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Autore: Redazione sito

Torèt Toh: per i simboli cittadini serve rispetto e le procedure devono essere le stesse per tutti

Discussa poco fa in Sala Rossa la mia interpellanza sulle tre installazioni dell’artista Nicola Russo: l’estetica dei tre “maxi Torèt” non ha convinto molti torinesi; altri artisti del nostro territorio hanno riferito di aver dovuto superare iter molto più complessi prima di vedere le proprie opere esposte in spazi pubblici torinesi.

Rispetto per i simboli storici della città, procedure rigorose e uniformi senza eccessivi ambiti di discrezionalità: queste le mie richieste alla Giunta, discutendo poco fa in Consiglio Comunale la mia interpellanza sul progetto “Torèt Toh” dell’artista Nicola Russo. Volutamente, sia nella stesura della mia interpellanza sia nella sua discussione in Sala Rossa, non sono entrato nel merito della qualità artistica delle tre opere che, da qualche settimana, sono esposte in piazzale Valdo Fusi, in via Bertola 35 e in via Lagrange 31 a Torino. Ho invece sottolineato come questi tre Torèt “oversize” rappresentino una scelta precisa nella rappresentazione di uno dei simboli della nostra città.

A maggior ragione se la componente simbolica è rilevante, la costruzione dell’iter che porta all’esposizione di un’opera d’arte dovrebbe essere rigorosa e scrupolosa. L’ambito di discrezione della Giunta (che in questo caso ha approvato il progetto senza alcun particolare passaggio tecnico) dovrebbe essere quanto più possibile limitato. Anche alla luce della condivisibile e meritoria finalità di beneficenza dell’operazione, per il progetto Toh non è stato necessario alcun concorso di idee, né alcuna valutazione da parte di una Commissione preposta; altri artisti torinesi hanno dovuto affrontare iter molto più complessi prima di vedere una propria opera esposta in uno spazio cittadino (e di godere quindi del ritorno in termini di visibilità che questo comporta).

Prendiamo atto: sappiamo noi e sanno gli artisti torinesi, da oggi, che esiste anche questa modalità con la quale un artista può presentare alla Città le proprie opere, a patto che il ricavato sia donato in beneficenza e che l’esposizione dei manufatti sia temporanea. Ci aspettiamo, a questo punto, uniformità di trattamento per tutti.

Ora Appendino e Rolando facciano ricomparire i fondi che le due chiese Gesù Redentore e Santi Pietro e Paolo Apostoli ancora attendono

Risulta attualmente scomparso dal Bilancio cittadino un quinto delle risorse ex LR 15-1989 spettanti, a saldo, ai due edifici di culto, situati rispettivamente in piazza Giovanni XXIII (Mirafiori Nord) e in via Saluzzo 25 (San Salvario): la Giunta ha appena garantito, rispondendo poco fa in Sala Rossa alla mia interpellanza sul tema, che i fondi saranno nuovamente stanziati. Vigileremo con attenzione massima. I due parroci hanno effettuato interventi credendo di poter contare su una certa cifra a rimborso, ma attualmente le risorse finanziarie per il saldo dell’ultimo quinto della spesa, semplicemente, non esistono. La Giunta Appendino ha tagliato le risorse di questo capitolo anno dopo anno fino ad arrivare a zero, nonostante continue promesse.

Rispettivamente, 9mila euro e 5mila euro ex LR 15-1989: è quanto stanno ancora aspettando le chiese torinesi di Gesù Redentore (piazza Giovanni XXIII, Mirafiori Nord) e dei Santi Pietro e Paolo Apostoli (via Saluzzo 25, San Salvario). Le cifre, letteralmente sparite dal Bilancio cittadino, corrispondono al saldo finale, pari al 20%, dei fondi allocati dal Comune a dicembre 2017, dopo l’anticipo di 36mila e 20mila euro correttamente erogato a fine 2019, per interventi di manutenzione e per l’adeguamento ai requisiti di accessibilità.

Rispondendo, poco fa, alla mia interpellanza sul tema, l’Assessore Rolando ha garantito che i fondi saranno nuovamente allocati. Mi assicurerò che ciò avvenga e che avvenga in tempi brevi. Parliamo di cifre assolutamente rilevanti nell’ambito del bilancio annuale di una chiesa cittadina, soprattutto in tempi di dura crisi. I due parroci hanno effettuato opere presso le due chiese nella sicurezza di poter contare su questi rimborsi e prima di scoprire che un quinto della cifra non è più disponibile.

