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Autore: Redazione sito

Myanmar verso la catastrofe umanitaria, anche il Piemonte faccia sentire la propria voce

Oltre cento giorni di crisi durissima, violenza e repressione, quasi 800 morti dal golpe dello scorso 1° febbraio, la prospettiva di un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita per la popolazione, con milioni di persone che rischiano di essere ridotte alla fame: di fronte a tutto questo, anche le Istituzioni locali dei Paesi europei devono far sentire la propria voce. Il Piemonte non faccia eccezione: con un Ordine del Giorno, chiedo al Consiglio Regionale di prendere una ferma posizione di condanna.

È necessaria una condanna globale nei confronti di quanto sta accadendo in Myanmar/Birmania dallo scorso 1° febbraio, data del golpe da parte dell’esercito. Questa condanna deve coinvolgere anche le Istituzioni locali dei Paesi europei. A partire dalla Regione Piemonte: ho presentato in Consiglio Regionale un Ordine del Giorno per chiedere da parte della Giunta e del Presidente Cirio non solo una ferma condanna nei confronti del colpo di stato, ma anche l’esplicita richiesta di fermare ogni forma di repressione contro i cittadini, di rilasciare i manifestanti arrestati, di revocare ogni forma di blocco delle comunicazioni e delle connettività e di garantire il pieno accesso al Myanmar/Birmania per gli osservatori internazionali.

Lo scorso 1° febbraio in Birmania/Myanmar si sarebbe dovuto insediare il Parlamento eletto con le elezioni generali dell’8 novembre 2020, vinte dalla Lega Nazionale per la Democrazia (LND, 83,6% dei seggi). La mattina stessa il Tatmadaw (esercito birmano), guidato dal comandante in capo generale Min Aung Hlaing, ha estromesso, con un colpo di Stato, il Governo, proclamando lo stato di emergenza per un anno. Il Parlamento, la magistratura e le istituzioni civili sono state sottoposte a un controllo militare diretto. Da quel momento, sono iniziate per il Myanmar/Birmania settimane di violenza e crisi terribili. Si allunga quotidianamente la lista dei cittadini, dei manifestanti, degli intellettuali uccisi, imprigionati o torturati. Sono quasi 800 i civili uccisi in oltre 100 giorni di crisi: nonostante la violenza, le proteste continuano. 

Interi settori dell’economia sono paralizzati. Le tensioni e gli scontri tra esercito e diversi gruppi etnici si sono intensificati. In molte zone del Paese manca tutto: lavoro, medicine, cibo. Il rischio è l’esplosione di una terribile crisi alimentare, nelle prossime settimane, nelle zone più vulnerabili e povere del Paese. A rischiare la fame sarebbero milioni di persone. L’inflazione cresce a ritmi preoccupanti. L’interruzione dei flussi bancari ha accresciuto il pericolo per la popolazione di sprofondare nella miseria: le rimesse inviate dalla diaspora di 4 milioni di birmani all’estero costituiscono infatti un introito irrinunciabile per milioni di persone. Il golpe potrebbe condurre rapidamente verso il collasso dello Stato birmano. Nel frattempo, il Tatmadaw sta bombardando territori abitati da popolazioni Kachin e Karen. Di fronte a tutto questo, la Regione Piemonte deve far sentire la propria voce e prendere esplicitamente e ufficialmente posizione. Auspico dunque che i colleghi Consiglieri votino a favore del mio atto.

La mia richiesta in Regione: screening gratuiti per la malattia di Chagas

Con i flussi migratori questa parassitosi originaria ed endemica in America Latina, in alcuni casi mortale, è da anni presente anche in Italia: la sua trasmissibilità materno-fetale rende a maggior ragione fondamentale la diagnosi precoce, volta a prevenire la trasmissione e a curare i neonati colpiti. Il tasso di guarigione a seguito del trattamento si avvicina al 100% nei primissimi anni di età, per poi ridursi sensibilmente nelle età successive. Sul tema, ho presentato un Ordine del Giorno in Consiglio Regionale per chiedere che il Piemonte segua l’esempio di Toscana e Lombardia introducendo per questa malattia screening gratuiti nei propri protocolli sanitari. 

