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INTERPELLANZA – Metro in piazza Bengasi: un parcheggio di interscambio…senza scambio

PREMESSO CHE

– l’arrivo della linea 1 della Metro in piazza Bengasi, a cui si lega inscindibilmente il tema del parcheggio e dell’interscambio che ne dovrebbe derivare, ha messo “in luce molte ombre”;

RILEVATO CHE

– nel corso di una Commissione consiliare svolta nei primi mesi dell’anno era stato annunciato un periodo di sperimentazione per il parcheggio in oggetto;

– nelle slide fornite da GTT si parlava di “creazione di una prima vera area di interscambio in area urbana” e nell’attesa della “realizzazione fisica della struttura di interscambio, si vuole utilizzare tale occasione, per introdurre in via sperimentale dal punto di vista commerciale, un vero TITOLO INTEGRATO PARCHEGGIO E TRASPORTO PUBBLICO che, al termine della sperimentazione, possa diventare un modello anche per altre realtà”. Le successive slide non riportavano proposte commerciali per i titoli integrati giornalieri/carnet da 10 voucher/carnet a ore ma solo ipotesi di abbonamenti settimanali/mensili/trimestrali/annuali;

CONSIDERATO CHE

– pur risultando innegabili le difficoltà del periodo che stiamo attraversando (in cui ancora molti lavoratori fruiscono del lavoro a distanza) non pare di dover tacere rispetto al quotidiano inutilizzo del parcheggio di piazza Bengasi e delle conseguenti inefficienze;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quale sia (o sia stato) il periodo previsto per la sperimentazione di cui si faceva cenno nella Commissione consiliare e nelle slide di GTT;
  2. quali siano i risultati ottenuti dalla sperimentazione;
  3. se l’Amministrazione sia soddisfatta per questo primo periodo di apertura del parcheggio di piazza Bengasi (e stazione Metro), sia in termini di fruizione da parte degli automobilisti sia per gli incassi derivanti dal pagamento della zona blu;
  4. quale sia l’importo incassato per il pagamento della zona blu di piazza Bengasi in questo primo periodo di apertura (totale del periodo e media giornaliera);
  5. se l’Amministrazione sia intenzionata a valutare moderazioni del prezzo della sosta o frazionamenti giornalieri (ad esempio, divisione in orario mattutino e orario pomeridiano e applicazione di una tariffa forfettaria identica per ciascuna di esse);
  6. quali altre considerazioni e valutazioni stia svolgendo l’Amministrazione per stimolare il reale utilizzo integrato del parcheggio di piazza Bengasi e della Metro (sia dal punto di vista tariffario sia sotto ogni altro profilo).

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Non può essere vero ma se fosse vero sarebbe un po’ come “rubare” in chiesa

PREMESSO CHE

– la Legge Regionale 7 marzo 1989 n. 15 reca “Individuazione negli strumenti urbanistici generali di aree destinate ad attrezzature religiose – Utilizzo da parte dei Comuni del fondo derivante dagli oneri di urbanizzazione;

– con tale espressione del potere normativo regionale è stata riconosciuta l’opportunità per tutti i Comuni della Regione di destinare risorse finanziarie per la manutenzione e per l’adeguamento ai requisiti di accessibilità di tutti gli edifici di culto di tutte le confessioni religiose;

– gli interventi hanno consentito di svolgere una regolare manutenzione, messa in sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche per gli edifici di culto richiedenti che, nella maggioranza dei casi, si trovano nei quartieri periferici e semiperiferici della Città, consentendo in tal modo ai cittadini di professare liberamente la propria fede in condizioni di sicurezza e accessibilità;

– sul tema lo scrivente ha già presentato alcuni atti proprio per mettere in luce le contraddizioni dell’Amministrazione Appendino e per rendere esplicita la scarsa attenzione posta al tema oggetto della L. R. n. 15/1989;

