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Tag: Covid-19

La richiesta dei Moderati: utilizzare il personale ostetrico per vaccinare contro il Covid-19

In questa fase sarebbe fondamentale il contributo di questa categoria professionale, che però non è al momento coinvolta nella campagna vaccinale. Già presentata un’interrogazione a risposta urgente in Consiglio Regionale per chiederne l’impiego, come già avviene in Liguria, Puglia e Veneto. A più riprese la Giunta ha lamentato carenza di personale.

Il personale ostetrico sia impegnato anche in Piemonte nella campagna vaccinale anti Covid-19: questa la richiesta dei Moderati a Palazzo Lascaris. Già presentata in Consiglio, a riguardo, un’interrogazione a risposta urgente. La terza ondata pandemica sta entrando nella sua fase più drammatica e mai come in questo momento urge accelerare la campagna vaccinale. Più volte questa Giunta ha lamentato carenza di personale: non vediamo perché non avvalersi di una categoria che possiede tutta la necessaria professionalità per questo tipo di funzione.

In Regioni come la Liguria, la Puglia e il Veneto il personale ostetrico è già attualmente impegnato nella campagna vaccinale. Anche il Piemonte può e deve seguire la stessa strada. La professione ostetrica non è al momento compresa tra le figure sanitarie coinvolte nell’esecuzione dei vaccini e la stessa Federazione Nazionale Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO) ha ripetutamente richiesto un coinvolgimento del personale ostetrico: il Piemonte risponda presente.

Onorevole Giacomo Portas – Leader dei Moderati.  
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.
Carlotta Salerno – Coordinatrice Provinciale dei Moderati.

Scuola sempre la prima a chiudere? Cartina tornasole di un problema culturale

Il futuro del nostro Paese dipende dalla nostra capacità di garantire una formazione basata sul rapporto diretto, in presenza, con gli insegnanti: la DAD non può e non deve diventare la nuova “normalità”. Gli ambienti scolastici sono controllati e garantiti: serve un rinnovato e forte patto educativo tra Istituzioni e famiglie per assicurare comportamenti consoni anche fuori dall’orario e dagli spazi della scuola. Preoccupazione per la prospettiva di una DAD che rischia di prolungarsi fin dopo Pasqua e oltre. Chiusura di Nidi e Materne: ulteriore elemento negativo. La situazione ha un impatto devastante sulle famiglie e comporta ulteriori disagi per gli studenti in difficoltà economiche.

Il fatto che la scuola sia sempre la prima a chiudere è la cartina tornasole di un rilevante problema culturale: una DAD che si prolunga per mesi e mesi è una grave interruzione del percorso di formazione dei nostri ragazzi e studenti, dai quali dipende il futuro del nostro Paese. I danni – in termini di apprendimento, ma anche di tipo psicofisico – del prolungarsi della DAD stanno cominciando a emergere con evidenza. Non abbiamo nessuna evidenza scientifica che il contagio avvenga tra le mura della scuola. Diverso il discorso, semmai, rispetto a quanto avviene nel tempo extrascolastico. La mia prima richiesta è che si faccia chiarezza, dati alla mano, sui luoghi nei quali avviene il contagio. La seconda è un maggior controllo da parte delle Istituzioni – ristabilendo un forte patto educativo con i genitori – su quanto avviene fuori dall’orario scolastico. Fino a prova contraria, gli ambienti scolastici sono garantiti e sicuri.

Temiamo che il blocco delle lezioni in presenza si prolunghi ben oltre le due settimane ipotizzate in un primo momento: rischiamo che prosegua fin dopo Pasqua e, magari, fino a fine anno scolastico. Sarebbe il secondo anno consecutivo. Si allargherà ancora la forbice tra le famiglie in grado di procurarsi dispositivi e connessione sufficienti e famiglie che non possono permetterselo. La chiusura di Nidi e Materne ha a sua volta un impatto fortissimo sulle famiglie. L’incertezza sui bonus e l’impossibilità, per molti genitori, di chiedere ulteriori permessi completano un quadro drammatico.

Riceve l’SMS per fare il vaccino anti-COVID e si presenta, ma salta tutto: le avevano mandato il codice di un’altra persona

La torinese Fiorenza Riberti ha ricevuto, lo scorso 4 marzo, la convocazione (per il 6 marzo) per l’immunizzazione di sua madre 85enne: presentatasi accompagnata dalla figlia, l’anziana non ha però ricevuto il vaccino perché il codice contenuto nel messaggio corrispondeva a un’altra persona. Fatto preoccupante, ci auguriamo sia un caso isolato. Chiederemo conto, nel dettaglio, del funzionamento di questi procedimenti.

