazione debba operare senza ritardo al fine di giungere quanto prima alla pubblicazione di un nuovo bando per l’affidamento del servizio di trasporto scolastico e per disabili, per il relativo servizio di accompagnamento e gestione amministrativa integrata, e che esso si possa poggiare su parametri e caratteristiche tecniche tali da consentire al mercato di individuare il miglior concessionario, tale da essere adeguato per gli standard dell’Amministrazione torinese e funzionale ed efficiente per i cittadini fruitori del servizio;
  • come recentemente dichiarato dall’Assessore Di Martino e ripreso da molti organi di informazione, sembra palesarsi l’intenzione dell’Amministrazione di giungere ad un nuovo bando per il servizio di trasporto disabili con un “nuovo impianto che renda attrattiva a più soggetti la partecipazione alla gara” (La Repubblica del 18 marzo 2021), “Anche la durata quinquennale dell’appalto dovrebbe risultare più attrattiva per le aziende che hanno necessità di ammortizzare i
    costi di inizio servizio” (Torino Cronaca Qui del 18 marzo 2021);

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. con quali tempistiche l’Amministrazione intenda pubblicare il prossimo bando per l’affidamento del servizio di trasporto scolastico, per disabili e per i servizi connessi;
  2. quali siano le caratteristiche fondamentali del nuovo servizio che, senza incorrere nella divulgazione di indebite anticipazioni, l’Amministrazione intende delineare, tenuto nel giusto e doveroso conto l’esperienza più recente.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Occupazioni abusive di immobili ATC in via Bologna 267: ma davvero questa Amministrazione non riesce a vedere ciò che è sotto gli occhi dei cittadini?

RICORDATO CHE

– con una prima interpellanza presentata il 5 giugno 2020 (mecc. 2020 01270) lo scrivente si faceva latore di alcune preoccupate e preoccupanti segnalazioni da parte di inquilini residenti presso le case ATC in via Bologna 267: da fine dicembre 2019 erano stati occupati diversi appartamenti da parte di persone di etnia rom. Si trattava di una ventina di persone che usavano stazionare in cortile durante il giorno con le loro auto e caravan. Gli inquilini/affittuari non avevano più la possibilità di parcheggiare le loro auto nel cortile. Inoltre, venivano scaricati vicino ai bidoni vari generi e tipologie di rifiuti e chi si azzardava a porre rilievi veniva ricoperto di improperi e insulti; si erano già verificati episodi di violenza e si stavano inoltre verificando numerosi furti nelle cantine. Altri punti di doglianza risiedevano nel fatto che gli inquilini/affittuari pagavano le spese generali anche per i consumi incontrollati degli occupanti abusivi;

– questa la risposta ricevuta dalla Vice Sindaca nel corso del Consiglio Comunale del 6 luglio 2020: “Nel caso specifico gli accertamenti effettuati presso le case ATC di via Bologna 267 non hanno riscontrato particolari criticità a parte qualche caso di presenze piuttosto numerose nel cortile. Gli agenti, comunque, hanno provveduto a diffidare le famiglie occupanti abusive dal creare disturbi o assembramenti nelle parti comuni.”;

– con una seconda interpellanza depositata il 4 settembre 2020 (mecc. 2020 01863) lo scrivente ha inteso informare l’Amministrazione circa le numerose e preoccupanti segnalazioni provenienti da cittadini residenti in via Bologna 267 e aventi ad oggetto la presenza di insediamenti costanti di persone di etnia rom nelle aree e negli spazi comuni e a cui si legava eziologicamente il fenomeno dell’occupazione abusiva di unità immobiliari ATC nonché la creazione di situazioni di degrado e di disturbo della quiete pubblica. Quanto descritto nel testo dell’atto era corroborato da una corposa documentazione fotografica;

