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Tag: IMU

Esenzione IMU per chi dà in comodato d’uso un immobile a un’OdV: tutti i dettagli tecnici

Al Regolamento 393 (“Regolamento per l’applicazione dell’Imposta Municipale Propria – IMU”) è stata aggiunta questa ulteriore norma: articolo 12, comma 1, lettera j). Eccola a seguire:

j) unità immobiliari concesse in comodato gratuito, interamente e in via esclusiva, a una o più organizzazioni di volontariato (ODV) e destinate esclusivamente allo svolgimento degli scopi istituzionali o statutari dei comodatari, per le attività di cui al Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, articolo 7, comma 1, lettera i). L’esenzione si applica alle seguenti condizioni:

  • gli enti comodatari devono essere qualificabili come enti non commerciali di cui all’articolo 73, comma 1, lettera c) del Testo Unico delle imposte sui redditi, approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 e successive modificazioni, avere sede legale in Torino ed essere regolarmente iscritti all’Albo Regionale del Volontariato, come previsto dalla Legge 266/91 ora in regime transitorio nelle more dell’istituzione del RUNTS, Registro Unico Nazionale Enti del Terzo Settore, come previsto dal Codice del Terzo Settore, Decreto Legislativo 117/2017;
  • il contratto di comodato deve essere registrato e deve avere durata pluriennale;
  • l’immobile oggetto di comodato non deve appartenere alle categorie catastali A/1, A/8, A/9 (immobili di lusso) né alla categoria D;
  • il soggetto passivo dell’IMU non deve ricoprire la carica di legale rappresentante o socio degli enti comodatari;
  • per fruire dell’esenzione il soggetto passivo è tenuto a presentare la comunicazione di cui al successivo articolo 16, corredata di copia del contratto di comodato.

C’è l’esenzione IMU per chi mette un proprio immobile a disposizione delle Organizzazioni di Volontariato: grande risultato, punto di svolta che segna un cambio di mentalità in senso solidale

Approvata all’unanimità in Consiglio Comunale la mia proposta di modifica al Regolamento IMU: bella vittoria dei Moderati in Sala Rossa. Possibilità che serve a tutti: alla Città come ai proprietari (che pagano l’Imposta anche su beni sfitti), alle Associazioni come al territorio (con tanti luoghi oggi abbandonati che potranno tornare a nuova vita). Questa opportunità è garantita ai Comuni dalla Legge di Bilancio 2019, Torino è la prima Città ad avvalersene.

Oggi è un giorno importante: il Consiglio Comunale ha appena approvato all’unanimità (34 voti favorevoli su 34) la mia proposta di riconosce l’esenzione dall’IMU per i soggetti proprietari (cittadini o aziende) che mettano a disposizione gratuitamente beni immobiliari a una o più Organizzazioni di Volontariato (OdV), con contratto registrato della durata pluriennale.

Grazie alle mie richieste il mondo del Volontariato può da oggi contare su un’opportunità in più; lo stesso vale per le aziende e i cittadini torinesi. Trovano oggi un punto di incontro e un ambito di collaborazione la necessità di tante OdV, alla ricerca di spazi presso i quali portare avanti la propria attività istituzionale, e di tanti soggetti proprietari di spazi sfitti (sui quali, tuttavia, pagano l’IMU) a causa della crisi o delle condizioni avverse del mercato. Traggono un vantaggio evidente anche la Città e i torinesi, dal momento che – se l’iniziativa sarà ben comunicata, cosa che mi auguro sentitamente – tanti luoghi attualmente abbandonati, magari in qualche quartiere di cosiddetta periferia, potranno rinascere a nuova vita.

Il mio emendamento alla deliberazione che modifica il Regolamento IMU interessa le 423 Organizzazione di Volontariato (OdV) con sede legale a Torino e iscritte all’Albo Regionale, nelle more dell’istituzione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore.

Ringrazio i colleghi Consiglieri e la Giunta per aver voluto capire l’utilità della mia proposta. La platea è limitata, in questa prima fase sperimentale, alle sole OdV; restano esclusi dalla misura i beni di lusso o di proprietà di uno dei soci o di legali rappresentanti dell’ente comodatario. L’immobile potrà essere utilizzato soltanto per scopi istituzionali e statutari dei comodatari, per le attività di cui al DL 30 dicembre 1992, n. 504, articolo 7, comma 1, lettera i.

Oggi registriamo un momento importante e un fondamentale cambio di paradigma in senso solidale nei Regolamenti della nostra Città.

Niente IMU per chi concede l’uso gratuito di un proprio immobile a realtà non profit

Questa la mia richiesta alla Giunta Appendino: la legge nazionale lo permette, la Città adegui il proprio Regolamento di conseguenza. Non ci sono ragioni per non introdurre una misura che converrebbe a proprietari, Associazioni (sempre “affamate” di spazi presso i quali portare avanti la propria attività), Comune e territorio. Serve un cambio di mentalità: assurdo dichiarare, come sentito poco fa in Commissione, di non voler procedere in questa direzione per il timore di ipotetici casi di speculazione o nell’impossibilità di sapere in anticipo quante richieste di esenzione si dovrebbero esattamente gestire.

