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Tag: salute mentale

Riaprire i Servizi Psichiatrici al Mauriziano di Torino per fronteggiare l’emergenza della salute mentale

Disturbi della salute mentale in costante crescita dal 2020 a oggi, numeri preoccupanti in tutte le fasce d’età: discuterò domani il mio nuovo Question Time sull’argomento per chiedere alla Giunta di rispettare gli impegni presi e di garantire la ripresa a pieno regime dell’attività nel reparto.

Salute mentale a rischio, soprattutto – ma non solo – tra giovani e giovanissimi, tra i quali uno su cinque presenta disturbi d’ansia e uno su quattro depressione, come riportato dal “Sole 24 Ore”. I disturbi neuropsichici sono a loro volta, come riportato dalla stessa fonte, in costante aumento: si contano 6,7 nuovi casi di depressione ogni 1.000 pazienti (addirittura 9 casi per 1.000 fra le donne): 6,4% in più rispetto al 2020, anno non certo facile per la pandemia. Il 13% degli italiani e delle italiane ha una depressione diagnosticata. Si tratta di percentuali in crescita dal 2019 per tutte le fasce d’età e per tutte le aree geografiche.

A maggior ragione in un simile contesto, torniamo a chiedere con forza la riapertura a pieno regime dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) presso l’Ospedale Mauriziano di Torino: la Giunta si è, a questo proposito, attivata? Lo domanderò domani, in Consiglio Regionale del Piemonte, discutendo un Question Time appena presentato.

Ho già affrontato altre volte questo argomento in Aula, ricevendo ripetute promesse e garanzie in risposta alle mie interrogazioni. L’approvazione dell’Ordine del Giorno dello scorso 28 aprile 2022 impegnava la Giunta ad attivarsi per raggiungere l’obiettivo di una completa riapertura del Servizio: torno in Aula dopo sei mesi da quel risultato per chiedere un aggiornamento sullo stato dell’arte.

Il reparto, chiuso a marzo 2020, garantiva fino allo scoppio della pandemia da Covid-19 16 posti letto sui 70 disponibili a Torino. Urge, dopo quasi tre anni, tornare a garantire ai pazienti un percorso di cura all’insegna della continuità terapeutica, limitando i disagi per i pazienti e per le loro famiglie (attualmente i pazienti con disturbi psichiatrici afferenti alla DEA dell’Ospedale Mauriziano sono trasferiti ad altri SPDC cittadini, provinciali e regionali o a case di cura private convenzionate con il SSN). Fino al 2020, al Mauriziano erano ricoverati in media 250 pazienti psichiatrici ogni anno (tra questi, anche migranti e persone senza fissa dimora, sulla base di un accordo con il Comune di Torino).

TSO e disagio mentale, ci preoccupano i dati in crescita

La lezione della tragedia di Andrea Soldi non sia dimenticata.

La crescita, già evidente a metà anno nel numero di TSO effettuati a Torino è un dato che va nella stessa direzione di diversi altri indicatori, confermandoli. Ci preoccupano i dati resi noti dalla Giunta Comunale di Torino e condividiamo la parola “emergenza” usata dall’Assessore. Da tempo ci battiamo in Consiglio Regionale, come Moderati, affinché i Reparti di Psichiatria e di Neuropsichiatria Infantile siano adeguatamente potenziati sul territorio regionale per far fronte alla drammatica situazione fotografata dai dati. Al momento, l’investimento (in impegno e in risorse economiche) da noi auspicato non si è stato adeguato. “Il Sole 24 Ore” riporta che, se nel 2019 quasi un miliardo di persone – di cui il 14% adolescenti – viveva con un disturbo mentale, già dopo il primo anno di pandemia queste patologie sono aumentate rispettivamente del 26% e 28% e i dati sono in ulteriore crescita. Mi auguro che la lezione impartita dalla tragedia di Andrea Soldi, morto durante un TSO nell’estate del 2015, sia finalmente appresa nella sua interezza, portando la politica a un sostanziale ripensamento del modello della psichiatria regionale e all’impegno per cambiare quanto, in questo ambito, ancora non funziona. Un risultato che non si potrà raggiungere senza che su questo settore si mettano finalmente risorse finanziarie adeguate. Le condizioni oggettive rendono questo cambio di rotta più che mai urgente.

«Disagio psichico tra i giovanissimi, ora è vera epidemia»

L’Ospedale Regina Margherita di Torino lancia l’allarme: liste d’attesa infinite, posti letto gravemente insufficienti per numero. Ma la Giunta Regionale ignora il tema: la mia interpellanza che chiede soluzioni attende da 177 giorni di essere portata in Aula e discussa.

