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Strisce blu, abbonamenti non sfruttati causa lockdown: la Maggioranza nega il rimborso ai torinesi

Bocciata la mia mozione: ora i nostri concittadini sanno chi ringraziare. L’avversione dei Cinque Stelle contro chi usa l’auto privata arriva al punto di negare un diritto che invece dovrebbe essere pacifico.

Garantire il rimborso dell’abbonamento (o il suo prolungamento per un numero di giorni analogo al periodo non sfruttato) a chi, per causa di forza maggiore, non è stato nelle condizioni di beneficiare del servizio acquistato dovrebbe essere un fatto pacifico: ma non per questa Maggioranza. I Cinque Stelle in Sala Rossa hanno appena bocciato la mia mozione sul tema, preferendo negare il riconoscimento di un sacrosanto diritto. Non saranno rimborsati, dunque, i torinesi che non hanno usufruito degli abbonamenti per le strisce blu durante i mesi di lockdown. Avevo presentato la mia mozione pensando per esempio a chi si sposta in auto per lavoro e a chi, tutti i giorni, raggiunge l’azienda, l’ufficio o i propri clienti nei quartieri presso i quali, in struttura o su strada, la sosta è a pagamento. I professionisti e le partite IVA della maggior parte dei settori merceologici non hanno lavorato (e dunque non ha emesso fatture né percepito reddito) durante i mesi di quarantena. Assurdo non pensare a queste categorie, che dalla chiusura hanno subito un danno gravissimo e che non hanno potuto contare sullo stipendio puntualmente versato il 27 del mese. Che “non siano previsti provvedimenti dal Governo” o, come ho sentito dire più volte, che “nessuno abbia privato i titolari di abbonamento del diritto di parcheggiare in zona blu” è irrilevante: il rimborso degli abbonamenti non utilizzati è un diritto e oggi non è stato riconosciuto. A tanto arriva l’avversione dei Cinque Stelle contro chi utilizza l’auto privata.

Comune di Torino, mobilità, Strisce Blu