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Sopralluogo in piazza Hermada e dintorni

#Sopralluogo in piazza Hermada e dintorni, questa mattina. Ho voluto verificare la situazione dal punto di vista della viabilità e della sosta selvaggia a cento giorni dalla discussione in Aula della mia ultima interpellanza sul tema. La novità è che è spuntata l’ipotesi di modifiche urbanistiche su via Don Giovanni Cocchi, con la possibile introduzione di un senso unico verso la stessa piazza Hermada (previo restringimento della carreggiata). Due quesiti che intendo porre, al più presto, alla Giunta. Primo. Esisteva un progetto già allo studio delle precedenti Amministrazioni per la riqualificazione dell’area: che cosa intendiamo farne, come Città? Secondo: quali analisi dei flussi di traffico si sono condotte, o si condurranno, prima di modificare il senso di marcia di una strada che attualmente serve a decongestionare il traffico di tutta la zona? Il mio timore è un’ulteriore riduzione del numero dei posteggi disponibili e la formazione di interminabili ingorghi al successivo semaforo.

Anche sulla lotta allo spaccio la linea Cinque Stelle è “Non disturbate il manovratore”

Ho chiesto alla Giunta come intenda affrontare i problemi di Borgo Vecchio Campidoglio e della zona circostante il Sacrario del Martinetto, ma non appena ho parlato di sicurezza la Maggioranza è insorta al grido: “È strumentalizzazione”. Evidentemente, alle Opposizioni non è consentito, in questa Città, interessarsi di temi quali microcriminalità e degrado. 

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INTERPELLANZA – Le opere edilizie sono ‘precarie’, l’Amministrazione aumenta le tariffe e i costi per i cittadini sono strutturali e in crescita costante: e se pagassero tutti?

PREMESSO CHE

  • a partire dai primi mesi del 2016 la Divisione Tributi ha iniziato un’ampia attività di controllo delle occupazioni di suolo pubblico effettuate con opere soggette a concessione edilizia (permesso di costruire) rilasciata a titolo precario;
  • le opere interessate sono essenzialmente le intercapedini, le bocche di lupo, i lucernari, le pensiline, le tettoie, le botole e le pedane, nel loro complesso solitamente denominate “precari edilizi”;
  • si trattava di svolgere una serie di verifiche (circa 700) presso quei contribuenti che non avevano aderito positivamente alla sanatoria iniziata anni addietro e relativa a 4000 indirizzi/fabbricati;

RILEVATO  CHE

  • l’articolo 1, comma 2 del Regolamento n. 257 COSAP definisce occupazione di suolo pubblico qualsiasi occupazione per l’utilizzo diretto di strade, aree e relativi spazi soprastanti e sottostanti appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile del Comune ovvero di aree private soggette a servitù di pubblico passaggio;
  • l’articolo 4, comma 1 prevede che le occupazioni di spazi e aree pubbliche possano essere permanenti o temporanee, in particolare alla lettera a) vengono considerate permanenti le occupazioni concesse a tempo indeterminato, di carattere precario, per le quali è necessario il rilascio di un permesso edilizio;
  • l’articolo 53, comma 1 stabilisce che per la costruzione di opere edilizie a titolo precario deve essere presentata istanza presso i competenti uffici per l’ottenimento del permesso di costruire, che costituisce il presupposto per l’occupazione del suolo pubblico;
  • l’articolo 1, comma 3 del suddetto Regolamento, in combinato disposto con l’articolo 63 d.lgs. n. 446/1997, stabilisce che il corrispettivo dovuto dal beneficiario di un provvedimento amministrativo di concessione emesso dal Comune è rappresentato dal canone di occupazione;
  • il canone è commisurato alla superficie occupata, alla durata dell’occupazione e alla relativa tariffa ed è dovuto per tutte le tipologie di occupazione;

CONSIDERATO CHE

  • per un fabbricato ad uso abitativo caratterizzato dalla presenza di un’intercapedine il canone COSAP rappresenta una delle voci di spesa più rilevanti e, soprattutto, rispetto alla quale non si possono mettere in atto comportamenti virtuosi quali razionalizzazione dell’utilizzo e/o riduzione dei consumi;
  • le opere edilizie a titolo precario nascono con l’edificio e sono destinate a durare quanto lo stesso;
  • la precarietà dell’opera non è sinonimo di temporaneità della destinazione d’uso ma è connessa alla natura demaniale del suolo, che determina la discrezionale possibilità di revoca della concessione da parte della Città;
  • il canone COSAP per le opere edilizie precarie è, anno dopo anno, in costante crescita e non eludibile;
  • come rappresentato allo scrivente da cittadini residenti in Circoscrizione VIII e con specifico riferimento alla loro situazione, restando ovviamente immutata la dimensione dell’intercapedine (48 mq) presente nelle adiacenze del loro edificio, il canone è passato dall’importo di € 2.300 (anno 2002) a € 5.459 (anno 2017);

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quanti siano gli edifici presenti in Città, quanti siano caratterizzati dalla presenza di “precari edilizi” e quanti di questi siano in regola con il pagamento del canone annuo;
  2. quale sia il gettito annuo del tributo COSAP per “precari edilizi”;
  3. se gli accertamenti della Divisione Tributi stiano proseguendo e con quali tempistiche si preveda di completare i controlli di tutti gli edifici cittadini;
  4. se l’Amministrazione si dichiari disponibile – se sì, in quali termini – a considerare la revisione, la rimodulazione o comunque a porre un freno alla costante crescita, anno dopo anno, della tariffa per i “precari edilizi”, considerata l’impossibilità per i cittadini di ricorrere a comportamenti virtuosi per limitarne il gravame.

Silvio Magliano