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Tag: Silvio Magliano

Pensioni di invalidità drammaticamente sotto la soglia di sussistenza: la politica intervenga

Il ricorso per incostituzionalità da parte di un coraggioso giudice di Torino riporta la questione agli onori della cronaca. Porterò il tema in Consiglio Regionale: parta dalla nostra Regione un forte segnale.

La Consulta si pronuncerà, la prossima settimana, sull’adeguatezza o meno dell’importo e sui requisiti anagrafici per la concessione delle pensioni per l’invalidità totale. Il ricorso per incostituzionalità della cifra della pensione di invalidità, presentato da un giudice di Torino il cui coraggio ci commuove e ci conforta, fa emergere nella loro gravità due questioni. La prima è una questione assoluta: la soglia di sussistenza è indicata dall’Istat in almeno 560 euro mensili ed è dunque assurdo ipotizzare che una persona maggiorenne con inabilità assoluta al lavoro possa sopravvivere con la metà della somma. La seconda è una questione relativa: al compimento del 67esimo anno di età da parte del titolare della pensione, quest’ultima è convertita in assegno sociale, pari a 460 euro per 13 mensilità; una disparità priva di senso e di logica (vista la sostanziale e riconosciuta assimilabilità dei due benefici), che penalizza arbitrariamente chi non ha ancora raggiunto tale soglia anagrafica. Auspico che la politica non debba più attendere una sentenza della Corte Costituzionale per farsi carico di queste iniquità e di queste discriminazioni. Porterò la questione in Consiglio Regionale: dalla nostra Regione parta un segnale forte. Mi farò portavoce perché la Regione Piemonte chieda al Governo una riforma di questo istituto, che non è più né equo né umano.

QUESTION TIME – Contributi regionali a sostegno degli studenti fuori sede iscritti alle università piemontesi per il pagamento del canone di affitto in questo periodo di chiusura delle università a seguito dell’emergenza COVID-19 e relative conseguenze

Premesso che:

• al fine di evitare la diffusione della pandemia da Covid-19 sono state predisposte misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica, applicabili sull’intero territorio nazionale;
• con D.L. 23 Febbraio 2020 n. 6, convertito con modificazioni dalla Legge 5 Marzo 2020 n. 13 (G.U. 9/03/2020, n. 61), all’art. 1 comma 2 lett. d) è stata stabilita la “sospensione del funzionamento dei servizi educativi dell’infanzia, delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione e degli istituti di formazione superiore, compresa quella universitaria, salvo le attività formative svolte a distanza”;
• la normativa sopra citata è stata successivamente abrogata dal D.L. del 25 Marzo 2020 n. 19, il quale all’art. 1 comma 2 lett. p) ha previsto la “sospensione dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e delle attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado, nonché delle istituzioni di formazione superiore, comprese le università e le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, o di altri analoghi corsi, attività formative o prove di esame, ferma la possibilità del loro svolgimento di attività in modalità a distanza”;
• il D.P.C.M. del 17 Maggio 2020 “Disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19” (GU n. 126 del 17-5-2020), il quale ha sostituito
il precedente D.P.C.M. del 26 Aprile 2020 e le cui disposizioni avranno applicazione dal 18 Maggio sino al 14 Giugno 2020, all’art.1 comma 1 lett. q) ha confermato quanto fissato dalla precedente normativa stabilendo che “sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’art. 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività didattiche in presenza
nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza”.

Constatato che:

• ad oggi non sono ancora state indicate tempistiche e modalità certe relative alla riapertura delle università.

Rilevato che:

• sono molti gli studenti universitari fuori sede che, a seguito della sospensione delle lezioni, hanno lasciato le città in cui studiavano per tornare dalle loro famiglie;
• tali studenti, sulla base dei recenti decreti ministeriali vietanti lo spostamento tra le diverse Regioni italiane, non hanno potuto far ritorno ed utilizzare l’immobile affittato, pur restando obbligati al pagamento del canone di locazione.

