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Tag: Regione Piemonte

Stazione Stura di Torino, intervenire subito

Attualmente la struttura di corso Romania, l’adiacente piazzale e il vicino parcheggio risultano in condizioni di degrado, inaccessibilità e insicurezza: è una notizia positiva che la Regione abbia iniziato un’opera di monitoraggio e si sia subito attivata aggiornando la Città di Torino, alla quale spetta ora fare la sua parte. Urgono misure per garantire accessibilità, fruibilità e sicurezza. Sul tema, ho appena discusso in Consiglio Regionale un Question Time.

Stazione Stura a Torino, dopo le mie segnalazioni e la presentazione del mio Question Time, la Regione Piemonte ha provveduto a segnalare alla Città di Torino le urgenze più gravi: arbusti che rendono inutilizzabili le linee di orientamento per le persone con disabilità, i frequenti furti, i veicoli abbandonati, il diffuso degrado. Positivo anche che la Regione abbia iniziato a effettuare, dallo scorso giugno, ispezioni presso le stazioni dei capoluoghi piemontesi. Entrambe le notizie sono state comunicate dalla Giunta in risposta, poco fa, al mio Question Time.

Ci auguriamo a questo punto che la Città di Torino agisca immediatamente e che la stessa cosa facciano, secondo le proprie competenze, anche la Regione e l’Agenzia della Mobilità piemontese. Occorre rendere nuovamente la stazione e tutti i servizi connessi accessibili alle persone con disabilità (attualmente gli arbusti, alti alcuni metri, ricoprono completamente le linee di orientamento), mettere in sicurezza l’intero complesso, provvedere a interventi di pulizia e cura, far rimuovere i veicoli abbandonati.

La politica dia indicazioni politiche: così il “Regio Itinerante” tornerà un valore aggiunto per le aree interne del Piemonte

Tre mie richieste, dopo che nel 2022 questa attività non è stata svolta, affinché il progetto riparta al più presto: la Regione non si limiti a erogare risorse economiche per realizzare questi eventi culturali, ma dia anche indicazioni programmatiche. Si torni alla bipartizione dei fondi, affinché una parte degli stessi sia specificamente destinata al “Regio Itinerante”. Si coinvolgano gli Enti del Terzo Settore che si occupano di musica. Appena discussa in Consiglio Regionale la mia nuova interpellanza sul tema.

Il “Regio Itinerante” deve tornare a portare la grande musica del Teatro Regio capillarmente sul territorio del Piemonte, nei piccoli centri e nelle aree interne. Per raggiungere l’obiettivo, tre misure sono necessarie: la Regione, oltre a erogare i fondi, dia tramite la Giunta indicazioni programmatiche su come impiegarli secondo una visione, appunto, politica; i fondi tornino a essere divisi e vincolati alla finalità, con un’aliquota destinata espressamente al “Regio Itinerante”. Si coinvolgano le realtà del Terzo Settore attive in ambito culturale sul nostro territorio: sono tante e svolgono un lavoro prezioso. Queste le mie richieste alla Giunta discutendo, poco fa, la mia nuova interpellanza sul tema.

Portare la grande musica di un “marchio” prestigioso come quello del Regio capillarmente su tutto il territorio regionale, e non solo nei grandi centri e nei grandi teatri, è o dovrebbe essere un obiettivo di questa Giunta e della Fondazione Piemonte dal Vivo: a maggior ragione poiché la Regione eroga risorse a questo fine, la Giunta dia indicazioni sul loro impiego sulla base dell’obiettivo. I concerti del Regio Itinerante, a costo abbordabile anche per i piccoli centri e per le aree interne della Regione, non vedevano protagonisti soltanto grandi e affermati nomi della musica, ma spesso anche talenti emergenti. Mi auguro che il “Regio Itinerante” torni pienamente attivo. Se aver “salvato” il Regio è stato senz’altro un risultato importante, ora l’obiettivo deve essere ripristinare il “Regio Itinerante”.

Proporre concerti e altri eventi culturali ai piccoli Comuni a prezzi di mercato e dunque, di fatto, non sostenibili (fino ai 5mila euro a evento: il triplo rispetto all’epoca pre-pandemica), come negli ultimi anni, ha poco senso e nega alla luce della realtà l’obiettivo di cui sopra. Portare cultura anche nei centri più periferici è compito della Giunta Regionale e questo obiettivo si raggiunge solo se il costo dei concerti si abbassa. “Il Regio Itinerante” è stato per anni un imprescindibile punto di riferimento delle politiche culturali regionali: ha permesso di organizzare, dal 1998 in avanti, oltre 1.500 concerti, per la maggior parte a ingresso gratuito e realizzati in tutto il territorio regionale, dai capoluoghi di provincia alle più remote zone collinari e di montagna, presso teatri, chiese, castelli, auditorium.