– in data 13 novembre 2018 lo scrivente presentò un’interpellanza (mecc. n. 2018 05311 recante oggetto: “Se domandare è lecito, azzerare che cos’è? Perché l’Amministrazione è contraria alla manutenzione degli edifici di culto di periferia?”) per domandare all’Amministrazione le ragioni della progressiva riduzione dell’importo annuale stanziato per gli interventi ex L.R. n. 15/1989, fino ad arrivare all’azzeramento previsto per il 2018;

– nel corso del Consiglio Comunale del 21 gennaio 2019 il Vice Sindaca riferì che “Relativamente all’annualità 2018, pur dando atto di un trend in leggera diminuzione rispetto ad annualità precedenti, l’Amministrazione, compatibilmente con le esigenze di equilibrio di bilancio, ha destinato in apposito capitolo del bilancio 2018, uno stanziamento di € 300.000,00 che ha trovato copertura finanziaria attraverso l’introito degli incassi degli oneri di urbanizzazione. Attualmente è in corso di approvazione il provvedimento deliberativo di approvazione del programma, sulla base delle domande pervenute e della relativa spesa confermata nell’importo di € 300.000”;

– in antitesi rispetto a quanto riferito in Aula dal Vice Sindaca, la Giunta successivamente decise di non destinare fondi per l’anno 2018 per il capitolo di bilancio ex L.R. n. 15/1989;

– lo scrivente ripropose il tema con un’interpellanza (mecc. 2019 00755 recante oggetto: “Domandare è lecito, mentire è ‘peccato’, azzerare è diabolico”) presentata il 1° marzo 2019: in sede di discussione in Consiglio Comunale il 18 marzo 2019 il Vice Sindaca concludeva l’intervento dichiarando che “.m’impegno, ci impegniamo, a rimettere a bilancio ’19 € 400.000”;

– come da esito ad istanza di accesso atti presentata dallo scrivente, risultava che anche per l’esercizio 2019 questa Amministrazione non abbia destinato fondi per il capitolo di bilancio in oggetto: pertanto non è stato possibile procedere all’erogazione dei contributi per gli 8 interventi relativi al 2019 né si è potuta dare soddisfazione alle 14 richieste avanzate nel 2018;

– in data 14 febbraio 2020 lo scrivente ripropose il tema con una terza interpellanza (mecc. 2020 00664 recante oggetto: “Di questa inescusabile perseveranza”), in sede di discussione in Consiglio Comunale il 14 aprile 2020 l’Assessore Iaria dichiarava che “Come giustamente ha indicato nelle richieste dell’interpellanza il Consigliere Magliano giustamente cita la previsione al bilancio di 400.000 euro per gli edifici di culto. Questa previsione al bilancio purtroppo in questi anni non si è riuscita, come dire, a realizzare, invece quest’anno stiamo cercando con molti sforzi di portarla al termine seguendo anche tutto l’iter concordato con i proponenti dei progetti, quindi noi abbiamo già trovato per quest’anno, tramite oneri, 200.000 euro per avviare la prima serie di lavori, intendiamo appunto avviare, emergenza Covid permettendo, ma pensiamo di riuscire a farlo lo stesso, altri 200.000 euro fra pochi mesi, quindi noi abbiamo già identificato diciamo due tranches, una da 200.000 euro a cui abbiamo già trovato le risorse di bilancio e altri 200.000 euro li troveremo in corso d’anno. Quindi noi seguiremo chiaramente l’iter concordato con gli Edifici, con, diciamo, i rappresentanti degli Edifici di Culto per seguire anche un elenco di priorità. Chiaramente noi abbiamo pienamente concordato tutto questo con gli Uffici in modo da poter avviare al più presto questo tipo di […] quindi la delibera sarà a breve portata in Giunta per l’approvazione e quindi si comincerà il percorso che farà partire i primi progetti sempre scelti dall’elenco di priorità concordate con gli Enti.”;

RILEVATO CHE

– lo scrivente è recentemente venuto a conoscenza del fatto che vi sarebbero “criticità” con riferimento ad alcuni interventi eseguiti nell’annualità 2017: sarebbe stato versato l’anticipo ma, ad oggi, mancherebbe ancora il versamento del saldo;

