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Autore: Redazione sito

Riqualificazione Combi: ci sarà spazio anche per le esigenze di disabilità e fragilità?

L’idea è realizzare nell’area un centro sportivo universitario: la mia richiesta è che si realizzino anche opere di utilità socio assistenziale (la Residenza Buon Riposo sorge nelle vicinanze) e che si intervenga parallelamente su corso Unione Sovietica 220/D: ho presentato un’interpellanza sul tema in Consiglio Comunale.

Enti sportivi, strutture universitarie, la Città della Salute (ex IRV), uffici comunali del Servizio disabilità e la Residenza Buon Riposo: sono tante le realtà che insistono tra via Filadelfia, corso Unione Sovietica, via San Marino e corso Agnelli. Apprendiamo dalla stampa cittadina dell’intenzione, da parte dell’Amministrazione Civica, di realizzare nell’area ex Combi, e in particolare negli spazi centrali attualmente dismessi e non utilizzati, un centro a vocazione sportiva e universitaria. A questo proposito, con un’interpellanza sul tema, farò qualche domanda alla Giunta. In particolare, domanderò se sia in previsione anche la realizzazione di opere di utilità per l’ambito socio assistenziale (dal momento che nei pressi dell’area si trova la Residenza di via San Marino 10) e chiederò garanzie in merito alla necessità di intervenire, in maniera prodromica o in parallelo, sulla struttura di corso Unione Sovietica 220/D, sede di uffici comunali (urgono un parcheggio di ampiezza adeguata, una recinzione e la ristrutturazione del basso fabbricato in corrispondenza con la Scuola di Management ESCP Business School). Nella delibera “Protocollo di intesa per la riqualificazione dell’area ex Combi tra Città, Università degli Studi e Politecnico di Torino” è espressa l’intenzione di tenere conto delle necessità di tutte le realtà esistenti in zona: mi aspetto che si faccia seguito a queste intenzioni teoriche non dimenticando nella pratica le esigenze della disabilità e della fragilità. Chiederò inoltre alla Giunta se sia o meno esclusa, in futuro, l’ipotesi di una cessione dell’area a privati.

San Mauro sott’acqua, Giunta inadeguata: dimissioni

Totale fallimento nella gestione dell’emergenza da parte di Sindaco e Giunta: all’indomani della quarta esondazione in trenta giorni, le Minoranze chiedano un passo indietro dei responsabili. Stato d’allerta chiesto troppo tardi, carenze storiche nella pulizia degli alvei.

Quarta esondazione in un mese del Rio Sant’Anna a San Mauro: l’acqua ha nuovamente sommerso l’area circostante il Condominio Green River. Ecco cosa succede con un’Amministrazione incapace di gestire la situazione. Bisognava pulire gli alvei nel corso degli anni e, già la scorsa settimana, aggiornare tempestivamente i residenti del pericolo. Operazioni minime e dovute, a maggior ragione da parte di una Giunta che ha sempre fatto, a parole, della tutela e della cura dell’ambiente i propri cavalli di battaglia. Questa mattina in Consiglio Regionale ho chiesto le comunicazioni sul tema proprio nella speranza di un impegno diretto sul tema della Regione Piemonte: mi sono state respinte.

Le previsioni per le prossime ore e per i prossimi giorni dicono ancora maltempo e pioggia. Auspico forti prese di posizione da parte delle Minoranze in Consiglio e la richiesta delle dimissioni dei responsabili. Se le Politiche Ambientali sono competenza dell’Assessora Nigrogno, le Politiche di Salvaguardia e Protezione Ambientale sono in capo allo stesso Sindaco Bongiovanni.

Il Sindaco avrebbe dovuto intervenire da subito con la pulizia e con lavori di stombatura: le soluzioni-tampone non bastano. Da sanmaurese, la mia assoluta solidarietà va alle famiglie coinvolte, alle quali esprimo tutta la mia vicinanza per la paura e per il danno economico subito. I cittadini di San Mauro meritano un’Amministrazione che, invece di limitarsi a fare le passerelle sul posto (nella persona del Sindaco), abbia piuttosto la lucidità di chiedere per tempo il sostegno di chi ha mezzi, competenza e qualifiche per intervenire efficacemente.

