Skip to main content

Studenti con esigenze speciali in presenza e DAD per tutti gli altri? Questa non è la soluzione

Questa prospettiva rimanda a scenari da “classi speciali”, abolite da quasi cinquant’anni: chiediamo che l’essere o meno alunni con disabilità o con bisogni educativi speciali non sia un criterio per essere destinati alla didattica in presenza o a distanza. Urge garantire una reale e completa inclusione. Faccio mie le richieste presentate in questo senso a Regione Piemonte e Città di Torino dalla CPD.

Didattica a distanza per tutti tranne che per gli alunni con bisogni educativi speciali o con disabilità? Una soluzione che rimanderebbe in maniera inquietante a scenari da “classi speciali”, abolite nel lontano 1977. Faccio mie le richieste presentate anche dalla CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà) a Regione Piemonte e Città di Torino. La presenza quotidiana in classe di alunni con disabilità – in una dimensione di autentica inclusione –  è un valore, a patto che questi alunni non siano lasciati soli in classe. Urge evitare che si aprano baratri nella continuità dell’integrazione con gli altri alunni o studenti, fatto che avrebbe gravissime conseguenze dal punto di vista didattico, formativo, personale e relazionale. Lo stesso Decreto del Ministero dell’Istruzione specifica esplicitamente la necessità di garantire “condizioni di reale inclusione” suggerendo, come possibili compagni di classe in presenza degli alunni con BES, i “figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione” (questo è solo un esempio delle molteplici possibilità). Permettiamo immediatamente a tutti i nostri alunni non solo di fruire del sacrosanto diritto allo studio, ma anche dell’altrettanto sacrosanto diritto a una piena inclusione. Questo obiettivo si raggiunge estendendo a tutti la didattica a distanza oppure prevedendo un’aliquota di studenti in presenza insieme ai compagni con disabilità o disturbi specifici dell’insegnamento. Le Istituzioni se ne occupino.

Comune di Torino, DAD, disabilità, Regione Piemonte, Scuola