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Tag: Comune di Torino

Giù tasse e IMU per chi affitta a studenti fuori sede, inserito all’ordine del giorno del Consiglio il mio atto che lo chiede

Se approvato, il mio OdG impegnerà la Giunta a interloquire con il Governo e con l’ANCI affinché siano introdotte agevolazioni fiscali per chi affitta immobili agli studenti fuori sede, per molti dei quali non è più sostenibile il costo di un posto letto. Azionando la leva fiscale oltre che, naturalmente, investendo in maniera adeguata in nuove residenze universitarie si può pensare di risolvere, in parte almeno, questa criticità sempre più sentita. Con il mio atto chiedo anche la convocazione di un Tavolo di Lavoro con la partecipazione, a livello nazionale, di tutte le parti interessate.

Ho chiesto e ottenuto l’inserimento all’ordine del giorno del Consiglio Regionale del Piemonte del mio OdG che chiede alla Giunta di farsi parte attiva con il Governo affinché si identifichino le modalità più idonee per riconoscere sgravi fiscali a chi affitta un immobile a studenti universitari fuori sede e con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) affinché si riconosca una riduzione delle imposte comunali e dell’IMU ai privati che decidono di affittare un immobile agli studenti stessi. Il mio atto chiede inoltre la convocazione di un Tavolo di Lavoro con la partecipazione, a livello nazionale, di tutte le parti interessate.

Anche i beni immobili, magari acquistati con i sacrifici di una vita e messi a reddito, concorrono a raggiungere il necessario budget familiare mensile ed è giusto che i proprietari siano in qualche modo tutelati. Il costo di una stanza singola in centro a Torino – dove la Città mette a disposizione solo 2mila posti letto ogni anno su una popolazione studentesca che supera le 100mila unità – è aumentato di 150 euro rispetto allo scorso anno. Gli studenti che hanno scelto il Piemonte come sede di studio risiedendo in altre regioni sono più che triplicati negli ultimi 15 anni e provengono soprattutto da Sicilia, Puglia, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta.

Nella sola Torino la carenza di posti letto è stimata oltre le 3mila unità. Federconsumatori stima tra gli 8mila e i 10mila euro annui le spese a carico di uno studente che soggiorni a Torino per studiare: di questa cifra, la metà è costituita proprio dal costo del posto letto. Le Amministrazioni Civiche potranno basarsi sui contratti depositati per immaginare riduzioni consistenti dell’IMU a favore dei residenti che affittano un immobile a studenti. Essendo stato verosimilmente superato il picco della fase inflattiva, anche un’opzione come la cedolare secca sugli affitti consente vantaggi sia all’inquilino (invariabilità del prezzo del canone, risparmio sulle spese delle imposte di bollo e di registro) sia al locatore (esentato dal pagamento dell’imposta di bollo e delle spese di registrazione del contratto).

Lo sgombero di tutte le occupazioni abusive di case ATC serve subito

Non è il momento delle risposte di circostanza, come quella che ho appena ricevuto in Consiglio Regionale al mio Question Time: occasione persa a tutti gli effetti, mentre nella sola Torino 210 appartamenti attendono di essere restituiti ai piemontesi.

Chiedevamo, con il nostro Question Time in Consiglio Regionale, il cronoprogramma dei prossimi interventi previsti, abbiamo ricevuto dalla Giunta una risposta generica: occasione persa nel momento peggiore, nel quale più urgente è la risoluzione del problema delle occupazioni abusive di case ATC. Ribadiamo la nostra richiesta: urge liberare tutte le unità immobiliari oggi occupate abusivamente, attivando con effetto immediato ogni strumento istituzionale e legale utile allo scopo. Le Istituzioni lo devono alle tante persone che, avendone titolo in teoria, si vedono nella pratica negare il diritto alla casa da atti violenti come le occupazioni abusive di case ATC. Recenti interventi, effettuati in alcuni comuni della provincia di Torino entro 24 ore dall’occupazione, dimostrano che gli sgomberi, sempre naturalmente nel rispetto di chi vive una condizione di fragilità e dell’infanzia, sono possibili. Il rispetto delle regole è alla base della civile convivenza ed è la prima condizione perché siano tutelati i diritti dei più deboli. Un’abitazione dignitosa è il primo di questi diritti e non vorremmo che, nella condizione di “più deboli”, restassero proprio i cittadini rispettosi della legalità. Chi occupa abusivamente una casa ATC sta impedendo ad altre persone, in condizioni di bisogno, di fruire di un proprio pieno diritto. Risultano attualmente in essere circa 210 occupazioni abusive di alloggi in immobili di ATC sul solo territorio del Comune di Torino, in via Montevideo come in via Taggia, in via Rebuzzi come in via Tunisi e in diversi altri quartieri.

Il capolinea della Linea 8 GTT deve restare a San Mauro

No alla limitazione della tratta a piazza Sofia a Torino: sono preoccupato, da Consigliere regionale e da sanmaurese, per la trapelata notizia dell’accorciamento del percorso. Il servizio di trasporto per e dai Comuni della cintura torinese, così come per Barca e Bertolla, andrebbe semmai potenziato. Presenterò immediatamente un’interpellanza a Palazzo Lascaris per evitare che, senza la linea da piazza Mochino, i sanmauresi si ritrovino più isolati e distanti da Torino.