Si introduca nei protocolli sanitari del Sistema Sanitario Regionale lo screening gratuito per la malattia di Chagas: lo chiedo alla Giunta Regionale con un Ordine del Giorno che ho depositato a Palazzo Lascaris. A causa dei movimenti migratori della popolazione latinoamericana verso altri continenti, la malattia di Chagas è comparsa anche in aree non endemiche, tra le quali diversi Paesi europei, Italia compresa. Altre Regioni (Toscana, Lombardia) si sono già mosse nella direzione di un’azione di prevenzione e screening della malattia di Chagas.   
Se la malattia di Chagas è spesso asintomatica nella prima fase e nella fase latente successiva (della durata di anni), circa il 30% delle persone infette sviluppa in seguito complicazioni debilitanti quali la cardiopatia di Chagas e disfunzioni del tratto gastrointestinale. La causa più comune di morte legata al Chagas negli adulti è lo scompenso cardiaco. Si stima che circa 8 milioni di persone siano colpite da questa parassitosi, con più di 10 mila morti ogni anno.  

L’Italia è, a livello europeo, il secondo Paese per popolazione di origine latinoamericana. Sono circa 400mila le persone di origine latinoamericana residenti nel nostro Paese; i residenti in Piemonte di origine latinoamericana sono circa 25mila. Anche in una fase di pandemia come quella che stiamo vivendo è fondamentale mantenere alta l’attenzione sulle patologie diverse dal Covid, malattia di Chagas compresa.

Non si abbandoni e non si trasferisca il Liceo Erba

Mi associo all’appello e faccio mie le parole di Gian Mesturino, Presidente e Direttore Artistico della Fondazione Teatro Nuovo, appena intervenuto in Commissione in Consiglio Regionale: il Liceo Erba deve rimanere a Torino e nell’attuale sede.

Il Liceo Coreutico, scuola paritaria, è un’eccellenza e un vanto per il nostro territorio, fin dal tempo della sua fondazione (nacque nel 1995, primo e all’epoca unico nel nostro Paese). L’attuale incertezza sulla collocazione della sede è una situazione che non possiamo accettare. Anche la Regione deve fare la sua parte, sostenendo il Liceo, con i suoi docenti, i suoi studenti e la sua storia. Nessuna delle ipotesi attualmente al vaglio per la nuova sede è percorribile: parliamo di strutture inadeguate, per le quali sarebbero necessari interventi costosi. Non possiamo permettere che il Liceo Erba sparisca o sia ridimensionato nel nome dell’efficientamento economico e della miopia delle Istituzioni.

Vigili del Fuoco all’Aeroporto di Collegno: Assessore Gabusi, se ci sei batti un colpo

Il mio Ordine del Giorno approvato all’unanimità lo scorso mese, che impegnava la Giunta a farsi parte diligente per garantire il trasferimento del Reparto Volo da Caselle a strada della Berlia, è ancora lettera morta: il Ministero sta per prendere la propria decisione e la volontà del Consiglio non deve essere ignorata. Ho chiesto, sul tema, un’informativa alla Giunta.