QUESTION TIME – Contributi regionali a sostegno degli studenti fuori sede iscritti alle università piemontesi per il pagamento del canone di affitto in questo periodo di chiusura delle università a seguito dell’emergenza COVID-19 e relative conseguenze

Premesso che:

• al fine di evitare la diffusione della pandemia da Covid-19 sono state predisposte misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica, applicabili sull’intero territorio nazionale;
• con D.L. 23 Febbraio 2020 n. 6, convertito con modificazioni dalla Legge 5 Marzo 2020 n. 13 (G.U. 9/03/2020, n. 61), all’art. 1 comma 2 lett. d) è stata stabilita la “sospensione del funzionamento dei servizi educativi dell’infanzia, delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione e degli istituti di formazione superiore, compresa quella universitaria, salvo le attività formative svolte a distanza”;
• la normativa sopra citata è stata successivamente abrogata dal D.L. del 25 Marzo 2020 n. 19, il quale all’art. 1 comma 2 lett. p) ha previsto la “sospensione dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e delle attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado, nonché delle istituzioni di formazione superiore, comprese le università e le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, o di altri analoghi corsi, attività formative o prove di esame, ferma la possibilità del loro svolgimento di attività in modalità a distanza”;
• il D.P.C.M. del 17 Maggio 2020 “Disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19” (GU n. 126 del 17-5-2020), il quale ha sostituito
il precedente D.P.C.M. del 26 Aprile 2020 e le cui disposizioni avranno applicazione dal 18 Maggio sino al 14 Giugno 2020, all’art.1 comma 1 lett. q) ha confermato quanto fissato dalla precedente normativa stabilendo che “sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’art. 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività didattiche in presenza
nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza”.

Constatato che:

• ad oggi non sono ancora state indicate tempistiche e modalità certe relative alla riapertura delle università.

Rilevato che:

• sono molti gli studenti universitari fuori sede che, a seguito della sospensione delle lezioni, hanno lasciato le città in cui studiavano per tornare dalle loro famiglie;
• tali studenti, sulla base dei recenti decreti ministeriali vietanti lo spostamento tra le diverse Regioni italiane, non hanno potuto far ritorno ed utilizzare l’immobile affittato, pur restando obbligati al pagamento del canone di locazione.

Considerato che:

• vista la sospensione delle lezioni, gli studenti universitari fuori sede non hanno al momento alcuna utilità nell’utilizzare l’alloggio preso in locazione;
• il contratto di locazione resta valido ed efficace poiché l’immobile è di fatto agibile ed utilizzabile, lo studente non potrà dunque sospendere o autoridurre il canone;
• la Regione Umbria ha predisposto la concessione di contributi per il pagamento del canone di affitto a supporto degli studenti fuori sede iscritti per l’a.a. 2019/2020 alle università e agli istituti superiori di grado universitario con sede legale e operativa in Umbria, le cui famiglie si trovano in situazioni di difficoltà nel dover sostenere i costi degli affitti degli alloggi a causa delle misure di contenimento epidemiologico assunte a livello nazionale;
• gli studenti fuori sede iscritti alle università piemontesi rappresentano un consistente introito commerciale in grado di generare un rilevante beneficio economico per la Regione, fondamentale in questo momento di grave crisi economica;

Interroga l’Assessore

per sapere se la Regione intenda prevedere contributi ad hoc a sostegno degli studenti fuori sede iscritti alle università piemontesi, i quali hanno pagato e restano obbligati al versamento del canone di locazione nonostante la chiusura delle università disposta a seguito dell’emergenza COVID-19, al fine di agevolarne il ritorno in Piemonte e favorire così l’economia del territorio piemontese.