– questa la lapidaria risposta proferita dalla Sindaca il 19 ottobre 2020: “Per quanto attiene a via Bologna 267 il personale del reparto Polizia Abitativa è intervenuto più volte, senza riscontrare i fenomeni segnalati. Dal colloquio con alcuni inquilini è altresì emerso che non appare vero che gli occupanti abusivi arrechino disturbo o che le masserizie accumulate nelle cantine appartengano a residenti dello stabile. I tre nuclei che occupano abusivamente gli appartamenti sono stati richiamati all’adozione di comportamenti rispettosi. Non si è provveduto allo sgombero, in quanto tutti i nuclei presentano alcuni componenti o minori o in stato di disagio. […] Nelle prossime settimane, ma in realtà in modo abbastanza costante, mi dice il Comandante, nelle prossime settimane comunque saranno effettuate ulteriori verifiche sulle occupazioni per poter aggiornare la situazione, cosa che farò e sono certa che il Consigliere Magliano nuovamente chiederà aggiornamenti in tal senso.”; -con una terza interpellanza presentata il 15 dicembre 2020 (“Case ATC via Bologna 267 e occupazioni indebite: negare, negare sempre, negare anche l’evidenza. questo è il metodo giusto per governare la complessità della città?”, mecc. 2020 02871) lo scrivente, avendo continuato a ricevere sempre più preoccupate segnalazioni provenienti da cittadini residenti nei condomini ATC in via Bologna 267, aventi ad oggetto la costante presenza di decine di persone di etnia rom presso il cortile condominiale da cui ne deriva un indomito viavai negli alloggi e nelle cantine, la sosta di numerosi mezzi e furgoni, l’intimidazione e le minacce ai danni dei residenti regolari e molti altri comportamenti contrari sia al buon senso sia al senso civico, nonché la quotidiana quanto incomprensibile presenza di un cittadino di origine italiana, non residente presso i condomini in oggetto ma che abitualmente posteggia nel cortile la sua auto o il suo scooter o il suo furgone e trascorre molto tempo intrattenendosi in conversazioni con esponenti della comunità rom insediata abusivamente presso il cortile di via Bologna 267. I cittadini temevano che questa persona potesse svolgere un ruolo di raccordo tra immobili ATC liberi e conseguenti occupazioni abusive, consistente essenzialmente nell’indicare ai rom le unità immobiliari libere e/o in fase di dismissione;

– questa la risposta pronunciata dalla Vice Sindaca Schellino nel corso del Consiglio Comunale dell’11 gennaio 2021: “Occorre premettere, per quanto riguarda il primo punto delle richieste, che in via Bologna 267 sono attualmente occupati cinque alloggi, e quattro sono stati recuperati, uno con comunicazione di notizia di reato a carico di un cittadino italiano e tre a carico di ignoti. Sempre relativamente a questo primo punto, si informa che, nei controlli effettuati all’indirizzo in oggetto, non si sono riscontrate situazioni di particolare degrado, questo a carico ovviamente dei controlli fatti dalla Polizia Municipale; non sono stati individuati né camper, né furgoni, ad eccezione di un furgone in evidente stato di abbandono, intestato a un soggetto assegnatario deceduto, per il quale il personale del reparto di Polizia Abitativa provvederà a verificare la presenza di eventuali eredi. Rispetto alle segnalazioni di alcuni condomini, che hanno evidenziato alcuni comportamenti non rispettosi delle norme igieniche, in particolare il getto di rifiuti nelle parti comuni e il disturbo arrecato da minori, il personale ha nuovamente richiamato i soggetti responsabili all’attuazione di comportamenti più rispettosi della civile convivenza. Per quanto riguarda il secondo quesito, bisogna evidenziare che il personale effettua l’attività in borghese, personale di Polizia, ma comunque i condomini contattano spontaneamente gli Agenti durante i controlli in loco; altre segnalazioni pervenute agli Uffici sono state verificate senza contattare sul posto i reclamanti, a maggior tutela degli stessi. Per quanto riguarda il terzo punto, i nuclei identificati dal Reparto di Polizia Abitativa come occupanti abusivi in via Bologna 267, una coppia di anziani e i loro due figli, con le rispettive famiglie, non provengono dalle aree di sosta rom superate o ancora attive. L’ultima residenza, prima di Casa Comunale 1, risulta in un’altra via della città, in un’abitazione ATC. Gli adulti sono otto, i minori stabilmente presenti sono dieci, di cui sei in obbligo scolastico; tre minori risultano regolarmente iscritti in una scuola della zona, gli altri sembra siano ancora iscritti in scuole della cintura torinese – quindi fuori Torino -, dove probabilmente dimoravano fino all’anno scorso. Rispetto alla frequenza, va detto che il timore del contagio da Covid quest’anno ha notevolmente contribuito ad abbassare o addirittura, in qualche caso, annullare le presenze scolastiche della comunità bosniaca. Con questi nuclei, non seguiti dal Servizio Stranieri e Minoranze Etniche, abbiamo avuto contatti solo in seguito a due eventi critici, riguardanti loro parenti, risolti anche grazie alla loro disponibilità ad intervenire con i minori coinvolti. Nello specifico, hanno dato ospitalità temporanea prima ai cinque nipoti, di cui uno disabile, rimasti soli in seguito al ricovero per Covid dei genitori, ed in seguito ad altri due minori, dopo il decesso improvviso del loro padre. Il nostro Servizio accoglie con attenzione eventuali osservazioni dei cittadini e, quando possibile, fatte salve le azioni di ripristino della legalità, interviene con azioni di mediazione con le famiglie occupanti. In merito allo stabile in oggetto, non erano giunte segnalazioni specifiche. Per quanto riguarda il quarto punto, al momento non è stata riscontrata la presenza del cittadino italiano citato nell’interpellanza, ma il reparto della Polizia Municipale continuerà ad indagare per giungere a un’identificazione. Aggiungo ancora, a completamento delle cose dette, che, come forse avete avuto notizia, è stata firmato poco prima della fine dell’anno un Protocollo di collaborazione tra ATC, Regione, Comune e la Prefettura, che ha organizzato i lavori, diciamo, coordinato i lavori relativi a questo Protocollo, proprio per tutelare al massimo gli immobili ATC, all’interno del Protocollo l’ATC si sta impegnando, si è impegnata ad accelerare la riparazione degli alloggi di risulta e la messa in sicurezza degli immobili vuoti, quando vengono lasciati liberi per fine locazione o per altre liberazioni, in modo che non vengano occupati e vengano soprattutto dati alle persone che sono in lista d’attesa per l’assegnazione di casa popolare nel più breve tempo possibile. Sia da parte della stessa ATC e sia da parte della Regione è stato fermo l’impegno di accelerare al massimo perché, come sappiamo, meno immobili vuoti ci sono, meno è la probabilità che si rischino delle gestioni non lecite di quegli spazi.”;