Per questa Sindaca e per questa Giunta, evidentemente, non bastavano i ripetuti tagli delle risorse, limitate anno dopo anno fino ad arrivare a zero: siamo arrivati addirittura ai fondi prima allocati e poi fatti sparire. Mi aspetto che siano erogate quanto prima le somme dovute.

La Legge Regionale 7 marzo 1989 n. 15 riconosce l’opportunità per tutti i Comuni della Regione di destinare risorse finanziarie per la manutenzione e per l’adeguamento ai requisiti di accessibilità di tutti gli edifici di culto di tutte le confessioni religiose. Gli edifici di culto richiedenti si trovano, in molti casi, nei quartieri periferici e semi periferici della città.

Sul tema dei fondi ex LR 15-1989 mi sono impegnato in questi anni con diversi atti in Consiglio, proprio per mettere in luce le contraddizioni dell’Amministrazione Appendino ed evidenziare la scarsa attenzione posta al tema. Tra dicembre 2018 e marzo 2019 ho presentato e discusso in Sala Rossa due interpellanze per chiedere le ragioni della progressiva riduzione dell’importo annuale stanziato per gli interventi ex L.R. n. 15/1989, fino ad arrivare, nonostante continue rassicurazioni e promesse, all’azzeramento per il 2018 e per il 2019.

Parcheggio di interscambio in piazza Bengasi: auto posteggiate poche, rifiuti abbandonati tanti

Pochi mezzi in sosta, meno di 40 abbonamenti venduti e un incasso medio quotidiano che non supera i 50 euro: dati e cifre che danno la dimensione del clamoroso insuccesso di questa sperimentazione, l’ennesimo della Giunta Appendino. In compenso, alcuni incivili stanno trasformando l’area in una discarica a cielo aperto. Con un’interpellanza appena discussa in Sala Rossa, ho chiesto soluzioni immediate.

Un veicolo in sosta ogni molti stalli inutilizzati (sono in totale 400, delimitati da strisce blu), un incasso quotidiano da poche decine di euro, abbonamenti venduti nello stesso ordine di grandezza: numeri oggettivamente risibili, che danno la dimensione dell’ennesimo insuccesso della Giunta Appendino. Il parcheggio di interscambio di piazza Bengasi proprio non funziona. In compenso, qualcuno sta cominciando a utilizzarlo come discarica abusiva.

Ho chiesto alla Giunta, discutendo poco fa la mia interpellanza sul tema, soluzioni urgenti. La sola crisi pandemica non basta a spiegare un insuccesso di queste proporzioni. Urge una nuova politica tariffaria. Fondamentale garantire la possibilità, al momento preclusa, di acquistare titoli per soste di un giorno o di mezza giornata.

Se l’obiettivo, condivisibile, è indurre i cittadini a utilizzare i mezzi pubblici per raggiungere il centro città, bisogna incentivarli a farlo. La mancanza di alternative alla tariffa oraria (1 euro ogni 60 minuti) o all’abbonamento almeno settimanale ha portato al disastro: inevitabile che chi arriva a Torino per una sola giornata di soggiorno o lavoro il più delle volte scelga di raggiungere il centro in macchina, rinunciando a posteggiare e utilizzare la metropolitana o i mezzi pubblici.

Queste settimane di basso traffico, tra onda lunga pandemica e fisiologico calo stagionale della mobilità cittadina, non sono utili nemmeno come sperimentazione. Ci troviamo di fronte all’ennesimo risultato negativo di questa Amministrazione.

INTERPELLANZA – Metro in piazza Bengasi: un parcheggio di interscambio…senza scambio

PREMESSO CHE

– l’arrivo della linea 1 della Metro in piazza Bengasi, a cui si lega inscindibilmente il tema del parcheggio e dell’interscambio che ne dovrebbe derivare, ha messo “in luce molte ombre”;

RILEVATO CHE

– nel corso di una Commissione consiliare svolta nei primi mesi dell’anno era stato annunciato un periodo di sperimentazione per il parcheggio in oggetto;

– nelle slide fornite da GTT si parlava di “creazione di una prima vera area di interscambio in area urbana” e nell’attesa della “realizzazione fisica della struttura di interscambio, si vuole utilizzare tale occasione, per introdurre in via sperimentale dal punto di vista commerciale, un vero TITOLO INTEGRATO PARCHEGGIO E TRASPORTO PUBBLICO che, al termine della sperimentazione, possa diventare un modello anche per altre realtà”. Le successive slide non riportavano proposte commerciali per i titoli integrati giornalieri/carnet da 10 voucher/carnet a ore ma solo ipotesi di abbonamenti settimanali/mensili/trimestrali/annuali;

