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Sistema Move-in? Caro per le persone a basso reddito, difficile da usare per gli anziani

La “scatola nera contro l’inquinamento” è ben lungi dall’essere uno strumento perfetto. Ci giungono segnalazioni, inoltre, secondo le quali la app per i controlli non sarebbe nelle disponibilità di tutti gli Agenti; non tutte le autofficine sono autorizzate a montare le scatole nere sui veicoli: ho chiesto, con un Question Time appena discusso in Consiglio Regionale, di esentare dalle limitazioni strutturali i veicoli condotti dagli ultrasettantenni e dagli automobilisti con ISEE inferiore ai 14mila euro (come fino al 2020).

Esentare dalle limitazioni strutturali alla circolazione gli automobilisti over 70 o con ISEE familiare inferiore ai 14mila euro: questa la mia richiesta alla Giunta, con un Question Time appena discusso a Palazzo Lascaris, per un sostanziale ritorno alle regole d’ingaggio valide fino allo scorso anno.

Il sistema Move In – con relativa scatola nera per la verifica del tetto massimo di percorsi annualmente sull’intero territorio dei Comuni che partecipano all’iniziativa – risulta infatti di difficile utilizzo da parte degli automobilisti più anziani, richiedendo la registrazione nella sezione dedicata alla Regione Piemonte sul portale Move In Lombardia e l’utilizzo del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Tra acquisto e installazione, la scatola nera ha inoltre un costo a carico dell’utente: spesa non irrilevante per gli automobilisti a più basso reddito.

Ma ci sono altre criticità: anzitutto, non tutte le autofficine hanno titolo per montare la black-box sui veicoli; ci giungono segnalazioni relative al fatto che non tutti gli Agenti sarebbero dotati della app per la verifica, in caso di controllo su strada, dell’eventuale superamento della soglia chilometrica. Decisamente perfettibile è anche l’opera di promozione di questa possibilità, della quale molti – sia nelle Istituzioni sia tra i cittadini – non sono ancora a conoscenza.

Vigileremo sul tema, per assicurarci che questa sperimentazione porti i risultati sperati, in mancanza dei quali ribadiremo la richiesta di tornare all’esenzione per over 70 e automobilisti con ISEE inferiore ai 14mila euro. Il sistema Move In è divenuto operativo sul territorio piemontese dallo scorso luglio quale misura alternativa ed equivalente alle misure strutturali di limitazione della circolazione veicolare.

La crisi del “Regio Itinerante” si supererà soltanto se la politica farà politica

La Commissaria Purchia sta portando avanti il suo lavoro, cercando di ridurre i costi: anche la Giunta Regionale faccia il proprio, impegnandosi per garantire un’offerta capillare di concerti di qualità a prezzi accessibili su tutto il territorio piemontese. Appena discussa in Consiglio Regionale la mia interpellanza sul tema.

Concerti e altri eventi culturali proposti ai piccoli Comuni a prezzi di mercato e dunque, di fatto, non sostenibili: da un paio di anni è questa la situazione del Regio Itinerante.

Alla Giunta Regionale, che sul progetto ha sempre messo fondi, va bene così? Ho rivolto questa domanda, poco fa in Consiglio Regionale, direttamente all’Assessora Poggio, con una mia nuova interpellanza sull’argomento.

Nella risposta non sono mancate lusinghiere dichiarazioni di principio a favore di un progetto definito “prestigioso”. Bene: alle parole seguano i fatti.

Se, com’è doveroso e giusto, la Commissaria Purchia sta svolgendo, con il suo staff, il suo lavoro di ottimizzazione delle spese e di riduzione dei costi, anche la politica deve svolgere il proprio. I dati dicono che un tempo gli spettacoli non erano pagati più di 1.700 euro ciascuno: una cifra oggi sostanzialmente triplicata. Come dire: “Cari piccoli Comuni, formalmente vi diamo un’opportunità, ma di fatto vi mettiamo nelle condizioni di dovervi rinunciare”. Portare cultura anche nei centri più periferici è compito della Giunta Regionale e questo avviene solo se il costo dei concerti si abbassa. La politica, se mette risorse, deve poi pretendere che i prezzi siano contenuti.

L’aumento della quota a carico degli Enti (la cifra a componente è aumentata fino a cinque volte) ha contribuito ad abbattere la domanda di appuntamenti da parte del territorio. Da sempre crediamo, come Moderati, che questa iniziativa diffusa sia un valore in sé e ci aspettiamo che a pandemia finita il calendario torni ai livelli pre-crisi.