Parlando di salute mentale, la parola “epidemia” non è più un’iperbole: è ormai a tutti gli effetti il termine più corretto per indicare la realtà dei fatti. I dati parlano da sé: i casi di disagio psichico risultano raddoppiati tra i giovanissimi rispetto all’era pre-Covid. È l’Ospedale Regina Margherita di Torino a lanciare l’allarme. Questa Giunta, ora ascolti: non sono soltanto i Consiglieri di Minoranza e i giornali a denunciare il problema, ma le stesse strutture della Sanità regionale. Di fronte all’emergenza – aumentano in maniera drammatica i casi di disturbi alimentari (i ricoveri crescono del 30%, del 67% i nuovi casi), ansia, panico, depressione e atti anche gravi di autolesionismo – chiediamo più posti letto e adeguate risorse economiche. Prima di tutto, pretendiamo l’attenzione della Giunta: la nostra interpellanza sul tema del Reparto di Neuropsichiatria Infantile (presso il quale i ricoveri sono aumentati del 200% dal 2019) dell’Ospedale Regina Margherita di Torino attende di essere discussa dal 15 dicembre scorso: 177 giorni d’attesa per un tema così urgente ci paiono francamente troppi. Attualmente al Reparto NPI del Regina Margherita sono occupati 38 posti letto, tanto che sono stati “presi in prestito” diversi posti letto della Pediatria. Gravissima anche la situazione delle liste d’attesa: due mesi per una visita in teoria urgente, dodici per l’inizio di un percorso di psicoterapia. Questo è un campo nel quale la tempestività degli interventi è fondamentale: sono tempistiche inaccettabili.

L’emergenza suicidi si aggrava con la pandemia

Prevenzione e investimenti sono le sole risposte: gratitudine e sostegno per la nascita dell’Osservatorio Nazionale Suicidi (ONS).

Sosteniamo convintamente la nascita dell’Osservatorio Nazionale Suicidi (ONS), presentato questa mattina in conferenza stampa, e ringraziamo sentitamente l’ideatore del progetto Raffaele Abbattista. Solo con una prevenzione tempestiva e organizzata si possono prevenire migliaia di morti, contrastando una delle più gravi emergenze del nostro tempo. Dati e cifre delineano una situazione di generale emergenza: in Piemonte il tasso di mortalità per suicidio è dello 0,82 per 10mila abitanti, nel 2019 le vittime sono state 339. A livello nazionale, secondo un’indagine recentemente pubblicata e promossa da Fondazione Soleterre e dall’Unità di Ricerca sul Trauma dell’Università Cattolica di Milano sugli effetti psicologici della pandemia sui più giovani, il 17,3% degli adolescenti ha pensieri suicidi o autolesionistici. Il suicidio è la seconda causa di morte nella fascia d’età 15-24, secondo i dati diffusi lo scorso settembre dall’Ospedale Bambin Gesù di Roma in occasione della Giornata Mondiale per la Prevenzione dei Suicidi. Abbiamo chiesto in tutti questi mesi con interpellanze e Question Time a Palazzo Lascaris e continueremo a chiedere, come Moderati, che i Servizi di Salute Mentale del Piemonte siano all’altezza, che i fondi arrivati da Roma per le assunzioni a tempo determinato siano impiegati a dovere e che il numero di posti letto nei reparti di Psichiatria, anziché essere tagliati, siano incrementati. Terremo alta l’attenzione affinché sia mantenuta in tempi ragionevoli la promessa, da parte della Giunta, di creare il mini-reparto per minori con tendenze suicide.

Dopo la pandemia da Covid-19, ecco l’epidemia della salute mentale: è il momento di potenziare il Servizio Regionale di Psichiatria

Malattie mentali e psichiatriche, dati in drammatica crescita dopo 18 mesi di emergenza: quali misure ha messo in campo la Giunta Cirio per rispondere alla crescente domanda? Sul tema, ho appena presentato un’interpellanza a Palazzo Lascaris.

Un milione di pazienti in più: questo il dato relativo ai pazienti presi in carico dal Sistema Sanitario Nazionale per questioni di salute mentale dall’inizio della pandemia. Un dato impressionante, quello riportato dal “Sole 24 Ore”, che corrisponde a un aumento del 30% dei casi. Che la pandemia abbia messo fortemente a rischio non solo la salute fisica delle persone, ma anche la salute mentale, è un fatto confermato dai numeri.

Come sta rispondendo a questa situazione, a livello regionale, la Giunta Cirio? Come intende potenziare il Servizio Regionale di Psichiatria? Lo chiederò in Consiglio Regionale discutendo un’interpellanza appena presentata proprio su questo tema. 

Mesi di isolamento, la costante preoccupazione (per la salute, per la crisi economica), il dolore per la perdita di persone care hanno causato e causano tuttora gravi sofferenze psicologiche. 

Metà delle persone contagiate dal virus manifesta disturbi psichiatrici, con un’incidenza del 42% di ansia o insonnia, del 28% di disturbo post-traumatico da stress e del 20% di disturbo ossessivo-compulsivo; inoltre il 32% di chi è venuto in contatto col virus sviluppa sintomi depressivi, un’incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale. La sindemia da Covid-19 e disagio psichico riguarda anche chi non è stato toccato direttamente dal virus: fra i familiari dei pazienti deceduti, almeno il 10% rischia una depressione entro un anno. Queste cifre e queste percentuali sono riportate da “Quotidiano Sanità”. I nuovi casi di depressione, stimano gli psichiatri, sono centinaia di migliaia.

Con la mia interpellanza chiederò dati precisi su quanti piemontesi – nelle tre fasce d’età “bambini”, “adolescenti” e “adulti” – si siano rivolti al Servizio Pubblico per motivi psicologici o psichiatrici durante questa pandemia e come si intenda potenziare il Servizio Pubblico Regionale di Neuropsichiatria, in particolare infantile.