CONSIDERATO CHE

– pur risultando innegabili le difficoltà del periodo che stiamo attraversando (in cui ancora molti lavoratori fruiscono del lavoro a distanza) non pare di dover tacere rispetto al quotidiano inutilizzo del parcheggio di piazza Bengasi e delle conseguenti inefficienze;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quale sia (o sia stato) il periodo previsto per la sperimentazione di cui si faceva cenno nella Commissione consiliare e nelle slide di GTT;
  2. quali siano i risultati ottenuti dalla sperimentazione;
  3. se l’Amministrazione sia soddisfatta per questo primo periodo di apertura del parcheggio di piazza Bengasi (e stazione Metro), sia in termini di fruizione da parte degli automobilisti sia per gli incassi derivanti dal pagamento della zona blu;
  4. quale sia l’importo incassato per il pagamento della zona blu di piazza Bengasi in questo primo periodo di apertura (totale del periodo e media giornaliera);
  5. se l’Amministrazione sia intenzionata a valutare moderazioni del prezzo della sosta o frazionamenti giornalieri (ad esempio, divisione in orario mattutino e orario pomeridiano e applicazione di una tariffa forfettaria identica per ciascuna di esse);
  6. quali altre considerazioni e valutazioni stia svolgendo l’Amministrazione per stimolare il reale utilizzo integrato del parcheggio di piazza Bengasi e della Metro (sia dal punto di vista tariffario sia sotto ogni altro profilo).

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Non può essere vero ma se fosse vero sarebbe un po’ come “rubare” in chiesa

PREMESSO CHE

– la Legge Regionale 7 marzo 1989 n. 15 reca “Individuazione negli strumenti urbanistici generali di aree destinate ad attrezzature religiose – Utilizzo da parte dei Comuni del fondo derivante dagli oneri di urbanizzazione;

– con tale espressione del potere normativo regionale è stata riconosciuta l’opportunità per tutti i Comuni della Regione di destinare risorse finanziarie per la manutenzione e per l’adeguamento ai requisiti di accessibilità di tutti gli edifici di culto di tutte le confessioni religiose;

– gli interventi hanno consentito di svolgere una regolare manutenzione, messa in sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche per gli edifici di culto richiedenti che, nella maggioranza dei casi, si trovano nei quartieri periferici e semiperiferici della Città, consentendo in tal modo ai cittadini di professare liberamente la propria fede in condizioni di sicurezza e accessibilità;

– sul tema lo scrivente ha già presentato alcuni atti proprio per mettere in luce le contraddizioni dell’Amministrazione Appendino e per rendere esplicita la scarsa attenzione posta al tema oggetto della L. R. n. 15/1989;

– in data 13 novembre 2018 lo scrivente presentò un’interpellanza (mecc. n. 2018 05311 recante oggetto: “Se domandare è lecito, azzerare che cos’è? Perché l’Amministrazione è contraria alla manutenzione degli edifici di culto di periferia?”) per domandare all’Amministrazione le ragioni della progressiva riduzione dell’importo annuale stanziato per gli interventi ex L.R. n. 15/1989, fino ad arrivare all’azzeramento previsto per il 2018;

– nel corso del Consiglio Comunale del 21 gennaio 2019 il Vice Sindaca riferì che “Relativamente all’annualità 2018, pur dando atto di un trend in leggera diminuzione rispetto ad annualità precedenti, l’Amministrazione, compatibilmente con le esigenze di equilibrio di bilancio, ha destinato in apposito capitolo del bilancio 2018, uno stanziamento di € 300.000,00 che ha trovato copertura finanziaria attraverso l’introito degli incassi degli oneri di urbanizzazione. Attualmente è in corso di approvazione il provvedimento deliberativo di approvazione del programma, sulla base delle domande pervenute e della relativa spesa confermata nell’importo di € 300.000”;

– in antitesi rispetto a quanto riferito in Aula dal Vice Sindaca, la Giunta successivamente decise di non destinare fondi per l’anno 2018 per il capitolo di bilancio ex L.R. n. 15/1989;

– lo scrivente ripropose il tema con un’interpellanza (mecc. 2019 00755 recante oggetto: “Domandare è lecito, mentire è ‘peccato’, azzerare è diabolico”) presentata il 1° marzo 2019: in sede di discussione in Consiglio Comunale il 18 marzo 2019 il Vice Sindaca concludeva l’intervento dichiarando che “.m’impegno, ci impegniamo, a rimettere a bilancio ’19 € 400.000”;