Considerato che:

• vista la sospensione delle lezioni, gli studenti universitari fuori sede non hanno al momento alcuna utilità nell’utilizzare l’alloggio preso in locazione;
• il contratto di locazione resta valido ed efficace poiché l’immobile è di fatto agibile ed utilizzabile, lo studente non potrà dunque sospendere o autoridurre il canone;
• la Regione Umbria ha predisposto la concessione di contributi per il pagamento del canone di affitto a supporto degli studenti fuori sede iscritti per l’a.a. 2019/2020 alle università e agli istituti superiori di grado universitario con sede legale e operativa in Umbria, le cui famiglie si trovano in situazioni di difficoltà nel dover sostenere i costi degli affitti degli alloggi a causa delle misure di contenimento epidemiologico assunte a livello nazionale;
• gli studenti fuori sede iscritti alle università piemontesi rappresentano un consistente introito commerciale in grado di generare un rilevante beneficio economico per la Regione, fondamentale in questo momento di grave crisi economica;

Interroga l’Assessore

per sapere se la Regione intenda prevedere contributi ad hoc a sostegno degli studenti fuori sede iscritti alle università piemontesi, i quali hanno pagato e restano obbligati al versamento del canone di locazione nonostante la chiusura delle università disposta a seguito dell’emergenza COVID-19, al fine di agevolarne il ritorno in Piemonte e favorire così l’economia del territorio piemontese.

Linea 2 Metrò, senza il tratto Tabacchi-Pescarito 230mila piemontesi tagliati fuori

La progettazione della Linea 2 della metropolitana non potrà dirsi completa né sensata senza questo collegamento: ho presentato ordini del giorno in Consiglio Regionale e in Città Metropolitana perché l’area nordest sia inclusa nella mobilità della grande Torino che sarà.

È questo il momento decisivo per la progettazione della mobilità urbana e suburbana di domani: non possiamo concepire una Linea 2 senza il tratto Tabacchi-Pescarito. Tale collegamento con i comuni a nordest del capoluogo, da Borgaro a Chivasso, è imprescindibile per non tagliare fuori i circa 230mila residenti che ne sarebbero serviti.

I fondi per la progettazione della Linea 2 ci sono: spetta alla Civica Amministrazione sbrogliare quei nodi che ancora si interpongono rispetto alla determinazione delle modalità di progettazione e di realizzazione di un’opera strategica anche dal punto di vista della promozione di una cultura della mobilità in grado di offrire alternative credibili all’uso dell’auto privata.

Far giungere fino a Pescarito la Linea 2 della metropolitana costituisce una priorità per l’intero arco collinare, per l’unione NET e per il chivassese. Voler escludere questo tratto dalla progettazione significa non volerlo realizzare.

Ho presentato ordini del giorno in Città Metropolitana e in Consiglio Regionale del Piemonte affinché il tratto Tabacchi-Pescarito sia compreso e previsto nella progettazione definitiva, mantenendo le priorità di realizzazione già espresse dalle Istituzioni territoriali e agendo in coordinamento con i Sindaci dell’area interessata.

Lo sciopero delle Scuole Paritarie è giusto

Questo Governo ha completamente dimenticato questa fondamentale parte del Sistema Nazionale di Istruzione. Condivido la sospensione delle lezioni a distanza come simbolica e pacifica forma di protesta. Senza sostegno si muore. Presenterò un Ordine del Giorno in Consiglio Regionale perché siano poste le condizioni per un urgente cambio di rotta.

La didattica si ferma. Per ora quella a distanza, per due giorni: oggi e domani. Una protesta, da me condivisa, che si auspica possa servire a scongiurare un’altra sospensione, quella definitiva dell’attività di tante Scuole Paritarie.

La verità è semplice e drammatica: senza aiuti si chiude. E finora di aiuti ne sono arrivati davvero pochi. Questo Governo si è dimostrato incapace di aprire gli occhi e di riconoscere il ruolo e l’importanza di una delle colonne sulle quali si fonda il Sistema Pubblico di Istruzione.

Quello delle Scuole Paritarie è tra i segmenti più colpiti dalla crisi in corso. È il sistema scolastico nazionale nel suo complesso che deve essere sostenuto: le Paritarie ne sono parte integrante e costitutiva. Le Scuole Paritarie erogano un fondamentale servizio pubblico: dunque le Istituzioni, prima delle famiglie, sono chiamate a sostenerle. Senza le Paritarie il sistema non sarebbe in grado di reggersi. 

Presenterò in Consiglio Regionale del Piemonte un Ordine del Giorno di sostegno per l’intero sistema delle Paritarie (dai Nidi alle Superiori), sostegno che non è assolutamente arrivato da questo Governo, affinché la Regione Piemonte chieda all’Esecutivo un cambio di rotta che sarebbe, a questo punto, vitale. Conto che tanti colleghi Consiglieri, che si sono sempre dichiarati a favore della libertà di educazione, mi sostengano in questa battaglia.

INTERPELLANZA – Orti urbani e piccola agricoltura durante il periodo di emergenza sanitaria: l’Amministrazione intende garantire l’economia circolare dell’autoconsumo?