Interpellanza generale sull’AD Foti: la Giunta dà la peggiore risposta possibile

Cinque Stelle alfieri della trasparenza e del contenimento dei costi? Non più. Che cosa sarebbe successo se una vicenda come quella discussa oggi in Consiglio con un’interpellanza generale si fosse verificata quando Appendino non era la Sindaca, ma una battagliera Consigliera di opposizione? Domanda retorica, risposta superflua: il finimondo.

Citare il COVID-19 e utilizzare l’emergenza epidemiologica per giustificare l’indifendibile – come ha provato a fare a verbale l’Assessora Lapietra, parlando di scelta fortunata a posteriori – è stata una caduta di stile che non voglio neanche commentare. Abbiamo toccato il fondo: sarebbe stato difficile dare a verbale una risposta peggiore. Che le parcelle per il rilascio dei pareri legali del 2018 e del 2019, riguardanti Foti personalmente, siano state pagate dall’Azienda è un altro fatto gravissimo. Ho chiesto alla Giunta una presa di posizione forte e coerente: GTT faccia a meno di Foti, lo stesso che parlò, lo scorso febbraio, di “Manutenzione prevista” in occasione dell’episodio del padre costretto a prendere in braccio la figlia con disabilità perché l’ascensore della fermata Vinzaglio della Metropolitana non era funzionante.

INTERPELLANZA – Strada Lucento: un’altra periferia dimenticata dall’Amministrazione

PREMESSO CHE

  • lo scrivente ha recentemente ricevuto numerose segnalazioni da parte di cittadini residenti nel quartiere Madonna di Campagna (Circoscrizione V) aventi ad oggetto lo stato di degrado e abbandono che caratterizza l’area compresa tra corso Lombardia, via Terni, via Lucca e strada Lucento, con particolare accento alla situazione di quest’ultimo sedime;

RILEVATO CHE

  • strada Lucento, nel tratto compreso tra via Lucca e via Terni, si trova all’interno di un’area di cui era prevista, in base ad un Piano Esecutivo Convenzionato realizzato nel 2010, un’ampia trasformazione per servizi;
  • il tratto di strada Lucento in oggetto è chiuso al transito veicolare, decisione assunta nel 2014 per evitare il versamento di rifiuti all’interno: ciò è stato evitato solo in parte poichè ad oggi si trovano ancora fiorenti accatastamenti di rifiuti di vario genere;
  • inoltre, i cittadini residenti nelle vicinanze lamentano la presenza di spacciatori nelle ore serali e notturne, di consumatori di stupefacenti e di senza tetto che entrano nella via per trovare adeguato rifugio;

CONSIDERATO CHE

  • nonostante il Piano Esecutivo Convenzionato sia datato 2010, ad oggi non si scorge alcun segnale di avvio dei lavori né di risistemazione dell’area che, tra l’altro, prevedeva la creazione di una nuova strada (via Cuniberti) che avrebbe tagliato da nord a sud l’area in oggetto, collegando piazza Nazario Sauro a largo Cuniberti;
  • ciò che quotidianamente vivono e subiscono i cittadini è invece una triste situazione di degrado causato dal copioso abbandono di rifiuti e di profonda illegalità e insicurezza derivante dallo spaccio di stupefacenti;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione abbia un progetto per la risistemazione dell’area in oggetto e se siano state riavviate interlocuzioni con la proprietà o con altre realtà imprenditoriali interessate alla realizzazione del PEC (con eventuali aggiornamenti);
  2. se l’Amministrazione intenda predisporre una pulizia straordinaria del tratto di strada Lucento chiuso al traffico per la rimozione dei rifiuti e se, nell’attesa della risistemazione dell’area, si intenda predisporre un sistema di chiusura che ne impedisca anche l’accesso pedonale;
  3. se l’area sia già attenzionata dalla Polizia Municipale, se e quali controlli vengano svolti e quali gli esiti da riferire in merito alla tutela del decoro urbano e in tema di sicurezza urbana.

Silvio Magliano