“Riaprire le miniere” per l’estrazione di materie prime critiche, opportunità per il Piemonte (e occasione per “smarcarsi” dalla Cina): a patto che si affidi il compito a imprese italiane

Urge concludere al più presto la fase di ricerca per poi valutare seriamente la possibilità di riaprire siti, cave e impianti: grafite, manganese, cobalto e altri minerali estratti sul territorio piemontese potrebbero calmierare l’attuale forte rischio di fornitura da Paesi esteri e abbattere i costi. Durante la discussione, poco fa, della mia interpellanza sul tema, ho auspicato tempi ragionevolmente brevi e appalti concessi alle nostre aziende: cedere a imprese estere la materia prima per riacquistare il prodotto finito sarebbe un’operazione poco sensata e poco sostenibile.

Le potenzialità ci sono: ora si accelerino i tempi. Grafite, manganese, cobalto (fondamentale per la produzione di batterie e presente in alte concentrazioni nelle Valli di Lanzo) e altri elementi sono presenti nel nostro sottosuolo e potrebbero rappresentare la fortuna del Piemonte già nel medio termine. Le materie prime critiche, di importanza strategica, sono infatti caratterizzate da un rischio di fornitura proporzionalmente alto: per molte di essere l’Unione Europea dipende quasi esclusivamente dalle importazioni, in particolare dalla Cina. Le miniere dismesse sono 375 in Piemonte: diverse sono state abbandonate perché fino a tempi recenti si considerava più conveniente importare il minerale dall’estero che estrarlo, ma ora alcuni di questi siti potrebbero essere portati nuovamente in attività. La Giunta ha riferito, rispondendo poco fa alla mia interpellanza sul tema, che sono attualmente attivi due permessi per la ricerca di cobalto nella zona di Usseglio e di Balme; quattro permessi sono attivi in Valsesia e in Val Strona per il nichel. Potrebbero essere prossimamente rilasciati permessi per la possibile riattivazione delle miniere di grafite in Val Chisone. Un permesso è stato rilasciato per la ricerca di litio e boro nei pressi di Ormea. Si proceda al più presto ai carotaggi. Ci auguriamo che, nel caso di esiti positivi delle ricerche, i tempi burocratici siano i più rapidi possibili e che, nello scenario auspicabile di una ripresa dell’attività estrattiva, questa non sia affidata a imprese estere, dal momento che poco sensato e molto costoso sarebbe cedere la materia prima per acquistare i prodotti finiti.

Olimpiadi 2026, bob, slittino e skeleton all’estero? Sconfitta per tutti

Il rimpianto di oggi ha radici lontane, la cui origine è nei “no” dell’Amministrazione Appendino.

Le prossime olimpiadi invernali di Milano-Cortina vedranno diverse gare disputate all’estero: una sconfitta per tutti. Il dispiacere aumenta valutando tutte le possibilità che abbiamo avuto per evitare questa triste conclusione, le cui radici profonde risalgono ai “no” dell’Amministrazione Appendino. Gli impianti piemontesi avrebbero avuto tutte le caratteristiche e le qualità per costituire l’opzione più logica, sensata e utile. Non è andata così e oggi ci troviamo a commentare l’ennesima occasione mancata e una sconfitta per tutti.

Tumore al seno nella madre? Accesso anticipato per le figlie al programma Prevenzione Serena

Una forma su cinque di neoplasia al seno è definibile “familiare”, mentre il 5-10% è dovuto a una predisposizione ereditaria: da qui la mia proposta, che porterò in Aula con un nuovo atto dopo l’interlocutoria risposta ricevuta, poco fa, al mio Question Time sugli elementi da migliorare in tema di diagnosi precoce in Piemonte.

Chiederò di prevedere l’accesso al programma “Prevenzione Serena” anche prima della fascia d’età prevista per tutte le figlie di donne alle quali sia stato diagnosticato un tumore della mammella: il 20% circa di tutte le diagnosi, infatti, possono definirsi “forme familiari”, mentre fino a una diagnosi su dieci è attribuibile a una predisposizione ereditaria. Porterò in Consiglio un nuovo atto, con questa proposta, dopo la risposta piuttosto interlocutoria appena ricevuta in Aula al mio Question Time.

Ritengo fondamentale aumentare l’impegno e le risorse in tema di prevenzione. dal momento che è proprio grazie alla diagnosi precoce che si sono registrati dati in miglioramento dalla fine degli anni ’90 a oggi, con continua tendenza alla diminuzione della mortalità per carcinoma mammario (-0,8% annuo). Deve essere affrontato il tema del recente calo, in Piemonte, delle percentuali di adesione agli screening della mammella, scese dal 55% del 2018 al 43% del 2022 e mi auguro che la Giunta non lesini impegno in questo senso nei prossimi mesi, così come nella ricerca di soluzioni per altre criticità emerse, dall’attesa per una mammografia di routine che può arrivare ai 12 mesi ai ritardi che si registrano in tema di risonanze magnetiche, refertazione degli esami istologici, test genomici e trasmissione dei referti tra le strutture.

Ritardare il momento di inizio delle cure può avere conseguenze gravi, a maggior ragione in un ambito nel quale la tempestività è una variabile cruciale. Prevenzione Serena è il programma organizzato di screening per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore della mammella, del collo dell’utero e del colon-retto messo a punto dalla Regione Piemonte: si rivolge attualmente alle donne di età compresa tra 45 e 75 anni.