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Strade-groviera dopo i lavori per il posizionamento della fibra ottica

Passano ben più dei canonici 60 giorni prima che gli interventi “provvisori” di copertura (di qualità insoddisfacente e spesso non in asse rispetto al resto dell’asfalto) siano a loro volta sostituiti dagli interventi “definitivi” dopo i lavori di scavo e collocazione dei cavi. Chi ne fa le spese? Automobilisti e pedoni (disabili e anziani per primi). Il rischio? Che alla fine sia il Comune a dover intervenire. A proprie spese.

Si scrive “lavori per il posizionamento della fibra ottica”. Ma si legge: buche nelle strade, pericolosi avvallamenti sui marciapiedi, cancellazione delle strisce pedonali.

Ho voluto fare luce su un problema che non è più possibile ignorare con un’interpellanza discussa questo pomeriggio in Sala Rossa. Dalla discussione è emerso il meccanismo alla base della questione: il Regolamento del Suolo Pubblico della Città di Torino prevede, è vero, un limite massimo di 60 giorni per il ripristino definitivo del manto stradale dopo il primo intervento provvisorio (da effettuare immediatamente dopo la fine dei lavori); il problema è però che il computo dei due mesi non parte dal momento della conclusione del singolo scavo, ma dal momento della conclusione dell’ultimo degli scavi effettuati in un’intera zona o area cittadina. È chiaro come, in questo modo, marciapiedi e strade di interi quartieri rimangano in condizioni indecenti per tempi molto più lunghi.

Paradigmatica la situazione di via Cecchi e dintorni, dove l’asfalto della carreggiata e dei marciapiedi è ridotto a una sorta di groviera punteggiato di trappole ai danni di chi guida, cammina o attraversa. L’Amministrazione ha consapevolezza che sono in primis i cittadini anziani o con disabilità a pagare lo scotto della situazione? Chi è che controlla che le aziende appaltatrici rispettino i parametri minimi di qualità?

Ma condizioni in tutto e per tutto simili si riscontrano in altre zone della città. Basta una passeggiata, per esempio, in Borgo Vittoria (tra le altre: via Mosca, via Roccavione, via Nigra, via Natale Palli, via Gulli, via Baracca e via Coppino) per rendersene conto. In altri quartieri la situazione non è diversa.

I chilometri di sedimi cittadini interessati da interventi di questo tipo sono davvero tanti e il mio timore è che, alla fine, tocchi poi alla Città riasfaltare, quando invece è previsto dai bandi che sia l’azienda appaltatrice a occuparsene. È questo il prezzo da pagare per portare un elemento di tecnologia nei nostri quartieri?