Esentare dall’IMU chi concede gratuitamente l’uso di un proprio immobile a realtà del Terzo Settore serve a tutti: serve al Comune, serve ai soggetti proprietari, serve naturalmente alle Associazioni, serve al territorio. Il Comune modifichi dunque il proprio Regolamento di conseguenza: questa la mia richiesta in Sala Rossa. È gravissimo che in Commissione si affermi (come sentito poco fa) che, per il fatto che esistono alcuni soggetti che utilizzano il Volontariato per il proprio tornaconto, dobbiamo rinunciare a supportare chi gratuitamente e quotidianamente si spende per il bene di tutti. Neanche la necessità di definire la somma economica da allocare a bilancio dovrebbe essere un ostacolo. Se necessario, limitiamo la platea dei beneficiari alle sole concessioni ad Associazioni di Volontariato o di Promozione Sociale. Occorre, in ogni caso, favorire un cambio di mentalità, quella mentalità per la quale attualmente si preferisce “tenere fermo” un bene e pagarci l’IMU piuttosto che concederlo gratuitamente in uso al non profit. Le realtà del Terzo Settore hanno un’assoluta “fame” di spazi presso i quali portare avanti la propria attività: vogliamo che anche i cittadini e le aziende si facciano carico dell’obiettivo di trovare una “casa” per queste stesse realtà. Con una simile misura difenderemmo da degrado e vandalismo negozi che altrimenti resterebbero vuoti e capannoni che non sarebbero utilizzati. Invito la Giunta ad allocare una cifra a bilancio: se non sarà completamente utilizzata, avremo comunque affermato un principio; se si dimostrerà troppo bassa per coprire tutte le richieste, sarà la prova del raggiungimento di un risultato storico. Che una stima sia in questo senso possibile, lo dimostrano i precedenti (vedi per esempio la cosiddetta “legge del Buon Samaritano” con una somma allocata pari a 20mila euro).

La crisi dell’abitare si supera soltanto sostenendo anche i piccoli proprietari

Anche chi conta sugli introiti dell’affitto di una seconda casa, magari acquistata con i risparmi di una vita, per il proprio sostentamento deve essere supportato dalle Istituzioni: contrapporre gli interessi suoi a quelli degli inquilini in difficoltà sarebbe l’errore peggiore. Non parliamo di cittadini ad alto reddito, né con alto tenore di vita: per costoro, il blocco degli sfratti fino a giugno 2021 rischia di risolversi in un contraccolpo tremendo.

Crisi della morosità, contrapporre gli interessi di (piccoli) proprietari e affittuari sarebbe un errore clamoroso. Se i dati relativi all’emergenza abitativa sono drammatici, altrettanto possono essere le difficoltà di chi dal canone per il proprio secondo o terzo immobile trae parte integrante del proprio reddito e sostentamento. Compito delle Istituzioni, a partire dal Comune, è sostenere entrambe le parti. Le spese non si interrompono per un proprietario che, a causa della crisi, non riceve più mensilmente il canone dal proprio inquilino; al contrario, il proprietario continua a dover far fronte all’IMU e alle altre spese; inoltre, il suo ISEE resta alto, escludendolo da una serie di benefici e strumenti di sostegno. Essere titolari di un secondo appartamento non significa automaticamente avere un alto tenore di vita; il mattone è spesso l’investimento per i risparmi di una vita. Il blocco degli sfratti fino a giugno 2021 rischia, per centinaia di piccoli proprietari, di risolversi in un contraccolpo tremendo e nell’impossibilità di andare avanti. Il rischio è che il ceto medio sul quale ancora si sostiene questo Paese sia ulteriormente depauperato. I dati descrivono in maniera inequivocabile una situazione di grave crisi: la morosità presso le case ATC è in crescita del 5% nell’ultimo anno, le liste d’attesa sono lunghissime, la pandemia ha ulteriormente peggiorato una situazione già preoccupante. 

Morosità, è crisi vera: ora la politica sostenga, con gli inquilini, anche i piccoli proprietari

Sempre più inquilini non riescono a pagare l’affitto: un problema che indirettamente colpisce anche le centinaia di piccoli proprietari (già fortemente gravati dalla pressione dell’IMU) che con i canoni di locazione integrano il proprio reddito mensile. Anche a questi cittadini la politica deve dare risposte: non depauperiamo ulteriormente quel ceto medio che sta tenendo in piedi il Paese. Esprimo inoltre la mia preoccupazione per l’ulteriore espansione del fenomeno delle occupazioni abusive.

La sospensione delle procedure di sfratto non esaurisce il problema della crisi di morosità, emersa in tutta la sua drammaticità (dato in crescita del 5% presso le case ATC negli ultimi 12 mesi) questa mattina in Commissione. C’è infatti anche l’altro lato della medaglia, del quale la politica deve farsi carico: quell’ampia platea di centinaia e centinaia di piccoli proprietari per i quali l’affitto mensile incassato dall’inquilino è parte integrante del reddito. Ora queste persone, vincolate dal blocco degli sfratti, rischiano di non farcela più ad andare avanti. La politica deve rispondere anche alle esigenze di cittadini sui quali grava la forte pressione fiscale dell’IMU e di un ceto medio (non parliamo certo di alti tenori di vita) che rischia di essere ulteriormente depauperato. 

La morosità presso le unità abitative ATC è cresciuta, abbiamo visto, del 5% nell’ultimo anno: cresce anche la mia preoccupazione per l’ulteriore espansione del fenomeno delle occupazioni abusive di case ATC. Siamo ora a quota 159, 68 casi in più da marzo in avanti. Anche qui, la politica deve intervenire in maniera decisa. Chi occupa abusivamente sta negando il diritto alla casa a chi ne avrebbe necessità e titolo.

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