Preoccupazione assoluta per una prospettiva che renderebbe San Mauro Torinese più isolata e lontana dal centro di Torino, così come i quartieri torinesi Barca e Bertolla: con lo spostamento del capolinea della Linea 8 GTT in piazza Sofia a Torino, ai sanmauresi resterebbe, salvo modifiche delle attuali percorsi, la sola Linea 61 quale servizio permanente di trasporto pubblico, oltre alle due Linee SM1 e SM2. Una prospettiva che dobbiamo a tutti i costi scongiurare: presenterò immediatamente un’interpellanza in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere che i residenti di San Mauro, in particolare nei quartieri sulla riva sinistra del Po, non debbano preoccuparsi di ritrovarsi ancora meno serviti dal punto di vista delle linee di trasporto pubblico. Chiediamo anzi che le tratte attualmente operative siano potenziate dai punti di vista della frequenza, della capillarità, dell’efficienza e dell’accessibilità. L’ipotesi di arretramento del capolinea dell’8 è emersa durante la conferenza stampa di presentazione, pochi giorni fa a Palazzo Civico a Torino, del nuovo Piano di Trasporto Pubblico Locale.

Riteniamo che i tempi di percorrenza da e per il capoluogo siano già sufficientemente lunghi (dai 50 ai 70 minuti e oltre, a seconda delle fasce orarie e dell’intensità del traffico, per raggiungere la zona ospedali e poco meno per il centro città) e vogliamo evitare ogni fattore che possa far sì che la situazione peggiori. Torno a occuparmi di questo tema dopo il Question Time, discusso negli scorsi mesi, con il quale avevo difeso a Palazzo Lascaris il diritto degli utenti della Linea 8 a fare affidamento su un servizio affidabile e puntuale.

Cancel culture in salsa torinese? Cambiare i nomi alle vie è sbagliato concettualmente e improponibile nella pratica

In una città nella quale 40mila persone si rivolgono alla Caritas in un anno, altre dovrebbero essere le priorità: sostegno alla povertà, appunto, servizi per le famiglie e per gli anziani, risposte alle esigenze delle persone con disabilità.

La cancel culture? Esiste eccome. La si può “incontrare” anche a Torino, in via Tripoli come in piazza Massaua, in piazza Bengasi e in piazzale Adua. Cancellare o cambiare i nomi delle strade e delle piazze è una proposta priva di senso. La modifica del nome di questi sedimi è sbagliata da tutti i punti di vista. Anzitutto è impensabile dal punto di vista amministrativo ed è improponibile dal punto di vista pratico, data la quantità infinita di problemi che creerebbe ai residenti. Riteniamo che le priorità della Giunta, in una Torino messa in ginocchio dalla crisi, dovrebbero essere piuttosto il sostegno alla povertà (40mila cittadini si sono rivolti lo corso anno alla Caritas), i servizi per le famiglie e per gli anziani, le risposte alle esigenze delle persone con disabilità. Non è eliminando nella nostra toponomastica la memoria di un’epoca storica che ne cancelleremo anche gli errori e i crimini. Che cosa aveva pensato l’attuale Assessore alle Politiche Sociali della Città di Torino quando, in un recente passato, era stata avanzata la proposta di cambiare nome a corso Unione Sovietica? Ha forse cambiato idea nel frattempo? Saremmo curiosi di saperlo.

Moderati: a Torino sempre più quartieri senza pediatri, Mirafiori Sud compreso

Si è appena registrato in Circoscrizione 2 l’ennesimo caso di ritiro non sostituito. La nostra proposta: dalle Istituzioni spazi gratuiti per i professionisti disponibili ad aprire uno studio nelle zone sguarnite.

Dopo l’ultimo ritiro dall’attività registrato sul territorio, anche Mirafiori Sud (Circoscrizione 2) entra nell’elenco dei quartieri torinesi nei quali è difficile o impossibile trovare un pediatra. Un problema serio per le famiglie, costrette a lunghi spostamenti o a rivolgersi a una consulenza privata che risulta anche essere, spesso, costosa. Barca, Bertolla, Madonna di Campagna, Vanchiglia, Vanchiglietta, Falchera sono, tra le altre, le zone presso le quali si riscontra questa criticità e nelle quali i pediatri attivi scarseggiano o mancano del tutto.  All’indomani dell’ennesimo e più recente caso di pediatra non sostituito al momento del suo ritiro dall’attività, proponiamo come Moderati ad Atc, Comune e Circoscrizioni di ipotizzare, strutturare e lanciare un progetto sperimentale che consenta di mettere a disposizione gratuitamente spazi, alloggi, studi e strutture non utilizzati per i professionisti che intendano insediare la loro attività in aree cittadine attualmente “scoperte”. Si otterrebbero in questo modo due risultati: la valorizzazione di spazi altrimenti inattivi e l’incentivo ai professionisti potenzialmente in grado di assicurare un servizio fondamentale ai territori che ne hanno esigenza. A Torino risiedono circa 90mila cittadini under 14  e i medici pediatri di libera scelta sono una sessantina. Ci sono quartieri nei quali ogni pediatra deve teoricamente assistere oltre 1.400 bambini.  L’attuale situazione penalizza le famiglie piemontesi e i cittadini più giovani, il cui diritto alla cura rischia di essere messo a repentaglio dalla scarsità di pediatri.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.
Simone Fissolo – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale di Torino.
Ivana Garione – Vice Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale di Torino.
Alessandro Nucera – Capogruppo Moderati, Circoscrizione 2 Torino.