Ci giunge una segnalazione preoccupante: una cittadina torinese 85enne ha ricevuto via SMS la convocazione per essere vaccinata contro il COVID-19, ma, presentatasi presso la Casa della Salute di via Gorizia 114 a Torino, non è poi stata vaccinata, risultando sull’SMS il codice fiscale di una terza persona.

Fiorenza Riberti, figlia della donna, fa sapere, dopo il disguido, di aver ricevuto l’indicazione di tenersi pronte poiché, se a fine giornata fossero avanzate dosi, le avrebbero nuovamente chiamate (prospettiva che poi non si è concretizzata). Da specifici controlli è totalmente esclusa l’ipotesi di un errore meccanico da parte del medico di base in fase di inserimento dei dati.

Mi chiedo, con preoccupazione, quale sia la causa dell’invio di un codice fiscale errato alla persona sbagliata e quanti altri casi analoghi si stiano verificando in Piemonte. La questione apre diverse questioni: quando sarà richiamato per il vaccino il titolare del codice inviato per sbaglio a un’altra persona? Qual è la procedura tramite la quale un cittadino può segnalare simili disservizi? 

Costringere persone anziane a recarsi più volte presso l’ASL moltiplica il rischio di contagio. Anche i giorni di lavoro persi dal familiare che accompagna aumentano di conseguenza. 

Chiederemo in Consiglio Regionale dettagli puntuali sul funzionamento esatto di questo tipo di processo, nonché informazioni relative all’utilizzo delle dosi Pfizer scongelate e non immediatamente inoculate. 

Vaccino subito alle persone con disabilità grave o gravissima, ai loro familiari e ai loro caregiver

Questa la mia richiesta alla Giunta Regionale: stiamo cominciando a vaccinare contro il Covid-19 le persone con disabilità ospiti delle strutture residenziali, ma urge garantire l’immunità anche alle persone con disabilità grave o gravissima che risiedono a casa, così come a chi sta loro vicino. L’esempio del Lazio dimostra che si può fare.

Il Lazio si è appena mosso: la Direzione Regionale Salute ha infatti trasmesso la comunicazione alle Asl e alle Aziende Ospedaliere per garantire alle persone con gravissime disabilità – e ai loro caregiver – la vaccinazione contro il Covid-19. La mia richiesta è che anche il Piemonte faccia lo stesso: garantiamo l’immunizzazione non solo agli ospiti delle strutture, ma anche a chi risiede a casa. Occorre vaccinare anche familiari, caregiver e tutte le persone che stanno vicino alle persone con disabilità. 

Da domani, le Asl e i centri di riferimento del Lazio contatteranno le persone vaccinabili per prendere appuntamento e programmare la somministrazione. La Regione Lazio fa un passo avanti importante e dimostra che non è impossibile muoversi nella stessa direzione. Le Regioni hanno la possibilità e il dovere di compiere scelte politiche a tutela della salute di persone particolarmente vulnerabili.

Il Piemonte segua la stessa strada. Si modifichi inoltre il piano vaccinale nazionale inserendo un riferimento esplicito alla priorità per queste persone. Garantiamo, infine, tempi certi: anche una condizione perdurante di incertezza, infatti, può aumentare la situazione di sofferenza psicologica delle persone in attesa.

Presi alla sprovvista anche dalla terza ondata: inaccettabile

Evidentemente la prima e la seconda ondata non ci hanno insegnato nulla: siamo di nuovo al punto di partenza. È gravissimo che non si sappia ancora che cosa fare dell’ospedale del Valentino. Vorremmo vedere meno alti dirigenti che, sui giornali, dichiarano di rendersi disponibili a vaccinare i nostri anziani e più lavoro per garantire un numero adeguato di posti letto. Le prossime settimane saranno drammatiche e cruciali.

Siamo daccapo: la terza ondata epidemica si sta per abbattere e noi ci stiamo facendo sorprendere. La lezione della prima e della seconda ondata non è stata appresa: se la prima volta era accettabile e la seconda disdicevole, questa terza è semplicemente imbarazzante. Le responsabilità si dividono equamente tra Governo e Regione Piemonte. Non abbiamo ancora riattivato l’ospedale da campo del Valentino né sappiamo quale sia, a proposito, la progettualità della Regione. Di fronte a questa situazione drammatica, gradiremmo vedere meno alti dirigenti che si rendono disponibili, con tanto di articoli sui media cittadini, a vaccinare i nostri anziani e più lavoro per garantire ai piemontesi un numero adeguato di posti letto per le prossime settimane, che si annunciano drammatiche.