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Tag: Piemonte

Gare olimpiche all’Oval, una soluzione che conviene a tutti

Le risorse finanziarie ci sono: 20 milioni di euro ancora da utilizzare di fondi a suo tempo allocati per il postolimpico 2006.

Ha senso far pagare tutti gli italiani, piemontesi compresi, per qualcosa che esiste già? Domanda meramente retorica: anche solo per una questione economica, il rientro del Piemonte nella partita olimpica 2026 converrebbe a tutti, a maggior ragione alla luce della cifra già a suo tempo stanziata e non ancora utilizzata, 20 milioni di euro per il postolimpico 2006 che – come confermato poco fa in Commissione dalla Giunta – possono essere impiegati per la valorizzazione e per nuovi utilizzi delle strutture di Torino 2006. L’inserimento dell’Oval torinese tra i siti dei Giochi Milano-Cortina sarebbe non solo un’occasione importante per il nostro territorio, ma un pur parziale rimedio al “Niet” ai suoi tempi pronunciato dall’Amministrazione Appendino. Ci aspettiamo l’impegno concorde di tutte le forze politiche regionali affinché la possibilità si concretizzi, nel comune interesse del territorio. Il nostro territorio ha già in più occasioni dimostrato di avere la forza organizzativa necessaria e la qualità di una struttura come l’Oval (ma altre ancora ci sarebbero, di pari livello, in Piemonte) garantirebbe, insieme al valore della nostra regione, un valore aggiunto all’evento olimpico nel suo complesso, insieme a un oggettivo risparmio in termini di costi e di impatto ambientale.

Ucraina, da cittadini piemontesi e Volontariato grande lezione di solidarietà

Sono loro la parte migliore di questo Paese.

Sono oltre 1.800 le famiglie che, in tutto il Piemonte, hanno dato la propria disponibilità ad accogliere a casa propria chi sta fuggendo dalle zone di guerra; l’Istituto paritario “Sacro Cuore” di Novara è la prima scuola a livello nazionale ad accogliere alunni in fuga dall’Ucraina; innumerevoli sono i piemontesi che, dallo scoppio del conflitto, si sono mobilitati in una vera e propria gara di solidarietà donando beni di prima necessità, vestiario, cibo a lunga conservazione, offerte in denaro: il Piemonte dimostra ancora una volta il proprio grande cuore, in queste settimane drammatiche. Ancora una volta Volontari e cittadini si dimostrano la parte migliore del nostro Paese, in grado di fare la differenza nei momenti più bui e difficili.

Studenti fuori sede, indotto da mezzo miliardo per il Piemonte

Ma la Giunta si trincera dietro il più classico dei «Mancano le risorse» di fronte alla mia richiesta di introdurre misure a sostegno, per esempio, per le spese d’affitto. Appena discusso in Consiglio Regionale il mio Question Time sul tema.

La Giunta Cirio rinuncia con il più classico degli argomenti («Non ci sono risorse sufficienti») a mettere in campo misure per rendere conveniente per gli studenti fuori sede la permanenza o il ritorno sul nostro territorio dalle proprie regioni d’origine anche in questo periodo di chiusura delle Università. La rilevanza del tema, da me portato in Consiglio Regionale con un Question Time appena discusso, è data dai numeri: l’indotto economico garantito dagli studenti non piemontesi iscritti alle nostre Università può essere quantificato, in termini strettamente economici, in mezzo miliardo di euro (per 40mila studenti in Piemonte). Ma anche di fronte a queste cifre, l’Assessora Chiorino si tira indietro, rimandando la questione alla Conferenza delle Regioni e al Ministero. Ammettere che non ci sono risorse è sempre e comunque una sconfitta: se la Giunta Cirio crede in un settore, deve e può trovare le risorse, come ha per esempio fatto, per alcune categorie, con il Riparti Piemonte. Le ragioni per un sacrificio ci sarebbero state tutte. Le Giunte di altre Regioni, come per esempio le Marche, l’hanno capito (istituendo misure di sostegno agli affitti con una recente delibera). Ogni studente universitario fuori sede residente sul nostro territorio spende in media, si calcola, dai 7mila ai 10mila euro l’anno: una somma nella quale confluiscono canone d’affitto, spese quotidiane, vestiario, divertimenti e tante altre voci. C’è poi un altro tipo di ritorno, non immediatamente esprimibile su base economica, ma altrettanto importante: ogni studente fuori sede soddisfatto della propria esperienza in Piemonte è potenzialmente il più efficace e sincero testimonial per il nostro territorio. I contratti in essere obbligano al versamento del canone di locazione anche a Università chiuse. Sarebbe stato un segnale importante e uno straordinario volano economico provare a fare qualcosa: per ora, occasione persa.

Autoscuole, marcia ingranata per la ripartenza

Regioni come il Veneto hanno già autorizzato la ripresa delle prove pratiche di guida: non c’è ragione perché questo non avvenga anche in Piemonte.

Le lezioni pratiche di guida delle Autoscuole del territorio piemontese ripartano. Non ci sono ragioni perché questo non avvenga: anzi, sarebbe un primo passo necessario affinché presto possano tornare a tenersi anche gli esami per la patente. I dispositivi di protezione individuale consentono di svolgere questo tipo di attività in totale sicurezza. La Regione Veneto ha già emesso un’ordinanza che autorizza l’istruttore a sedere sul sedile, dotato di una seconda pedaliera, del passeggero, a fianco del candidato, purché entrambi indossino idonea mascherina e purché sul veicolo siano disponibili guanti usa e getta o igienizzante per le mani. Il veicolo deve essere sanificato dopo ogni utilizzo. Consentire la ripresa, in assoluta sicurezza, delle lezioni pratiche di guida consentirà di dare ossigeno a un comparto duramente colpito dalla crisi.  Chiederò alla Giunta Cirio di agire di conseguenza.