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INTERPELLANZA – Se ci fosse ancora un po’ di vernice gialla servirebbe urgentemente una pista ciclabile in strada Castello di Mirafiori: se non ora quando?

PREMESSO CHE

– da tempo lo scrivente riceve numerose segnalazioni da parte di cittadini residenti nel quartiere Mirafiori Sud con specifico riferimento alla situazione di strada Castello di Mirafiori;

– le doglianze hanno avuto ed hanno ad oggetto sia l’indebito utilizzo del marciapiede da parte di biciclette e monopattini sia la situazione in cui da tempo versa l’ampia area verde antistante (ci si riferisce al tratto di strada Castello di Mirafiori compreso tra corso Unione Sovietica e strada delle Cacce);

– con una mail inviata ai competenti uffici comunali il 10 giugno 2020 lo scrivente, tramite la Segreteria del Gruppo, comunicava che: “questo Gruppo ha ricevuto molte segnalazioni provenienti da commercianti e cittadini residenti in strada Castello di Mirafiori relative alla pericolosità del marciapiede lato nord poiché spesso percorso pericolosamente da velocipedi, monopattini e similari. Si domanda se sia possibile installare dissuasori (transenne/parapetti o panettoni) al fine di impedire l’accesso sul marciapiede ai velocipedi a trazione umana o elettrica. Ci si riferisce con precisione al tratto di strada Castello di Mirafiori (pressi civico 105) compreso tra via Morandi e strada delle Cacce. Si coglie l’occasione per domandare se sia ancora in vigore il progetto per la realizzazione della pista ciclabile in strada Castello di Mirafiori (per congiungere corso Unione Sovietica al Parco Colonnetti) e gli altri interventi inerenti la creazione di parcheggi e la sistemazione delle sponde del Sangone.”;

– a tale richiesta gli uffici dell’Area Mobilità hanno così risposto in data 15 luglio 2020: “Mentre la posa di dissuasori su marciapiede risulta certamente efficace al fine di impedirne l’invasione da parte delle auto, non può ritenersi una misura altrettanto idonea a impedirne l’uso improprio da parte di velocipedi, monopattini e affini, avendo questi sagoma ridotta, assimilabile a quella di una persona. Tuttavia la presenza di tali elementi dovrebbe almeno indurre una riduzione della velocità da parte di coloro che abusano del marciapiede con detti mezzi, ma è anche vero che possono costituire un ostacolo per i legittimi fruitori del medesimo marciapiede ed in particolare per i disabili motori. Per quanto sopra esposto, questo Servizio ha provveduto a richiedere un parere alla Circoscrizione competente e al Corpo di Polizia Municipale, sulla base di una ipotesi progettuale, circa l’opportunità di collocare dei paletti dissuasori lungo il tratto di marciapiede di cui trattasi. Per quanto riguarda le altre informazioni richieste, premesso che il sistema ciclabile complessivo previsto nel Biciplan vigente comprende anche il collegamento ciclabile tra Corso Unione Sovietica e il parco Colonnetti, si trasmette la richiesta di Codesto Spett.le Gruppo Consiliare Moderati alla Divisione Ambiente, Verde e Protezione Civile, per quanto di competenza relativamente agli altri interventi citati.”;

– a integrazione del riscontro appena citato, in data 21 agosto 2020 perveniva allo scrivente la seguente nota della Direzione Verde-Ambiente-Protezione Civile: “Con riferimento all’oggetto e ad integrazione di quanto scritto dal Servizio Mobilità con nota prot. n. 9831 del 15/07/2020, si comunica che il progetto di completamento del parco Sangone prevede la costruzione di un marciapiedi di confine tra il parco e la viabilità veicolare nel tratto tra le vie Morandi e Cacce sul lato sud, compatibilmente con i restringimenti della sezione stradale. In parallelo, sul lato sinistro della sponda Sangone, vi sarà un percorso promiscuo ciclopedonale di collegamento tra il parco Colonnetti e la cascina Piemonte, collegando la passerella della ciclabile su strada Castello di Mirafiori e il boschetto di Nichelino. Inoltre, una pista di servizio permetterà l’accessibilità di sponda per i lavori di manutenzione in alveo tra la passerella e la parte più estesa del Parco Piemonte.”;

