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Blocchiamo la deliberazione della Regione sui LEA per salvare il sistema-psichiatria

Non possono essere le famiglie (né i Comuni) a finanziare i servizi residenziali in psichiatria.

Con la deliberazione appena emanata sui servizi residenziali in psichiatria, l’Amministrazione regionale ha gettato la maschera su quello che considera il suo modello di Sanità: un modello che scarica sui cittadini (e sui Comuni) i costi dei servizi, che mette al centro della propria strategia non l’individuo ma il mero dato economico e secondo il quale chi potrà pagare avrà i servizi, mentre tutti gli altri rischiano di essere tagliati fuori.

Un modello contro il quale mi batto con fermezza, e che chiedo alla Regione di non mettere in atto.

Se così non sarà, dal 1° gennaio 2016 anche i Gruppi appartamento a 24 e 12 ore saranno considerati assistenziali (non sanitari), e come tali saranno al 60% a carico degli utenti (o dell’Amministrazione comunale per i soggetti indigenti). Un impegno economico, per le asfittiche casse comunali, superiore ai 10 milioni di euro, e dunque insostenibile. Saranno come al solito le famiglie a pagare, anche alla luce delle nuove fasce ISEE.

La Sanità che vorrei è del tutto diversa: è una Sanità che mette al centro l’utente e non il servizio erogato; è una sanità che considera la domiciliarità una forma di cura psicologicamente più umana ed economicamente più sostenibile; che ha ben chiaro il valore e l’importanza del ruolo della sussidiarietà, del non profit e degli operatori; che prima consulta le parti coinvolte e poi decide (non viceversa).

Ricordo per l’ennesima volta che attualmente il comparto pubblico non è in grado, né dal punto di vista delle infrastrutture né da quello economico, di assorbire in struttura i pazienti che dovessero trovarsi privati della possibilità di usufruire di cure domiciliari.

Bloccare questa deliberazione regionale significa salvare il sistema-psichiatria e scongiurare l’interruzione delle cure per i pazienti della nostra città.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)

Circa mille malati psichici a Torino rischiano di perdere le cure domiciliari

Dal 2016 toccherà a utenti e Comune pagare il 60% delle cure assistenziali a domicilio, ma le casse civiche non possono sostenere la spesa, stimata in oltre 10 milioni di euro. Centinaia di pazienti rischiano così di non poter essere curati. Anche centinaia di posti di lavoro sono messi a repentaglio. Serve la convocazione urgente di un tavolo di confronto ed emendamenti sostanziali al documento approvato dalla Giunta regionale.

Sottoscrivo in toto la mozione liberata per l’aula questa mattina dal Consiglio comunale che esprime una valutazione negativa della deliberazione della Giunta regionale sui servizi residenziali in psichiatria, e che impegna il Sindaco e la Giunta a richiedere alla Regione la convocazione urgente di un tavolo di confronto con le parti e i soggetti coinvolti.

Servono sostanziali emendamenti al testo in questione, senza i quali dal 1° gennaio 2016 anche i Gruppi appartamento a 24 e 12 ore saranno considerati assistenziali (non sanitari), e come tali saranno al 60% a carico degli utenti (o dell’Amministrazione comunale per i soggetti indigenti). Un impegno economico, per le asfittiche casse comunali, superiore ai 10 milioni di euro (e che rischia di gravare moltissimo sui cittadini, alla luce delle nuove ISEE).

Ma i soldi difficilmente si troveranno e dunque centinaia di malati (sono circa un migliaio su tutto il territorio comunale) rischiano di perdere il diritto alle cure domiciliari. Inoltre, sono centinaia i posti di lavoro a rischio.

Senza contare che la minor istituzionalizzazione è una forma di cura molto più umana e rappresenta essa stessa uno strumento di cura, va considerato che l’ospedalizzazione è molto più costosa della residenzialità. Il comparto pubblico in struttura non è attualmente in grado di assorbire tutti quei pazienti eventualmente privati della possibilità di usufruire di cure domiciliari.