PREMESSO CHE

  • il significato, il valore e l’importanza che rivestono gli orti urbani per la Civica Amministrazione ha suggerito di dedicare a tale attività un apposito Regolamento comunale, il numero 363, intitolato “Regolamento per l’assegnazione e la gestione degli orti urbani”;
  • gli orti urbani consistono in parti di terreni comunali (tra 50 mq e 100 mq) da destinarsi a orto che la Città assegna, tramite bando circoscrizionale, ai cittadini maggiorenni residenti in Torino che ne fanno richiesta, in forma individuale o in gruppo, nella misura di un appezzamento per richiedente;
  • la finalità degli orti urbani è innanzitutto di valorizzare gli spazi sottraendoli al degrado e alla marginalità attribuendo loro la qualità di “aree a destinazione agricola”, contro il consumo del territorio e per la tutela dell’ambiente ed il miglioramento della qualità urbanistica dei luoghi;
  • quella che piace definire come “carta dei valori” della piccola agricoltura degli orti urbani è indicata in modo molto esaustivo nell’articolo 1, comma 2 del predetto Regolamento:
  • 1. sostenere la socialità e la partecipazione dei cittadini e la relativa possibilità di aggregazione, favorendo la coesione ed il presidio sociale;
  • 2. insegnare e diffondere tecniche di coltivazione;
  • 3. sostenere la produzione alimentare biologica e le essenze ortive tradizionali locali;
  • 4. favorire attività didattiche nei confronti di giovani o di quanti desiderino avvicinarsi a questo tipo di attività (prevenzione ed educazione ambientale);
  • 5. favorire attività terapeutiche di supporto a processi di riabilitazione fisica e psichica;

RILEVATO CHE

  • le fortissime limitazioni imposte dai provvedimenti normativi del Governo e della Regione per contenere e contrastare la diffusione del contagio da COVID-19 hanno previsto, tra le molte prescrizioni, anche la chiusura degli orti urbani;
  • la cura degli orti personali, in affitto o condivisi è stata evidentemente considerata alla stregua di un’attività ricreativa, celandone, disconoscendone o semplicemente non cogliendone la primaria funzione sociale ed economica: in molte situazioni chi coltiva lo fa per garantirsi cibo e per risparmiare sul costo della spesa;
  • l’Amministrazione Capitolina guidata dal Sindaco Raggi, del medesimo colore politico dell’Amministrazione torinese, ha recentemente dettato precise regole per il mantenimento in funzione degli orti urbani: sono consentite la semina, l’innaffiatura, il raccolto e la piantumazione purchè eseguite in tempi brevi ed accedendovi a giorni alterni, fino ad un massimo di 3 giorni alla settimana;

CONSIDERATO CHE

  • il Ministro delle Politiche Agricole, Sen. Teresa Bellanova, confessando di avere ricevuto numerose richieste, è recentemente intervenuta sul tema della piccola agricoltura consentendo la cura e la manutenzione di orti e terreni privati, anche in Comuni diversi da quello di residenza, purchè se ne certifichi la proprietà o il possesso, la produzione per autoconsumo e venga indicato il percorso per raggiungerlo;
  • è necessario evidenziare la rilevante funzione sociale ed economica della piccola agricoltura svolta negli orti urbani: essendo destinata essenzialmente all’autoconsumo, considerando le difficoltà non solo economiche dell’attuale periodo di emergenza sanitaria, essa assume un valore ancora più accentuato poiché consente agli ortolani di consumare i prodotti del proprio appezzamento a fronte di un risparmio sull’esborso per la spesa quotidiana;
  • si intende esprimere in questa sede l’auspicio che anche nella nostra città si possa quanto prima concedere l’opportunità di proseguire la cura degli orti urbani e la raccolta dei prodotti, pur ponendo regole armoniche rispetto alle prescrizioni nazionali e regionali in materia di contrasto e contenimento del contagio da COVID-19 e al fine di  scongiurare il ripetersi di incidenti di dubbia matrice (quali gli incendi accaduti sia in zona Parella sia in altre zone della città);

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione, in ragione delle indicazioni ministeriali e delle scelte adottate da altre città italiane, intenda garantire la piccola agricoltura consentendo l’accesso agli orti urbani per la cura, la manutenzione, l’innaffiatura e la raccolta dei prodotti destinati all’autoconsumo;
  2. in caso di risposta affermativa, se e quali siano le tempistiche previste e quali le prescrizioni che si intendano adottare per consentire che l’attività degli orti urbani avvenga in piena sicurezza e osservanza della disciplina nazionale e regionale in tema di contenimento e contrasto della diffusione del COVID-19.