CONSIDERATO CHE

– in data 30 giugno 2020 la Giunta comunale ha licenziato una deliberazione (“PARCO SANGONE LOTTO A SUB AMBITO 1 TRATTA STRADA CASTELLO DI MIRAFIORI DA NUOVO PONTE DI VIA ARTOM A N. CIVICO 108 (mecc. 2020 01417) con cui ha approvato di “intervenire nella parte del Parco Sangone non interessata da precedenti interventi, liberandola da attività incompatibili, migliorando l’accessibilità e la fruibilità attraverso la creazione di nuovi accessi e percorsi ciclo-pedonali, completando il collegamento con i percorsi esistenti, eseguendo la messa in sicurezza del tratto spondale, con interventi di riprofilatura e di ingegneria naturalistica, senza interessare l’alveo di piena ordinaria. Il progetto prevede l’esecuzione dei necessari interventi di pulizia, di fondamentale importanza per la restituzione alla collettività delle aree, previa ricollocazione degli orti spontanei, già in parte avviata a seguito della realizzazione di nuovi orti regolamentati da parte della Associazione Coefficiente Clorofilla concessionario, a seguito di bando pubblico, dell’edificio rurale Cascina Piemonte e terreni circostanti di proprietà comunale. […] Ulteriori interventi in progetto riguardano la realizzazione di percorsi ciclo-pedonali, che costituiscono il completamento della rete di percorsi esistenti, anche attraverso la realizzazione di nuovi accessi dalla Strada Castello di Mirafiori, che miglioreranno l’accessibilità e la connessione con le aree urbanizzate poste sul lato nord della strada Castello di Mirafiori. – Si prevede inoltre la realizzazione di piste di servizio, necessarie sia per l’esecuzione degli interventi in progetto che per la demolizione degli orti spontanei e contestuale rimozione del materiale di risulta, oltre a interventi di rifacimento dello strato di finitura di percorsi esistenti, di riordino e recupero della viabilità esistente, con formazione di piazzole che svolgeranno la funzione di collegamento tra differenti percorsi e in alcuni casi anche di aree di sosta e punti di osservazione, con messa a dimora di alberi, realizzazione di pavimentazione in lastre di pietra posate su letto di sabbia e posa di sedute e tavoli. [.] Si provvederà inoltre alla formazione di una banchina marciapiede sul margine sud della Strada Castello di Mirafiori, a completamento di quella esistente, con implementazione degli stalli parcheggio, principalmente destinati ai visitatori del parco, da realizzarsi nella fascia prossima all’asse viario.”;

INTERPELLA

  1. se e quando verrà realizzata la pista ciclabile che collegherà via Artom a corso Unione Sovietica transitando per strada Castello di Mirafiori;
  2. quanti siano stati gli interventi e le sanzioni comminate negli ultimi 3 anni dalla Polizia Municipale per uso improprio dei marciapiedi di strada Castello di Mirafiori da parte di bici e monopattini (in corrispondenza del civico 103 e altri condomini ed esercizi limitrofi);
  3. se, nelle more della realizzazione della pista ciclabile, siano previsti interventi per la messa in sicurezza dei marciapiedi di strada Castello di Mirafiori a tutela della incolumità fisica dei pedoni nonché degli esercenti (in corrispondenza e nei pressi del civico 103);
  4. quale sia la motivazione per l’istituzione del divieto di transito lungo strada Castello di Mirafiori (tra strada delle Cacce e corso Unione Sovietica) per i veicoli destinati al trasporto merci e se l’Amministrazione sia consapevole che tale divieto va a penalizzare gli esercizi commerciali e di somministrazione presenti lungo la strada.

Silvio Magliano

Insediamento abusivo in corso Salvemini: ecco che cosa accade quando non si interviene immediatamente

Una zona vivibile trasformata in una zona di degrado: hanno ragione i residenti, che hanno raccolto centinaia di firme, a chiedere misure urgenti; misure che, però, si sarebbero già dovute applicare da tempo. Il tema, del quale mi sono sempre occupato, è stato appena approfondito in Commissione dopo il Diritto di Tribuna dello scorso 11 maggio. Si applichi fino in fondo la normativa regionale sui sequestri dei mezzi.

Una zona cittadina fino a poco tempo fa sicura e vivibile è ora diventata segnata da insicurezza e degrado. Più che condivisibile la raccolta firme dei residenti, che chiedono interventi urgenti da parte dell’Amministrazione: interventi che, però, sarebbero stati necessari molto tempo fa. Si parte con una manciata di mezzi, spesso utilizzati come punto di osservazione sui vicini appartamenti ATC da occupare: è questo il momento in cui l’Amministrazione deve agire. Chiedo ancora una volta che la normativa regionale sui sequestri di camper e roulotte sia applicata fino in fondo. Limitarsi alle sole diffide è una scelta politica. Intimidazioni nei confronti dei residenti, furti, abbandono di rifiuti e illegalità non sono più tollerabili.

Museo Lombroso, il Consiglio Comunale risponda compatto alle boutade

La mozione, appena presentata in Commissione, che esprime sostegno al Museo di Antropologia Criminale è un atto importante.

È giusto che i Consiglieri Comunali prendano posizione in maniera netta di fronte alle uscite, finalizzate forse a trovare un po’ di spazio sui giornali, di chi, come recentemente il Senatore Saverio De Bonis, ne chiede ciclicamente la chiusura con motivazioni prive di fondamento. Il Museo non è finalizzato “ad avvalorare una teoria”, come aveva scritto il Senatore nel suo atto presentato al Ministro della Cultura con relativa richiesta di chiudere l’esposizione, ma a testimoniare una fase della nostra storia giuridica. Certe boutade da parte di personaggi che il Museo non l’hanno neanche mai visto, oltretutto, rischiano di mettere in difficoltà una nostra realtà culturale, chi la dirige e chi vi lavora: a tutto questo il Consiglio Comunale si opponga con forza e compattezza.