CONSIDERATO CHE

– nelle ultime settimane lo scrivente ha continuato a ricevere sempre più preoccupate segnalazioni provenienti da cittadini residenti nei condomini ATC in via Bologna 267;

– è costante e perpetua la presenza di decine di persone di etnia rom presso il cortile condominiale di via Bologna 267, spazio che per queste persone è divenuto luogo di ricreazione, di svago, di attesa e osservazione e talvolta anche di lavoro (come officina a cielo aperto): da ciò ne deriva un indomito viavai negli alloggi e nelle cantine, la sosta di numerosi mezzi e furgoni, l’intimidazione e le minacce ai danni dei residenti regolari e molti altri comportamenti contrari sia al buon senso sia al senso civico;

– è stato riferito allo scrivente della quotidiana quanto sospetta presenza di un cittadino di origine italiana, che non pare essere residente presso i condomini in oggetto ma che permane giornalmente per lungo tempo, posteggiando nel cortile la sua auto (o il suo scooter o il suo furgone) e trascorrendo molto tempo intrattenendosi in conversazioni con esponenti della comunità rom insediata abusivamente presso il cortile di via Bologna 267: si desidera ricordare che in risposta ad una precedente interpellanza il Comandante della Polizia Municipale dichiarò che “al momento non è stata riscontrata la presenza del cittadino italiano citato nell’interpellanza, ma il reparto della Polizia Municipale continuerà ad indagare per giungere a un’identificazione.”;

