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Nigeria: condanna alle stragi di cristiani e affermazione del diritto alla libertà di religione

Approvato l’ordine del giorno presentato da Silvio Magliano. Il Vice Presidente Vicario del Consiglio Comunale: “Una presa di posizione forte per invitare istituzioni nazionali e internazionali a porre in essere tutte le iniziative volte a fermare i massacri di cristiani, in Nigeria e ovunque avvengano nel mondo”.

Il Consiglio Comunale di Torino ha approvato oggi, con 30 voti favorevoli e un astenuto, un ordine del giorno in merito alle stragi dei Cristiani in Nigeria, una tragedia immane che continua a compiersi senza che nessuno, nazione o organismo internazionale, riesca a trovare un modo per porvi fine. Il documento approvato in Sala Rossa impegna la città a condannare le stragi e gli atti di efferata violenza ai danni dei Cristiani in Nigeria, a sollecitare gli organismi istituzionali affinché pongano in essere tutte le iniziative per fermare le persecuzioni, in Nigeria e ovunque si verifichino, tutelando il diritto dei Cristiani alla libertà di professare la propria religione anche ove essi costituiscano una minoranza. Negli ultimi sei mesi sono state oltre 600 le vittime delle violenze perpetrate da Boko Haram, una fazione legata ad Al Qaeda che ha preso di mira la Chiesa in quanto rappresenta la cultura e i valori occidentali che essa afferma di combattere, diffondendo tra i giovani un modello di istruzione occidentale.

A questi casi eclatanti si somma in Paesi del vicino e medio Oriente nonché dell’Asia profonda la quotidiana e progressiva pratica silenziosa di omicidi confessionali e l’induzione all’espatrio dei fedeli delle antiche Chiese apostoliche, determinata oltre che dallo stillicidio cruento, dalla compressione crescente degli spazi di presenza e libertà per le minoranze cristiane in numerosi Paesi dell’Asia. Non si tratta di episodi isolati, ma di un’aggressione sistematica alla libertà religiosa, in numerose aree del mondo, sia affette da grave instabilità politica, sia in mano a regimi non democratici: tollerare simili persecuzioni non significa soltanto ignorare sistematicamente il diritto alla libertà personale di intere comunità, ma anche aggiungere alle violenze subite dalle vittime anche quella del silenzio e dell’indifferenza.