Garantire adeguati finanziamenti alla domiciliarità non è solo un modo per garantire una metodologia di cura più umana a tante persone: è anche l’unico modo per evitare il collasso dell’intero sistema sanitario.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)

Troppi eventi allo Strippaggio, un fardello per la zona di Parco Dora

Festival e concerti, eventi e raduni dal giovedì alla domenica, alcuni dei quali non autorizzati. Un calendario fittissimo, ormai non più sostenibile. Sarebbe ora di cominciare a lavorare per restituire davvero l’area alla cittadinanza.

Il calendario degli eventi al Capannone Strippaggio di Parco Dora è ormai talmente fitto, tra eventi autorizzati e raduni spontanei, da essere totalmente insostenibile dal quartiere, che deve sopportare musica sparata ben oltre i limiti (acustici e temporali) consentiti, frequenze basse da far vibrare i vetri delle finestre, sporcizia e degrado.

La zona non può sostenere quattro giorni a settimana, dal giovedì alla domenica, quando va bene, di raduni all’aperto. Tanto più che Parco Dora è stato pensato, all’origine, come oasi verde di tranquillità nel cuore di Torino: non certo con la vocazione da location per eventi.

I mega eventi a Parco Dora, così come sono al momento, valgono inoltre ad attirare molta gente da altre zone della città, ma rischiano di rendere il quartiere invivibile per quei cittadini che hanno investito e creduto in Parco Dora, sulla base delle promesse, da parte dell’Amministrazione civica, di vedere presto un quartiere completamente diverso.

La stessa Amministrazione dovrebbe lavorare per rendere appetibile e vivibile la zona, in primis per chi la abita. Una volta garantito questo, ben vengano eventi e movida, organizzati e pianificati secondo le regole e rispettando un modello (e un calendario) sostenibile.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)

Corso Farini e accordi disattesi

Corso Farini

Con questa interpellanza chiedo se la Giunta Comunale intenda procedere al prolungamento dell’area aperta al transito dell’attuale corso Farini fino all’incrocio con Lungo Dora Siena e se ancora preveda lo spostamento del capolinea dell’autobus n. 55, come da accordi originari.

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Affidare agli operatori la pulizia dei mercati e abbassare la tassa rifiuti

Questa Amministrazione sbandiera come un grande successo il fatto che il contratto di servizio con Amiat non sia aumentato rispetto allo scorso anno. Sarebbe invece il momento di abbassare davvero la tassa rifiuti per i residenti nella città più tartassata d’Italia. Sono gli stessi mercatali a chiedere di poter gestire in prima persona le operazioni di pulizia delle sedi di mercato: risparmierebbero loro, risparmierebbe il Comune e risparmierebbero i cittadini.

Questa Maggioranza, per bocca dell’Assessore Lavolta, ostenta come un grande successo politico e amministrativo il mantenimento, presentato come risultato clamoroso, del costo del contratto di servizio 2015 Amiat sui livelli dell’anno passato.

A prescindere dal fatto che un anno senza aumento dopo una lievitazione dei costi pari a quasi 30 milioni di euro nei sei anni precedenti (135 milioni di euro nel 2008 contro i 163milioni di euro del 2015) non è un risultato di cui andare fieri, ritengo che la priorità debba essere sgravare il peso delle tasse sui cittadini torinesi. Che sono, da questo punto di vista, più tartassati d’Italia.

Gli stessi operatori dei mercati hanno più volte chiesto di organizzare in prima persona la pulizia delle aree di mercato. Concederglielo garantirebbe un triplice risparmio: risparmierebbero gli operatori stessi, per i quali il costo dell’Amiat è tra i più gravosi della loro attività; risparmierebbero i cittadini sui quali, lo ricordiamo, grava il 50% del costo della pulizia delle aree di mercato; e risparmierebbe naturalmente il Comune, che non dovrebbe più pagare questo servizio all’Amiat.

A questo punto sarebbe possibile uno sconto sulla tariffa rifiuti per tutti i cittadini. La Giunta Fassino ha appena approvato un apposito Regolamento per chiedere ai cittadini di occuparsi di aiuole, giardini e piazzette. Eccoci alla prova dei fatti: chissà se la sussidiarietà vale sempre o se vale solo quando fa comodo perché non ci sono i soldi…

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)