– auspicando che il tempo non sia trascorso invano e che si sia giunti ad un’identificazione del soggetto, allo scrivente sono state fornite numerose foto (e filmati) che si allegano al presente atto e che possono essere utili per risalire all’identità – e conseguentemente al ruolo svolto – dalla persona in oggetto e che solitamente utilizza una Fiat Punto di colore rosso;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione, in considerazione della risposta fornita dalla Sindaca ad una delle precedenti interpellanze (“Per quanto attiene a via Bologna 267 il personale del reparto Polizia Abitativa è intervenuto più volte, senza riscontrare i fenomeni segnalati. Dal colloquio con alcuni inquilini è altresì emerso che non appare vero che gli occupanti abusivi arrechino disturbo o che le masserizie accumulate nelle cantine appartengano a residenti dello stabile. I tre nuclei che occupano abusivamente gli appartamenti sono stati richiamati all’adozione di comportamenti rispettosi. Non si è provveduto allo sgombero, in quanto tutti i nuclei presentano alcuni componenti o minori o in stato di disagio. […] Nelle prossime settimane, ma in realtà in modo abbastanza costante, mi dice il Comandante, nelle prossime settimane comunque saranno effettuate ulteriori verifiche sulle occupazioni per poter aggiornare la situazione, cosa che farò e sono certa che il Consigliere Magliano nuovamente chiederà aggiornamenti in tal senso.”) abbia svolto gli opportuni ulteriori accertamenti, abbia constatato qualcosa in più del poco precedentemente riferito e abbia aggiornamenti  da narrare;
  2. se e in quali date e orari siano stati svolti i sopralluoghi della Polizia Municipale, quali gli esiti e le situazioni accertate e se per tali scopi siano state coinvolte le forze di polizia ad ordinamento statale;
  3. quale sia lo stato dei fatti: quante siano le unità immobiliari occupate e quali i motivi della perenne permanenza di numerosi soggetti di etnia rom presso il cortile condominiale;
  4. se e quando la Polizia Municipale abbia avuto opportunità di incontrare e identificare il signore cui si fa cenno nel paragrafo “rilevato che”, se si sia indagato il motivo della sua costante permanenza in via Bologna 267, se sia stata individuata la natura e l’oggetto del suo costante dialogo con la popolazione rom, se sia noto il suo luogo di residenza e se egli sia già conosciuto dall’Amministrazione (per semplificare il lavoro di identificazione si allegano le foto ricevute dai cittadini e da cui si può leggere la targa del veicolo condotto dal soggetto);
  5. se Amiat (Iren Ambiente) sia legittimata ad accedere al cortile condominiale di via Bologna 267 per rimuovere le masserizie di vario genere quotidianamente accumulate e se, a tale scopo, possa ricevere richieste e segnalazioni da parte dei cittadini residenti.

Silvio Magliano

Torino sede I3A, ci aspettiamo un’esplicita conferma

La scelta è stata presa e non prendiamo neanche in considerazione un cambio in corsa. Dopo l’assenza di ogni riferimento a Torino nella bozza che riporta i progetti del Pnrr il Consiglio dei Ministri sgomberi il campo da ogni dubbio.

Alla luce della mancata indicazione di Torino nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza come sede principale dell’Istituto per l’Intelligenza Artificiale (I3A), non ci limitiamo ad alzare la soglia di attenzione, ma facciamo come Moderati appello al buonsenso. Per le Commissioni parlamentari la decisione è presa e non prendiamo neanche in considerazione un cambio di rotta in corsa, anche rispetto alla stessa decisione del Consiglio dei Ministri dello scorso settembre. Non possiamo accettare che la scelta di Torino sia subordinata a una gara o a un bando competitivo con altre Città candidate né che Torino sia trattata alla stregua degli altri sei centri. Mi auguro che l’assenza del riferimento a Torino nelle bozze relative ai progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza altro non sia che un secondo, per quanto grave, “errore materiale”, dopo l’analogo caso di un mese fa. Attendiamo la correzione e la conferma esplicita della scelta di Torino come sede dell’Istituto per l’Intelligenza Artificiale. Non possiamo perdere questa opportunità di crescita, che porterebbe a sfruttare al meglio per il nostro territorio, da tutti i punti di vista: per i giovani, per l’Università, per il Terzo Settore. La proposta di Don Luca Peyron (Direttore della Pastorale Universitaria e Coordinatore dell’Apostolato Digitale di Torino) è stata da noi sostenuta fin dal primo momento, nella certezza di importanti ricadute in termini occupazionali, di sviluppo e di prestigio.

Azzardo, la Maggioranza si sbriciola sulla Legge Leone

La sospensione? Mero escamotage per riportare la Legge in Aula come proposta di Giunta (e sarebbe curioso se a firmarla fosse l’Assessore alla Sanità). Sconfessare la Legge 16 significa sconfessare dati incontrovertibili. Dal centrodestra ci saremmo aspettati risorse per l’adeguamento delle imprese e per il contrasto e la sensibilizzazione in tema di ludopatia: su nessuno dei due fronti abbiamo visto un euro.