– si tratterebbe della situazione della Chiesa di Gesù Redentore (piazza Giovanni XXIII) che aveva un contributo concesso per l’anno 2017 (determina 2017 06733/061 in data 29/12/2017) per € 45.000 a cui ha fatto fronte un’erogazione dell’80% (determina 2019 749421/061 in data 31/12/2019) per € 36.000 e conseguente richiesta di saldo del restante 20% sospesa per mancanza di disponibilità e della Chiesa San Pietro e Paolo Apostoli (via Saluzzo 25) che aveva un contributo concesso per l’anno 2017 (determina 2017 06733/061 in data 29/12/2017) per € 25.000 a cui ha fatto fronte un’erogazione dell’80% (determina 2019 63164/061 in data 3/06/2019) per € 20.000 e conseguente richiesta di saldo del restante 20% sospesa per mancanza di disponibilità;

CONSIDERATO CHE

– i molteplici cambi di direzione e le frequenti distrazioni dimostrate dall’Amministrazione rispetto al tema in oggetto hanno portato le Comunità religiose non già a smarrire la necessità ma certamente la fiducia stessa in questa Amministrazione, che promette solo per rispondere alle interpellanze dello scrivente ma poi taglia quando è ora di sostenere le necessità erogando i necessari contributi;

INTERPELLA

  1. per quali motivi non risultino più presenti a bilancio i fondi necessari a saldare i due interventi sopra citati e riferiti a progetti del 2017;
  2. in quale altro modo siano stati utilizzati quei fondi dall’Amministrazione;
  3. se ed entro quale limite temporale l’Amministrazione intenda impegnarsi a reperire quei fondi e ad erogare gli importi a titolo di saldo alle due Chiese sopra citate;
  4. quale sia la situazione dei progetti ex L. R n. 15-1989 per le annualità 2020 e 2021 e quali gli importi iscritti a bilancio (per i medesimi esercizi).

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Dalla pista di pattinaggio di via Palatucci al panorama degli impianti cittadini, passando per la pista di piazza Zara: qual è il progetto dell’Amministrazione per favorire la libera pratica degli sport rotellistici?

PREMESSO CHE

– avendo ricevuto numerose segnalazioni in merito, lo scrivente in data 14 aprile 2021 ha desiderato presentare un’interpellanza (n. 200-2021) avente ad oggetto lo stato della piastra attrezzata per praticare liberamente attività sportiva con skate, pattini a rotelle e in linea, monopattini e bici bmx presente in piazza Zara (corso Sicilia 50) e, nello specifico, la generale condizione di pessimo stato di conservazione dell’impianto, degrado e scarsissima manutenzione;

– l’impianto, nato come piastra per il pattinaggio e successivamente adattato a skate park, risultava caratterizzato da pavimentazione fortemente sconnessa e ammalorata (piastrelle rotte, divelte e mancanti e talvolta rattoppate con colate di cemento, altrettanto pericolose), dalla presenza di spigoli vivi, gradini e scalini, da paratie divelte e pertanto potenzialmente molto pericolose, da strutture (rampe) fatiscenti e non in condizioni di sicurezza, dalla mancanza del cancelletto di accesso, da un’evidente sporcizia, da una carenza di interventi manutentivi e anche la situazione di contorno alla piastra descriveva una situazione di scarsa manutenzione (alberi, erba e panchine) e di generale incuria e sporcizia;

– nel corso della risposta formulata in Aula in data 24 maggio 2021 dall’Assessore Giusta si parlava, tra l’altro, di una gestione dell’impianto di piazza Zara mediante l’istituto del Patto di Collaborazione;

RILEVATO CHE

– sulla scorta dell’interesse manifestato dallo scrivente per la situazione di una pista di pattinaggio cittadina a libera fruizione (e dell’interpellanza n. 200-2021, sopra citata) lo scrivente ha ricevuto segnalazioni da parte dei cittadini residenti a Mirafiori Sud che hanno avuto ad oggetto lo stato della pista di via Palatucci;

