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Tamponi, dispositivi di sicurezza e misure di solidarietà per affrontare l’emergenza

Estendiamo il piano-tamponi dalle RSA alle comunità di minori e persone con disabilità. Dispositivi di sicurezza: assicuriamo almeno due ricambi per turno a chi lavora negli ospedali. Abbassiamo al 4% l’IVA sulle mascherine e su tutti i dispositivi di protezione. Spesa sospesa e agevolazioni fiscali per chi dona sono misure di solidarietà da garantire. E cominciamo fin da ora a pensare al futuro: ci sono un tessuto sociale e un tessuto produttivo da conservare e preservare.

Si arriva al futuro per scelta o per frattura: l’emergenza coronavirus ci sta costringendo a fare i conti con le debolezze strutturali del nostro sistema. In occasione della seduta odierna, in videoconferenza, del Consiglio Regionale del Piemonte, ho elencato alcuni punti cruciali per superare l’emergenza.

È assolutamente vitale, anzitutto, estendere il piano-tamponi previsto per le RSA anche alle comunità di minori e di persone con disabilità. Ho preteso dati certi, in questo senso, su tempistica e strategia. Sempre a proposito di tamponi, urge uno sforzo per garantire tempi brevi e certi per quanto riguarda gli esiti. Il personale sanitario si trova troppo spesso nelle condizioni di poter contare su un solo cambio di dispositivi di protezione per l’intero turno di lavoro, che spesso raggiunge e supera le 10 o le 12 ore: si garantiscano almeno due cambi ogni giorno di mascherine, camici e visori, garantendo così, per queste persone, la possibilità di bere un bicchiere d’acqua o andare al bagno durante la giornata. Si abbassi inoltre al 4% l’IVA su tutti i dispositivi di protezione.

La solidarietà spontanea della comunità è, in queste settimane di crisi, particolarmente preziosa. Compito delle Istituzioni è promuoverla e regolarla. Urge garantire un maggiore vantaggio fiscale (l’attuale 30% di deducibilità è troppo poco) per chi decide di donare denaro: garantiremo così un flusso di liquidità agile e immediatamente disponibile. Abbiamo lanciato, come Moderati, la proposta della spesa sospesa, consapevoli del fatto che in tante case i beni di prima necessità (non soltanto generi alimentari e farmaci) cominciano a mancare.

Ho ribadito inoltre la mia richiesta alla Giunta affinché anche in Piemonte, come già accade in altre Regioni, si possano tenere in videoconferenza i Corsi di Sicurezza aziendale, a oggi interdetti a differenza di altri corsi che invece si possono tenere online. Ho sottolineato come coerenza ed equità imporrebbero l’apertura delle cartolerie di vicinato dal momento che – correttamente – si è consentita la vendita di prodotti di questa categoria merceologica presso la grande distribuzione.

Cominciamo fin da ora a pensare al futuro. C’è un tessuto produttivo da conservare e preservare. Dopo la fase dell’emergenza, la politica dovrà tornare a lavorare sulla riduzione del costo del lavoro e sulla costruzione delle premesse per la crescita.

Coronavirus, mascherine, solidarietà, tamponi