La Maggioranza sulla Legge Leone non esiste più. Dopo aver assistito al giochino della sospensione, mero escamotage per riportare la Legge in Aula come proposta di Giunta, siamo come Moderati curiosi di vedere, in futuro, quale Assessore firmerà eventualmente la Legge: sarà l’Assessora al Lavoro Chiorino (Fratelli d’Italia, contrari alla Legge Leone)? Sarà l’Assessore alla Sanità Icardi (Assessorato che dovrebbe occuparsi di preservare la salute e di contrastare la ludopatia)? Possono passare i giorni, ma le problematiche legate all’emergenza della ludopatia resteranno le stesse: mi stupisce che qualche Consigliere le scopra oggi. Sconfessare la Legge 16 significa sconfessare i documenti e i dati dell’Ires, delle Asl e di altre autorità indipendenti, quasi non fossero considerate fonti credibili, quasi non fossero soggetti e professionisti della Regione Piemonte. Resta il rimpianto per il tempo perso, nel bel mezzo di un’emergenza pandemica. Se il centrodestra avesse voluto davvero preservare posti di lavoro, avrebbe previsto risorse per supportare gli imprenditori di settore nei necessari interventi di delocalizzazione necessari al rispetto delle distanze minime: non le abbiamo viste, così come non abbiamo visto un euro in ambito sanitario, scolastico e formativo per il contrasto alla ludopatia o per campagne di sensibilizzazione e informazione. I fatti, ancora una volta, non corrispondono alle parole.

Autorecupero di alloggi ATC? Pura teoria: la normativa non è, a oggi, pienamente applicata

Due le possibilità garantite dalla normativa: o un rimborso dei costi sostenuti dall’inquilino per gli interventi o una riduzione del canone fino al raggiungimento dell’importo anticipato. Questo in astratto: in concreto, le plurime segnalazioni che ci stanno giungendo raccontano non solo di domande presentate e non ancora prese in considerazione, ma di mancate risposte ai successivi solleciti. La Regione metta risorse affinché la possibilità dell’autorecupero non resti solo sulla carta. Approvo sul tema l’impegno del SICET (Sindacato Inquilini Casa e Territorio), più volte intervenuto a sostegno degli inquilini sollecitando risposte e soluzioni. Anche con l’autorecupero si migliorano l’accessibilità, la fruibilità e il valore delle nostre unità abitative. Sul tema, ho presentato un’interpellanza in Consiglio Regionale. Sul territorio piemontese, sono 800 gli appartamenti ATC in attesa di ristrutturazione. L’attuale patrimonio immobiliare è largamente insufficiente a rispondere al fabbisogno delle famiglie piemontesi.

La normativa regionale sull’autorecupero degli appartamenti ATC non è, di fatto, pienamente applicata. Le plurime segnalazioni che ci giungono in merito – relative a domande presentate e rimaste senza esito per l’eliminazione di barriere architettoniche e a solleciti ignorati da parte degli Uffici preposti – lo testimoniano. Ho dunque presentato un’interpellanza in Consiglio Regionale per chiedere che la Regione preveda risorse affinché le possibilità previste dalla normativa non restino tali soltanto sulla carta, ma che sia garantito il rimborso dei costi anticipati dagli assegnatari (e sul tema un emendamento dei Moderati, relativo nello specifico all’abbattimento delle barriere architettoniche, è stato respinto) o almeno, in alternativa, la riduzione del canone fino al raggiungimento dell’importo anticipato dal locatario. Lo stesso SICET (Sindacato Inquilini Casa e Territorio) si sta impegnando a sostegno degli inquilini, sollecitando dalla Regione risposte puntuali. Chiederò inoltre se tutte le ATC del Piemonte abbiano recepito la normativa, quante siano le domande pervenute e quali siano stati i loro esiti, quanti assegnatari di alloggi ATC abbiano finora beneficiato di questa possibilità e se ATC abbia stilato una graduatoria delle domande. Gli appartamenti ATC in attesa di ristrutturazione sono 800 in Piemonte e 300 nella sola Torino, secondo i dati forniti dalle stesse ATC e dai Comuni. Con la piena e corretta applicazione della Legge Regionale del 2015 sull’Autorecupero degli alloggi carenti di manutenzione da parte degli assegnatari non soltanto assicureremmo una soluzione abitativa a un gran numero di cittadini, ma riconosceremmo il principio per il quale la persona assegnataria può gestire e valorizzare un bene pubblico quale la casa popolare, migliorando l’accessibilità degli spazi e la qualità dell’abitare.