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Olimpiadi, Appendino migliore Sindaca possibile (per Milano, però)

La candidatura per i Giochi del 2026 nasce nella maniera peggiore, con uno psicodramma collettivo e un elenco di dodici punti di stucchevole ovvietà, buono però a tenere in piedi una Maggioranza nella crisi d’identità più totale. Ormai i giornali nazionali dipingono Torino come città senza guida: la nostra Prima Cittadina non perde occasione per dare nuove occasioni di confronto con Milano, tutte favorevoli al capoluogo lombardo. Che, sentitamente, ringrazia. La candidatura di Torino resta comunque una gran bella notizia. Sperando che tutti i vantaggi non vadano sotto la Madonnina, lasciando sotto la Mole solamente i costi.

Appendino si conferma la migliore Sindaca possibile: per Milano, però.

Mi compiaccio del cambio di rotta di una parte della Maggioranza: “Olimpiadi sì”. Una buona prova di buon senso, al netto del balletto dei distinguo prontamente andato in scena in Sala Rossa.

Una cosa è evidente: queste Olimpiadi nascono, a livello di candidatura, male, malissimo, con un dossier gestito, se possibile, ancor peggio.

Il Movimento Cinque Stelle si conferma ormai completamente piegato a logiche da Prima Repubblica: al grido “onestà” si sostituirà presto il grido “Realpolitik”? Sta di fatto che oramai la forza politica alla guida di questa Città fa tutto ciò che, fino all’altro ieri, diceva di contrastare.

Sui dodici punti: li trovo condivisibili, fino all’ovvietà. Manca solo l’impegno a costruire un Villaggio Olimpico di marzapane e poi gli ingredienti “da fiaba” ci sono tutti. Che cosa non si fa, per mettere una pezza alla frattura politica…

La gestione di tutto il processo mi preoccupa molto. Mi auguro che le Olimpiadi siano assegnate a noi, in ogni caso. Possibilmente con un rapporto tra costi e benefici non troppo sfavorevole a Torino: non spero tanto nelle capacità dell’Amministrazione, ma da cattolico credo ai miracoli.