– in questo caso i cittadini hanno segnalato che la pista, costruita 40 anni fa, presenta dei dislivelli, causati dalle radici degli alberi che sono accanto alla pista, oltre ad altre carenze dal punto di vista manutentivo e di sicurezza;

CONSIDERATO CHE

– appare a questo punto utile fare un focus sulla situazione di manutenzione, sicurezza e gestione di tutte le piste di pattinaggio (rotelliere, skate park, ecc…), a libera fruizione, presenti nel territorio cittadino;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per  sapere:

  1. di chi sia la competenza per la manutenzione della pista di via Palatucci, se siano previsti interventi e quando  si intenda realizzarli;
  2. se sussista una particolare modalità gestionale per la pista di via Palatucci (ad esempio, un Patto di Collaborazione come per l’impianto di piazza Zara) e, in caso affermativo, quali i caratteri essenziali;
  3. quante siano le piste di pattinaggio (rotelliere, skate park, ecc.), a libera fruizione, presenti nell’intero territorio cittadino;
  4. da chi siano gestite tutte le piste cittadine, a chi competano gli interventi di periodica manutenzione e quale sia la situazione proprio sotto questo ultimo aspetto;
  5. se esista un progetto dell’Amministrazione per l’istituzione di un tavolo tecnico al fine di programmare una gestione degli impianti di pattinaggio a livello centrale e/o in collaborazione con la competente federazione riconosciuta dal CONI, in tal modo potendo garantire alti standard di efficienza degli impianti, eventualmente utilizzabili anche per allenamenti e corsi didattici;
  6. se sia in previsione un piano di potenziamento strategico di questi impianti, precisandone la destinazione ad uso sportivo “specifico” (vietando di praticare sport differenti) e prevedendo adeguata illuminazione notturna (peraltro se gli impianti potessero essere utilizzati anche la sera ciò fungerebbe da deterrente contro il degrado urbano: la presenza e il movimento di cittadini sportivi tiene lontani pusher, droga, alcool e teppisti pronti a compiere saccheggi e vandalizzazioni di opere pubbliche quando le aree sono deserte).

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Toh, che torèt!

RILEVATO E CONSIDERATO CHE

– come riportato da numerosi organi d’informazione, il giovane artista napoletano Nicola Russo (che vive a Torino da diversi anni e che può essere quindi considerato un torinese d’adozione) ha recentemente realizzato tre torèt giganti, lucentissimi e di color verde bottiglia;

– i torèt (in città sono circa 800 ed esistono da fine Ottocento) sono le iconiche fontanelle verdi a forma di stele da cui sporge una testa taurina: sono un simbolo della città, icone che identificano in modo inequivocabile il capoluogo subalpino (i torèt sono infatti un’esclusiva tutta torinese);

– i torèt giganti di Russo, che nella parte superiore della scultura ripropongono fedelmente il profilo classico delle amatissime fontanelle verdi, non gettano acqua, ma un ideale fluido augurale di rinascita, dopo la devastante pandemia (che peraltro non è ancora vinta e continua a sferzare micidiali colpi di coda con le sue varianti subdole e perniciose);

– si tratta di tre installazioni simbolo della volontà di rinascita della città dopo un periodo di grave crisi: le tre opere sono installate in piazzale Valdo Fusi, via Lagrange 31 e piazza Arbarello;

– come riportato da artribune.com, nei prossimi mesi verranno messe all’asta alcune riproduzioni di dimensioni più ridotte e il 20 % del ricavato sarà devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro;

– le tre sculture (quella di Piazza Valdo Fusi è stata inaugurata dalla Sindaca Chiara Appendino, al fianco dell’artista, il 23 giugno scorso) sono fontane metaforiche, da cui sgorga l’acqua impalpabile della speranza, capace di generare nuove energie di rinascita dopo l’epidemia del Covid;