“Il Regio Itinerante” è da anni un imprescindibile punto di riferimento delle politiche culturali regionali: ha permesso di organizzare, dal 1998 in avanti, quasi 1.400 concerti, per la maggior parte a ingresso gratuito e realizzati in tutto il territorio regionale, dai capoluoghi di provincia alle più remote zone collinari e di montagna, presso teatri, chiese, castelli, auditorium.

La gru che da 40 anni incombe su San Donato

Risale addirittura agli anni ’80 la collocazione dell’enorme gru edilizia che si trova tutt’ora in via Miglietti angolo via dell’Industria a Torino, nel cuore del quartiere.

La presenza di questo ingombrante manufatto di ferro è testimoniato anche dalle immagini di Google Earth. Quasi quarant’anni fa la gru fu montata per eseguire modesti lavori edilizi in via Miglietti. Da allora, nonostante un’ordinanza di rimozione, la gru è sempre rimasta al suo posto. E ora, dai residenti del quartiere si stanno alzando sempre più forti le voci di protesta: “Quel manufatto è una struttura vetusta e potenzialmente pericolosa”. La richiesta è che sia immediatamente rimossa. L’ultima proroga è scaduta lo scorso 30 giugno. E all’Ufficio della Sindaca per i Rapporti con i cittadini è arrivato, recentemente, un nuovo esposto. Mi auguro che l’Amministrazione Civica introduca al più presto norme esplicite, nel proprio Regolamento Edilizio, sul fatto che le gru possano essere utilizzate solo in connessione ai lavori di cantiere e per il solo tempo di durata degli stessi. Da troppo tempo la gru di via Miglietti sta creando disagio e potenziale pericolo, senza una reale necessità, per coloro che risiedono in zona.

Otto “Pony” schierati davanti alla Parrocchia di Santa Giulia

Monopattini in sharing ostacolano l’accessibilità e la viabilità: con questa “sorpresa” si sono svegliati questa mattina i residenti di Vanchiglia.

Vanchiglia: i residenti e i parrocchiani hanno trovato, questa mattina, otto “Pony” schierati, uno di fianco all’altro, di fronte alla Parrocchia di Santa Giulia. Non parliamo, naturalmente, di cavalli, ma di monopattini in sharing dell’omonima azienda. Altri tre monopattini della ditta Wind sono stati collocati sul “naso” in cemento e porfido dall’altra parte della strada. Il fatto è grave: il posizionamento dei monopattini in una tale modalità è un attacco frontale al diritto alla mobilità delle persone con disabilità motoria e, insieme, al diritto di chi vorrebbe contare su una normale fruizione dello spazio davanti alla chiesa, che può essere utilizzato, anche in una normale mattina feriale, per funzioni e funerali. Il posizionamento di ben otto mezzi in formazione ordinata lascia presumere che sia stato effettuato direttamente da operatori dell’azienda: non il singolo gesto di un utente incivile, dunque, ma l’azione deliberata di professionisti che, evidentemente, non hanno idea di che cosa significhi muoversi in carrozzina sui marciapiedi cittadini. Questa Giunta non ha ancora capito che con le aziende partner bisogna interloquire in maniera chiara, efficace, diretta, esplicitando in maniera tassativa le condizioni del servizio. Speriamo, a questo punto, che la prossima Amministrazione gestisca le cose diversamente, perché da cinque anni Torino ha fatto diversi passi indietro dal punto di vista dell’accessibilità.

Silvio Magliano – Capigruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
Nando D’Apice – Moderati, Coordinatore II Commissione in Circoscrizione 7.

Servizio Trasporto Studenti con Disabilità, inaccettabili dieci giorni di disservizi

Ed gravissimo che i genitori in cerca di informazioni non ottengano risposte.

Mancati invii dei tabulati, orari sbagliati e disservizi: a dieci giorni dall’inizio dell’operatività del Servizio Comunale di Trasporto per Studenti con Disabilità, continuano a pervenire segnalazioni dalle famiglie. Un fatto gravissimo. Ancora più grave è l’impossibilità, segnalata da diversi genitori, di ottenere una risposta, via email o al telefono, alle proprie rimostranze e richieste di correzioni: parlare con qualcuno è, raccontano, quasi sempre impossibile. Non è questo il tipo di rapporto che vorrei vedere a Torino tra cittadini e Istituzioni. Il servizio richiesto, dovuto, necessario alle famiglie e ai ragazzi continua a non essere erogato. Ora tocca al Comune intervenire e farsi garante di un rapporto efficace e funzionale tra Scuole, 5T e famiglie. Il diritto allo studio degli studenti con disabilità deve essere garantito e tutelato.