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Paritarie, oltre ai ritardi anche i tagli: un milione in meno

Il Comune non ha ancora erogato nulla di quanto pattuito per il 2014, oltre tre milioni di euro, ma il vero pericolo è nel bilancio: un milione in meno per le scuole paritarie che mette a rischio la sopravvivenza degli istituti e la garanzia di una scelta di libertà per le famiglie. Il Nuovo Centrodestra chiede che i fondi vengano reintegrati: non ci bastano le generiche concessioni della maggioranza, serve un impegno serio.

Già annaspano per la carenza dei fondi: alle scuole paritarie di Torino mancano i contributi relativi all’anno 2014 del Comune (3milioni e 250mila euro), della Regione e dello Stato, messi a bilancio ma dei quali non è stato erogato neppure un centesimo. Ma il vero problema è in realtà assai più grave e corposo: dal bilancio 2014 del Comune, infatti, manca un milione tondo sull’importo della convenzione, una scelta che, se confermata, avrebbe conseguenze a dir poco catastrofiche sia per la ricaduta sul lavoro, sia per la libertà delle famiglie, sia sul sistema educativo comunale.

6.233 bambini e 556 insegnanti (di cui 482 laici) rischiano di perdere rispettivamente il loro posto nella scuola dell’infanzia e il loro posto di lavoro. Il sistema scolastico cittadino collasserebbe, così come le casse del Comune, poiché la spesa che la Città dovrebbe sostenere per lo stesso servizio erogato da scuole statali sarebbe di gran lunga superiore, fino a dieci volte tanto, stando alle statistiche più recenti, che individuano un costo medio annuo per studente di circa 5mila 800 euro. Il conto, salatissimo per il Comune, farebbe oltre 36 milioni all’anno, a fronte dei 3milioni e 250mila stanziati per la convenzione con la FISM.

Una scelta miope, inaccettabile, che nega il diritto fondamentale delle famiglie a scegliere il tipo di educazione che viene impartita ai propri figli (di questo contributo, è bene ricordarlo, non beneficiano soltanto scuole cattoliche): un milione in meno, unito ai ritardi, avrebbe l’effetto di far chiudere una parte delle scuole e di costringere quelle che non vogliono chiudere ad aumentare le rette, così che chi già paga due volte per un servizio paga ancora di più, a licenziare il personale, a ridurre i servizi.

Sempre che non si tratti di vera miopia, ma della scelta deliberata di chi, per eliminare le possibilità e le prerogative di libertà delle famiglie, di chi magari deriva da un’altra storia e da un’altra tradizione, per perseguire la strategia della monocultura, alla fine provoca disastri in tutto il sistema della pubblica istruzione, paritaria e statale.

Il Nuovo Centrodestra chiederà subito che vengano integrati i fondi mancanti, nel rispetto di una convenzione che certamente non può essere modificata al termine dell’anno: non ci bastano le generiche promesse della maggioranza, vogliamo un impegno serio e definitivo. Per le scuole paritarie un ulteriore segnale che fidarsi del PD e delle strizzatine d’occhio ai cattodem spesso non è salutare, visto che alla fine prevalgono altre logiche, meno libere e più stataliste.