– come da esito ad istanza di accesso atti presentata dallo scrivente, risultava che anche per l’esercizio 2019 questa Amministrazione non abbia destinato fondi per il capitolo di bilancio in oggetto: pertanto non è stato possibile procedere all’erogazione dei contributi per gli 8 interventi relativi al 2019 né si è potuta dare soddisfazione alle 14 richieste avanzate nel 2018;

– in data 14 febbraio 2020 lo scrivente ripropose il tema con una terza interpellanza (mecc. 2020 00664 recante oggetto: “Di questa inescusabile perseveranza”), in sede di discussione in Consiglio Comunale il 14 aprile 2020 l’Assessore Iaria dichiarava che “Come giustamente ha indicato nelle richieste dell’interpellanza il Consigliere Magliano giustamente cita la previsione al bilancio di 400.000 euro per gli edifici di culto. Questa previsione al bilancio purtroppo in questi anni non si è riuscita, come dire, a realizzare, invece quest’anno stiamo cercando con molti sforzi di portarla al termine seguendo anche tutto l’iter concordato con i proponenti dei progetti, quindi noi abbiamo già trovato per quest’anno, tramite oneri, 200.000 euro per avviare la prima serie di lavori, intendiamo appunto avviare, emergenza Covid permettendo, ma pensiamo di riuscire a farlo lo stesso, altri 200.000 euro fra pochi mesi, quindi noi abbiamo già identificato diciamo due tranches, una da 200.000 euro a cui abbiamo già trovato le risorse di bilancio e altri 200.000 euro li troveremo in corso d’anno. Quindi noi seguiremo chiaramente l’iter concordato con gli Edifici, con, diciamo, i rappresentanti degli Edifici di Culto per seguire anche un elenco di priorità. Chiaramente noi abbiamo pienamente concordato tutto questo con gli Uffici in modo da poter avviare al più presto questo tipo di […] quindi la delibera sarà a breve portata in Giunta per l’approvazione e quindi si comincerà il percorso che farà partire i primi progetti sempre scelti dall’elenco di priorità concordate con gli Enti.”;

RILEVATO CHE

– lo scrivente è recentemente venuto a conoscenza del fatto che vi sarebbero “criticità” con riferimento ad alcuni interventi eseguiti nell’annualità 2017: sarebbe stato versato l’anticipo ma, ad oggi, mancherebbe ancora il versamento del saldo;

– si tratterebbe della situazione della Chiesa di Gesù Redentore (piazza Giovanni XXIII) che aveva un contributo concesso per l’anno 2017 (determina 2017 06733/061 in data 29/12/2017) per € 45.000 a cui ha fatto fronte un’erogazione dell’80% (determina 2019 749421/061 in data 31/12/2019) per € 36.000 e conseguente richiesta di saldo del restante 20% sospesa per mancanza di disponibilità e della Chiesa San Pietro e Paolo Apostoli (via Saluzzo 25) che aveva un contributo concesso per l’anno 2017 (determina 2017 06733/061 in data 29/12/2017) per € 25.000 a cui ha fatto fronte un’erogazione dell’80% (determina 2019 63164/061 in data 3/06/2019) per € 20.000 e conseguente richiesta di saldo del restante 20% sospesa per mancanza di disponibilità;

CONSIDERATO CHE

– i molteplici cambi di direzione e le frequenti distrazioni dimostrate dall’Amministrazione rispetto al tema in oggetto hanno portato le Comunità religiose non già a smarrire la necessità ma certamente la fiducia stessa in questa Amministrazione, che promette solo per rispondere alle interpellanze dello scrivente ma poi taglia quando è ora di sostenere le necessità erogando i necessari contributi;

INTERPELLA

  1. per quali motivi non risultino più presenti a bilancio i fondi necessari a saldare i due interventi sopra citati e riferiti a progetti del 2017;
  2. in quale altro modo siano stati utilizzati quei fondi dall’Amministrazione;
  3. se ed entro quale limite temporale l’Amministrazione intenda impegnarsi a reperire quei fondi e ad erogare gli importi a titolo di saldo alle due Chiese sopra citate;
  4. quale sia la situazione dei progetti ex L. R n. 15-1989 per le annualità 2020 e 2021 e quali gli importi iscritti a bilancio (per i medesimi esercizi).

Silvio Magliano