C’è un Ordine del Giorno, da me presentato e approvato con voto unanime dal Consiglio Regionale, che impegna la Giunta Cirio a farsi parte diligente affinché il Campo Volo dei Vigili del Fuoco sia trasferito da Caselle a Collegno: non c’è invece, o per lo meno a oggi non si è visto, l’impegno della Giunta, alla quale ho chiesto questa mattina un’informativa e un aggiornamento. Non ci risultano interlocuzioni né con il Ministero né con gli stessi Vigili del Fuoco per arrivare al risultato. Lo stesso Ministero potrebbe prendere una decisione nelle prossime ore e vogliamo scongiurare qualsiasi scenario nel quale la volontà del Consiglio Regionale, che è sovrano, sia ignorata. Ci aggiorni l’Assessore Gabusi sull’attività svolta dall’approvazione del mio atto a oggi e si metta in azione o acceleri sensibilmente il ritmo del proprio lavoro per evitare di venir meno agli impegni presi dal Consiglio. Realizzare a Collegno la sede dei Vigili del Fuoco è per noi la soluzione giusta. Il progetto sarebbe utilissimo anche per i nostri AIB e potenzierebbe ulteriormente il nostro già blasonato sistema di controllo e di intervento sugli incendi e sulle calamità naturali. L’aeroporto di strada della Berlia garantirebbe una più efficace operatività. Se realizzata a Caselle, l’ampliamento occuperebbe l’ultimo spazio di possibile ampliamento per le infrastrutture dedicate al traffico passeggeri.

Cirio come Appendino: anche il servizio radar di Caselle prende la strada di Milano mentre la Giunta sta a guardare

Liquidato il mio Question Time sul tema con una stringata risposta di sette righe: non è così che si affronta una questione di tale serietà, che ha a che fare con la vita e con il futuro di 37 lavoratori, con l’operatività dello scalo torinese e con la sua storia. Non ci consola sapere, come sottolineato dall’Assessore Tronzano, che altri grandi aeroporti italiani abbiano già fatto questa scelta. Anche in assenza di deleghe specifiche, la politica non deve rinunciare a far sentire la propria voce: se la Giunta tiene davvero al nostro territorio, si faccia sentire. Mi auguro che l’atto che ho presentato sia di stimolo per un’azione più incisiva: l’argomento deve entrare nei “radar” della politica piemontese.

Torino e il Piemonte rischiano di perdere un altro “pezzo” a favore di Milano: il servizio di controllo avvicinamento radar di Caselle. E la politica? Al momento, sta a guardare. Da questo punto di vista, l’affinità tra Cirio e Appendino è totale. La risposta della Giunta al mio Question Time sul tema appena discusso in Consiglio Regionale, lungi dal tranquillizzarci, fa aumentare la preoccupazione in merito alla prospettiva di un trasferimento del servizio da Caselle a Linate. Mi auguro che la discussione del mio atto possa essere di stimolo per un’azione molto più incisiva da parte della politica piemontese, a tutti i livelli.

Resto allibito nel ricevere sette striminzite righe di replica a fronte di una questione così importante, che coinvolge la vita e il futuro lavorativo di 37 professionisti e la stessa operatività dell’aeroporto di Caselle, presso il quale il servizio è attivo dagli anni ’70. Non ci bastano le “ampie rassicurazioni” fornite da Enav sul fatto che l’importanza dello scalo torinese resterà intatta, né che il trasferimento sia “esclusivamente finalizzato a migliorare le capacità ricettive” e che “tutti i maggiori scali italiani abbiano già fatto questa scelta”, come riferito dalla Giunta a verbale.

La politica non può limitarsi al ruolo di muta comparsa: pur, come in questo caso, in assenza di una delega specifica, mi aspetto che faccia la sua parte e che faccia sentire la propria voce. Cirio e Appendino dimostrino con il loro impegno che tengono a difendere questo servizio. Un’eventuale spostamento del servizio a Linate non sarebbe privo di conseguenze dal punto di vista della gestione operativa. Impatterebbe inoltre in maniera pesante sulla vita personale e professionale dei lavoratori coinvolti. Altri scali come Ronchi dei Legionari, Verona, Bari e Lamezia stanno già facendo emergere criticità. Né si possono dimenticare le ricadute su un territorio che da sempre non fa mancare il proprio contributo al comparto. Il servizio di controllo avvicinamento radar deve rimanere a Caselle. L’intenzione di centralizzare tutte le attività sui Centri di Controllo d’Area (ACC) di Roma e Milano è stata confermata dai vertici di Enav lo scorso 30 marzo, nel corso di un’audizione presso la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati.