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Tag: Regione Piemonte

QUESTION TIME – La Regione assicurerà contributi economici a fondo perduto a tutte le attività connesse al comparto del turismo montano?

Premesso che:

  • la Regione Piemonte, mediante il Bonus Montagna, ha messo a disposizione 20 milioni di euro di contributi a fondo perduto, attingendo alle risorse previste dal Governo nel Decreto Ristori, per gli operatori e i professionisti del settore montano;
  • le domande di richiesta di contributo economico per il Bonus Montagna erano aperte fino al 30 aprile 2021;
  • al Bonus Montagna potevano accedere maestri di sci alpino e di snowboard iscritti all’albo del Collegio regionale, agenzie di viaggio, tour operator e servizi di prenotazione e attività connesse danneggiate dalla mancata apertura delle stazioni sciistiche. Nel dettaglio:

– per i maestri di sci alpino e di snowboard che hanno effettuato più di 300 ore nella stagione sciistica 2018-2019 o nella stagione 2019-2020 il risarcimento è di 2.000 euro;

– per chi ha effettuato da 150 a 300 ore nella stagione sciistica 2018-2019 o nella stagione 2019-2020 il rimborso è di 1.000 euro;

– per chi ha effettuato meno di 150 ore nella stagione sciistica 2018-2019 o nella stagione 2019-2020, il risarcimento è di 200 euro;

– per i nuovi maestri di sci e di sci nordico iscritti nell’elenco regionale dal 1° settembre 2020, è previsto un rimborso di 600 euro;

– per agenzie di viaggio, tour operator e servizi di prenotazione e attività connesse (codici Ateco 79; 79.1; 79.11; 79.11.0; 79.11.00; 79.12; 79.12.0; 79.12.00; 79.9; 79.90; 79.90.1; 79.90.11; 79.90.19) aventi sede legale in Piemonte e attive al 30.12.2020 sono previsti 1.500 euro di sostegno una tantum.

Constatato che:

  • il contributo sopra citato non è stato esteso alle attività connesse al comparto del turismo dello sci, ad esempio i noleggi sci (cod. 77.21.09), presenti in gran numero sui territori montani;
  • tale settore, fermo da oltre un anno, ha sofferto molto per via della chiusura degli impianti.

Rilevato che:

  • durante l’epidemia le attività invernali collegate al turismo sciistico sono state ferme per lungo tempo e ciò ha causato ingenti perdite al settore, dovute agli investimenti effettuati su attrezzature e macchinari necessari per lo svolgimento del servizio, non coperte dalle consuete entrate per via della chiusura forzata degli impianti.

Rilevato, inoltre, che:

  • la Regione Abruzzo ha previsto interventi finanziari a sostegno delle imprese operanti nel settore del turismo invernale e comparto sciistico regionale, destinati a ristorare le gravi perdite economiche subite dal settore, concedendo anche contributi a fondo perduto in favore delle attività di noleggio sci.

Considerato che:

  • la difficile situazione economica delle attività montane nei comprensori sciistici è gravemente compromessa dall’annullamento delle attività stagionali invernali, il cui fatturato si concentra principalmente nel periodo dicembre-marzo;
  • gli ingenti danni economici provocati dal mancato avvio della stagione sciistica invernale richiedono adeguati interventi di ristoro in favore di tutte le attività connesse al settore;
INTERROGA L’ASSESSORE COMPETENTE

per sapere se la Giunta Regionale abbia intenzione di prevedere contributi economici anche in favore delle attività connesse al comparto del turismo montano non incluse nelle misure regionali elargite fino ad ora, al fine di favorire la ripresa del settore gravemente compromesso dalla chiusura invernale degli impianti a causa della pandemia.

Ripristinare subito la capienza massima al 100% sui bus turistici e consentire al turismo di ripartire

La Giunta Regionale, che ha appena risposto con molta prudenza al mio Question Time sull’argomento, faccia sentire la propria voce con il Governo e in Conferenza Stato-Regioni: l’attuale limite massimo al 50% è una zavorra che frena la ripresa del settore. Un fattore di carico all’80% (percentuale teoricamente in vigore per autobus, tram e treni, ma in pratica superata spesso e volentieri), richiesto dalle Regioni anche per i bus turistici, non sarebbe comunque sufficiente: sui bus turistici, peraltro, non esiste il rischio del superamento della capienza massima, dal momento che non si vendono biglietti in numero superiore rispetto ai posti disponibili. Da una Giunta che ripete continuamente parole come “ripartenza” e “ripresa” mi aspetto ora un impegno adeguato per ottenere il risultato in tempi brevi.

Tram e treni, autobus e metro viaggiano, dallo scorso 14 giugno, con l’80% di carico. La percentuale è peraltro puramente teorica, dal momento che, nei fatti, nessuno controlla ingressi e posti in piedi: sappiamo bene che, spesso, il carico effettivo è ben superiore.
Non ha senso che i bus turistici non possano superare la soglia del 50% del fattore di carico: ho chiesto alla Giunta, con un mio Question Time appena discusso a Palazzo Lascaris, di impegnarsi, in Conferenza Stato-Regioni e con il Governo, perché sia consentita l’operatività al 100% del carico. Con i bus mezzi vuoti, il turismo non riparte: anche questo è un fatto lampante. Da una Giunta che ripete continuamente parole d’ordine come “ripartenza” e “ripresa” mi sarei aspettato una risposta meno prudente di quella che ho appena ricevuto: puntare all’80% non è sufficiente. Mi aspetto ora un’interlocuzione incisiva con il Ministero da parte dell’Assessore Gabusi, entrambi espressione di Forza Italia, perché si arrivi al 100% del carico consentito.
La curva epidemica scende, percentuali sempre crescenti di popolazione sono coperte dai vaccini: non c’è ragione, rispettando tutte le misure di sicurezza, di non tornare a una piena operatività anche a livello di load factor. Solo così il turismo e l’incoming potranno ripartire davvero dopo un anno e mezzo di crisi terribile.

QUESTION TIME – Aumentiamo anche sui bus turistici la capienza massima consentita dei passeggeri

Premesso che:

  • ai sensi del Dpcm del 2 marzo 2021, nelle zone bianche è prevista la cessazione delle misure restrittive previste per la zona gialla ad eccezione del distanziamento e dell’obbligo di mascherina;
  • dallo scorso lunedì 14 giugno c’è stato il passaggio della Regione Piemonte in “zona bianca”, reso possibile dal miglioramento dei dati relativi ai contagiati da Covid-19 e dalla crescente copertura vaccinale della popolazione.

Constatato che:

  • grazie a tale passaggio, dallo scorso lunedì 14 giugno il trasporto pubblico è tornato a viaggiare all’80% della sua capacità;
  • la capienza massima consentita per autobus, tram, metro e treni è salita dal 50% all’80%.

Rilevato che:

  • i bus turistici sono al momento ancora esclusi dalla nuova misura;
  • durante l’epidemia l’attività dei bus turistici è stata ferma per lungo tempo e ciò ha causato ingenti perdite al settore;
  • è fondamentale aumentare la capienza massima dei passeggeri anche sui bus turistici, essendo il periodo estivo il momento di maggior operatività del settore.

Considerato che:

  • la situazione pandemica è in continuo miglioramento ed è pertanto stata disposta la generale riapertura di tutte le attività;
  • pare opportuno fare chiarezza relativamente alla capienza massima dei passeggeri consentita attualmente sui bus turistici;
INTERROGA

Il Presidente della Giunta

L’Assessore

per sapere se la Giunta Regionale abbia intenzione, come già previsto per il trasporto pubblico, di estendere la capienza massima dei passeggeri consentita anche sui bus turistici, al fine di favorire gli spostamenti e la ripresa di un settore da tempo in crisi.

Quote sociali delle prestazioni socio-sanitarie agevolate secondo i parametri ISEE nazionali anche ai piemontesi, nuova fumata nera

La Giunta non ha ancora adottato le misure necessarie per il riconoscimento di questa tipologia di prestazioni a tutti i cittadini con i parametri previsti dalla riforma ISEE del 2013, che prevedono – tra le altre – l’esclusione dal computo di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento ai fini del calcolo ISEE: appena discussa a Palazzo Lascaris la mia più recente interpellanza sul tema. Resta così di fatto ancora demandata all’iniziativa dei singoli Comuni o Consorzi socio-assistenziali piemontesi, i cui regolamenti sono spesso non aggiornati, la regolamentazione relativa alla tematica per la parte di propria competenza. Sono passati 6 anni: un tempo infinito durante il quale gli utenti e a volte le loro famiglie hanno continuato ad aspettare e a fare sacrifici continuando spesso a pagare di tasca propria contribuendo con oneri non dovuti. Dal 2015 la Regione Piemonte applica una gestione transitoria della normativa ISEE di cui al DPCM del 5 dicembre 2013. Tornerò sull’argomento finché la Giunta non avrà portato a termine il proprio dovere politico e legislativo.

Gli emolumenti derivanti da pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento a favore di persone con disabilità presenti nel nucleo familiare sono esclusi ai fini del calcolo ISEE: lo stabiliscono le sentenze 838, 841 e 842 del Consiglio di Stato, recepite con una legge dello Stato e quindi dall’Inps dal 2016. Continuiamo a chiedere con forza che tali disposizioni siano recepite al più presto anche dalla Regione Piemonte, che deve dare risposta a specifiche competenze regionali in ordine di “programmazione, coordinamento e indirizzo in materia di servizi sociali”, con particolare riferimento all’Articolo 40, comma 5 della Legge Regionale 1/2004, al fine di ottemperare all’adozione di adeguate linee guida atte ad assicurare una omogenea applicazione nel territorio piemontese delle norme ISEE. Proprio l’ISEE è lo strumento di valutazione della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni sociali agevolate. 

Spiace che, rispondendo poco fa alla mia nuova interpellanza sul tema, la Giunta Regionale abbia sostanzialmente eluso il mio quesito, perdendo l’ennesima occasione di approfondimento. Sul tema, le Associazioni del territorio si stanno battendo. Ho chiesto l’apertura, in tempi brevi, di un tavolo di interlocuzione con le Associazioni stesse, nonché le risorse economiche necessarie a far sì che non siano più le persone con disabilità a dover pagare le prestazioni.

Attualmente accade troppo spesso che le persone con disabilità, i malati e le persone non autosufficienti non possano usufruire delle prestazioni di cui hanno diritto alla luce di un ISEE che appare troppo alto, proprio a causa del fatto che il locale regolamento comunale o consortile non è ancora adeguato alle nuove disposizioni dell’ISEE.

Una situazione che non è più accettabile. Gli enti territoriali non possono continuare a far seguire proroghe a proroghe. L’Assessora Caucino aveva dichiarato a verbale, lo scorso settembre, di considerare il recepimento della sentenza del Consiglio di Stato uno dei propri obiettivi politici. Stiamo ancora aspettando.

Non possiamo prosciugare ogni risorsa dei piemontesi interessati: anche perché costoro hanno magari la necessità di pagare altre tipologie di servizi per i quali l’impianto normativo della nostra Regione non ne prevede la gratuità. Invito ancora una volta la Giunta Regionale a fare il proprio dovere politico e legislativo: tornerò a breve sull’argomento, augurandoci di vedere finalmente un significativo passo avanti.

Kastamonu riapre a Frossasco: buona notizia, se saranno rispettati regole, salute e ambiente

La multinazionale ha presentato in Città Metropolitana un progetto di ripristino degli impianti ex Annovati e poi Trombini (produzione di pannello per l’industria dell’arredamento) sul territorio del Comune in provincia di Torino: voci preoccupate si stanno alzando relativamente all’impatto sul territorio, a vocazione agricola e residenziale, e a proposito del progetto di installazione di un nuovo bruciatore di biomasse a poche centinaia di metri da abitazioni e allevamenti. Tutte le valutazioni siano fatte, da parte delle Istituzioni, nella maniera più scrupolosa e ai cittadini siano fornite, nella massima trasparenza, tutte le informazioni del caso: queste le mie richieste alla Giunta Regionale, con un’interpellanza appena discussa a Palazzo Lascaris. Prossimamente un mio analogo atto sarà discusso anche in Città Metropolitana: ci auguriamo che l’attenzione di entrambi gli Enti sia massima per la difesa dell’ambiente e della salute dei residenti. Come Moderati, da sempre vicini a chi fa impresa, non vogliamo più dover scegliere tra salute e sviluppo. Vigileremo in ogni sede.

Il progetto della riapertura della Kastamonu di Frossasco è, di per sé, una buona notizia. A patto, però, che salute e ambiente siano tutelati: cosa che ho chiesto poco fa alla Giunta Regionale con un’interpellanza e che chiederò anche in Città Metropolitana con un analogo atto presto discusso. Lo dobbiamo a chi, nell’area circostante l’azienda, risiede o gestisce la propria attività agricola o di allevamento.

I Moderati sostengono da sempre, come forza politica, chi fa impresa: siamo convinti che fare impresa in maniera matura significhi anche rispettare le norme e l’ambiente. È interesse della stessa Kastamonu liberare il campo da qualsiasi preoccupazione. Chiediamo alle Istituzioni che le valutazioni siano fatte nella maniera più scrupolosa e che ai cittadini siano fornite, nella massima trasparenza, tutte le informazioni del caso. Il nostro obiettivo è che questo nuovo insediamento produttivo si integri senza traumi nell’ecosistema sociale ed economico esistente.  

L’impianto ex Annovati e poi Trombini a Frossasco, ora di proprietà Kastamonu, potrebbe ripartire dopo anni di inattività e dopo l’incendio della primavera del 2019: la multinazionale specializzata nella produzione di pannello per l’industria dell’arredamento ha presentato lo scorso 28 aprile, presso la Città Metropolitana di Torino, un progetto di ripristino dell’impianto di via Piscina 2-6. Sono un’ottima notizia le possibili ricadute occupazionali dopo due anni di crisi durissima, a patto che la sicurezza e la salute dei residenti siano garantite e che l’impatto su un territorio a vocazione agricola e residenziale sia ammortizzato.  In particolare, desta preoccupazione la prospettiva di vedere prossimamente in attività un nuovo Energy Plant (bruciatore da 25 MW) per lo smaltimento di biomasse dal sito produttivo. Chiediamo inoltre che siano previsti controlli e rilievi per verificare la salubrità del terreno e del sottosuolo di pertinenza dell’impianto, dal momento che, a sua volta, l’ipotesi di residui inquinanti o tossici presenti nel sottosuolo dell’area produttiva genera preoccupazioni.