– come prevedibile, le installazioni non hanno incontrato né la condivisione della communis opinio né ricevuto un apprezzamento plebiscitario, ma hanno raccolto critiche anche aspre sia per la loro collocazione sia per la scelta artistica in sé;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. a quale concorso di idee o altra iniziativa dell’Amministrazione abbia corrisposto il progetto (TOH) dell’artista Nicola Russo;
  2. se il concorso di idee (o altra iniziativa) dell’Amministrazione sia stato preventivamente illustrato al Consiglio Comunale nella competente sede della Commissione Cultura;
  3. se e quando il progetto dell’artista Nicola Russo sia stato preventivamente presentato al Consiglio Comunale, nella sede della Commissione Cultura, e se esso sia stato valutato da un’apposita Commissione tecnica comunale interdivisionale (composta da Dirigenti e Funzionari comunali in servizio presso le Divisioni coinvolte per materia);
  4. quali altri progetti (e di quali artisti) siano stati presentati all’Amministrazione e valutati;
  5. con quale/i atti (deliberazioni, determine o altro) la Civica Amministrazione abbia accompagnato l’iter per l’affidamento dei lavori all’artista Nicola Russo e, successivamente, abbia autorizzato la collocazione su suolo pubblico delle tre opere dell’artista Nicola Russo;
  6. se siano previsti oneri finanziari a carico del bilancio cittadino;
  7. se saranno messe all’asta anche le tre opere installate in pubblico o solo le loro riproduzioni;
  8. se sia confermata la percentuale del 20 % (del ricavato derivante dalle vendite all’asta delle opere) devoluta alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e quale sia la destinazione del restante 80 %.

Silvio Magliano

Torèt Toh esposti in centro a Torino: questa Giunta ha scrupolosamente seguito procedure e iter?

Si discuterà lunedì in Consiglio Comunale la mia interpellanza sul tema delle tre installazioni dell’artista Nicola Russo: l’estetica dei tre “maxi Torèt” non ha convinto molti torinesi.

I nuovi “Torèt Toh” sono coerenti con il contesto urbanistico e architettonico della nostra città? Sono compatibili con la tradizione torinese? Sono, in una parola, belli? Queste sono domande che hanno a che fare con i gusti di ciascuno. Ogni cittadino può dare la propria risposta.

A quale concorso di idee o altra analoga iniziativa corrisponde il progetto “Toh” dell’artista Nicola Russo? Il concorso è stato presentato in Commissione Cultura? Un’apposita Commissione tecnica comunale ha valutato il progetto? Le opere di quali altri artisti sono state valutate insieme ai “Torèt Toh”, essendo giudicate meno meritevoli di questi ultimi? Queste domande hanno invece a che fare con la corretta e utile amministrazione della Città: le rivolgerò alla Giunta, con un’interpellanza, lunedì in Consiglio Comunale alle ore 12.00.

Chiederò inoltre all’Assessore competente quali deliberazioni, determine o altri atti abbiano accompagnato l’iter per l’affidamento dei lavori all’artista Nicola Russo e con quali atti sia stata autorizzata la collocazione su suolo pubblico delle tre opere. Chiederò se siano previsti oneri finanziari a carico del bilancio cittadino, se saranno messe all’asta anche le tre opere installate in pubblico o solo le loro riproduzioni, se sia confermata la percentuale del 20% del ricavato derivante dalle vendite all’asta delle opere devoluta alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e quale sia la destinazione del restante 80%.

I Torèt Toh sono attualmente esposti in piazzale Valdo Fusi, in via Lagrange e in piazza Arbarello a Torino. Le tre opere intendono rappresentare, secondo il loro autore, la rinascita della città dopo la pandemia. Nei prossimi mesi saranno messe all’asta alcune riproduzioni di dimensioni ridotte e parte del ricavato sarà devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

Le installazioni, lungi dall’incontrare l’unanime apprezzamento dei torinesi, hanno ricevuto invece critiche anche aspre sia per la loro collocazione sia come opere d’arte in sé.