ASL di Torino, servizi odontoiatrici chiusi causa pandemia e non ancora ripristinati

Particolarmente grave la situazione presso la Casa della Salute Valdese, dove questo servizio è inattivo addirittura da marzo 2020: ho presentato un’interpellanza in Consiglio Regionale per chiedere la pronta risoluzione del problema.

Sospese i primi di marzo 2020 a causa del primo lockdown, le cure odontoiatriche presso la Casa della Salute Valdese non sono mai state ripristinate; poco migliore la situazione presso altre strutture della ASL di Torino, riattivate per poche settimane lo scorso autunno e poi a loro volta sospese in concomitanza con l’ingresso del Piemonte in Zona Rossa. Una sospensione che dura tutt’ora. Situazione che non si riscontra altrove in Piemonte: le altre ASL del territorio provinciale (vedi per esempio Pinerolo e Rivoli) e regionale, infatti, avevano riattivato le prestazioni odontoiatriche già dal maggio dello scorso anno. A Torino, le visite odontoiatriche sono attualmente le sole visite specialistiche che non si possono prenotare tramite il CUP. Una situazione che penalizza soprattutto le fasce di utenza con minori possibilità economiche, per le quali il privato è economicamente proibitivo. Ci sono persone che da mesi rinunciano a curarsi e a risolvere i propri problemi odontoiatrici, con conseguenze anche gravi. Rilevanti sono inoltre le ripercussioni sulle liste d’attesa, già attualmente molto lunghe. Lo scorso 8 settembre l’Assessore alla Sanità e la Direzione Generale dell’ASL Città di Torino avevano annunciato la riapertura dei servizi di odontoiatria pubblica presso gli ospedali e gli ambulatori, annunciando per il 14 settembre 2020 la riapertura delle sedi di corso Corsica, di corso Toscana, di via Monginevro, di via del Ridotto, di via Cavezzale e, successivamente, di via Pacchiotti e della Casa della Salute di via Silvio Pellico. Questo provvedimento è stato attuato in misura solo parziale e i due ambulatori poi effettivamente riaperti (corso Corsica e via Monginevro) sono stati nuovamente chiusi il 3 novembre 2020. Da allora nessun ambulatorio odontoiatrico ha ripreso, a nostra conoscenza, l’attività. La Regione Piemonte ha reso possibile la riapertura delle odontoiatrie sia private che pubbliche con l’utilizzo delle procedure e delle protezioni adeguate. Con la mia interpellanza chiederò alla Giunta quando riprenderanno le cure odontoiatriche presso le strutture dell’ASL Città di Torino e in particolare presso la Casa della Salute di via Silvio Pellico e per quale motivo a oggi non sia possibile programmare una visita odontoiatrica presso le strutture torinesi.

La Tangenziale Est è una priorità per il nostro territorio

Considero di buon senso la proposta, avanzata dall’Onorevole Giacometto, di inserire come condizione per potersi aggiudicare la gestione del sistema autostradale tangenziale torinese la chiusura a est dell’anello. L’infrastruttura, esclusa dal Recovery Plan della Regione e della Città Metropolitana, è fondamentale per la mobilità a est di Torino, attualmente penalizzata da una rete stradale totalmente inadeguata. Come Moderati continueremo a chiedere con forza a tutti i livelli istituzionali la realizzazione di quest’opera strategica.

La Tangenziale Est serve come il pane al nostro territorio: come Moderati abbiamo a più riprese posto questo tema con forza sia in Consiglio Regionale sia in Consiglio Metropolitano. L’Osservatorio Territoriale Infrastrutture Nord-Ovest di Confindustria ha inserito la Tangenziale Est tra le opere finite in coda al dibattito pubblico e politico. Lo stesso deputato Carlo Giacometto ha lanciato un appello affinché l’opera torni ai vertici dell’agenda politica regionale e nazionale. La sua proposta di vincolare l’assegnazione del possibile nuovo bando per la gestione del sistema autostradale tangenziale torinese alla realizzazione dell’opera è ragionevole e di assoluto buon senso. I Moderati continueranno a chiedere in tutti i Consigli presso i quali sono rappresentati la realizzazione di un’opera che manca nel Recovery Plan della Regione Piemonte e della Città Metropolitana di Torino e che da troppo tempo non è al centro del dibattito politico. Lo studio di fattibilità esista dal 2009. Nel frattempo, sulle nostre strade collinari e precollinari i problemi continuano a non essere risolti. Solo realizzando questi 22 chilometri di strada potremo sgravare la locale rete di strade dai mezzi pesanti (e inquinanti). Insieme a noi, chiedono questo intervento il tessuto imprenditoriale, i residenti, le prospettive stesse di un territorio che deve affrontare tutte le criticità connesse al transito di mezzi pesanti su una rete stradale attualmente non strutturata per quel tipo di traffico.