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INTERPELLANZA – Impossibile ‘rifiuto’?

PREMESSO CHE

  • la raccolta differenziata domiciliare, nota come “porta a porta”, è una tipologia di raccolta che AMIAT e Città di Torino hanno adottato dal 2003;
  • essa è regolata da specifiche ordinanze ed è attiva su circa metà del territorio cittadino;
  • si prevede l’eliminazione dei grandi cassonetti su strada per sostituirli con altri più piccoli e collocati, ove possibile, all’interno dei cortili e degli spazi condominiali;
  • lo svuotamento dei contenitori è svolto da AMIAT nei giorni prestabiliti e secondo un calendario ufficiale;
  • ogni condominio si deve organizzare per l’esposizione dei contenitori nei giorni e negli orari stabiliti dal calendario;

RILEVATO CHE

  • come riferito allo scrivente da alcuni cittadini, i cassonetti collocati nei cortili condominiali – secondo specifiche disposizioni ricevute da AMIAT – devono essere posizionati a bordo strada entro le due ore antecedenti la raccolta da parte di AMIAT e poi devono essere ritirati oltre le due ore successive allo svuotamento;
  • accade con sempre maggiore frequenza che, in ossequio alle disposizioni operative, molti condomini debbano incaricare, e pertanto remunerare, un soggetto che si occupi dello spostamento dei cassonetti condominiali;
  • in uno dei condomini di residenza dei cittadini incontrati dallo scrivente la collocazione dei cassonetti, oltre a comprimere lo spazio libero ad uso comune, ha generato rilevanti problemi dal punto di vista igienico-sanitario causando la presenza di blatte, topi e corvi;

CONSIDERATO CHE

  • lo Statuto Albertino, Carta fondamentale del Regno di Sardegna promulgata il 4 marzo 1848, definiva la proprietà privata come “sacra, inviolabile, intangibile e solo in casi rarissimi ed eccezionali può essere sacrificata”;
  • l’articolo 42 della Costituzione repubblicana, in vigore dal 1° gennaio 1948, riconosce, garantisce e tutela la proprietà privata, prevedendone l’esproprio solo per motivi di interesse generale e dietro indennizzo;
  • l’articolo 832 del Codice Civile stabilisce che “il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico”;
  • l’articolo 10 del Regolamento n. 280 per la gestione dei rifiuti urbani stabilisce che “Il proprietario singolo o l’amministratore, laddove nominato, o i condomini, in solido fra loro, hanno l’obbligo, previa informazione agli stessi da parte del gestore del servizio, di consentire il posizionamento dei contenitori all’interno degli stabili negli spazi ritenuti idonei da parte del gestore del servizio che ne rimane proprietario”;
  • si è creata una situazione che, de facto, discrimina tra cittadini di serie A (che non ospitano i cassonetti del porta a porta nei loro spazi comuni) e di serie B (che ospitano i cassonetti nei loro cortili e pertinenze e poi pagano qualcuno per la collocazione degli stessi su strada e il successivo ritiro), imputando ai primi costi impliciti e ulteriori connessi alla tassazione per la gestione dei rifiuti;
  • il “lavoro” che il regime del porta a porta impone ai cittadini sgrava AMIAT di responsabilità e compiti che poi però non vengono riconosciuti ai cittadini stessi in termini di riduzioni tariffarie;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione si rifiuti si garantire l’eguaglianza formale e sostanziale dei cittadini (come da dettato costituzionale) continuando a discriminare tra coloro i quali, per qualsiasi motivo, non ospitano i cassonetti del porta a porta nei loro spazi comuni/pertinenze e coloro i quali si vedono obbligati ad ospitare i cassonetti nei loro cortili e poi debbono remunerare qualcuno per la collocazione degli stessi su strada – e il successivo ritiro – secondo tempi e orari prestabiliti;
  2. se, in conseguenza di quanto enunciato al punto precedente, l’Amministrazione ritenga corretto causare maggiori costi ad alcuni cittadini (e, di conseguenza, minori oneri per AMIAT), rifiutando di riconoscere adeguate compensazioni in termini di riduzioni tariffarie;
  3. se l’Amministrazione rifiuti di farsi parte diligente promuovendo lo studio e la realizzazione di soluzioni per la collocazione dei cassonetti che possano soddisfare equamente sia le esigenze di AMIAT sia le legittime prerogative dei cittadini che intendono rifiutare l’utilizzo delle parti comuni dei loro condomini;
  4. se l’Amministrazione intenda rifiutare di intervenire in maniera attenta alle esigenze lamentate da molti cittadini, peraltro riprese dagli organi d’informazione (La Stampa del 9 settembre u.s.), al fine di evitare il proliferare di sfiancanti e antieconomici contenziosi.

Silvio Magliano

PROPOSTA DI MOZIONE – Istituzione di un tavolo tecnico per la definizione delle modalità di certificazione e documentazione delle eccedenze alimentari cedute a titolo gratuito dalla grande distribuzione organizzata ad associazioni ed enti del terzo settore

Il Consiglio Comunale di Torino,            

PREMESSO CHE

  • l’articolo 17 della legge 19 agosto 2016, n. 166 (“Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”), stabilisce la riduzione della tariffa relativa alla tassa sui rifiuti per tutte le utenze non domestiche relative ad attività commerciali, industriali, professionali che producano o distribuiscano beni alimentari e che, a titolo gratuito, cedano tali beni alimentari a indigenti, a persone in condizioni di insussistenza o per finalità di alimentazione animale;
  • alle tipologie di utenze non domestiche sopra indicate la Civica Amministrazione potrà applicare un coefficiente di riduzione della tariffa proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione;
  • in attuazione della legge n. 166/2016, la deliberazione del Consiglio Comunale 26 febbraio 2018 (mecc. n. 2018 00587/013) conferma, anche per il 2018, un’agevolazione in favore delle utenze non domestiche che gratuitamente cedano le eccedenze alimentari per fini di solidarietà sociale;
  • l’agevolazione TARI dovrebbe essere proporzionata al peso – documentato – delle merci donate secondo le modalità di cui all’articolo 15, c. 1 del Regolamento TARI;
  • è previsto che tale agevolazione possa cumularsi con altre agevolazioni e/o riduzioni stabilite dal Regolamento TARI;
  • il costo a carico della Città, stimato in circa € 20.000, è finanziato attraverso apposita previsione nel Piano finanziario 2018;

CONSIDERATO CHE

  • per usufruire della riduzione dell’importo TARI sia la disposizione legislativa sia la delibera consiliare sanciscono come requisito essenziale la necessità che le quantità di generi alimentari ceduti a titolo gratuito dalla Grande Distribuzione Organizzata ad Enti e Associazioni del Terzo Settore siano debitamente certificate e documentate;

IMPEGNA

Il Sindaco e la Giunta:

  1. a garantire massima diffusione, tramite i propri canali istituzionali, circa l’opportunità riconosciuta alla Grande Distribuzione Organizzata di ottenere una riduzione dell’importo TARI annualmente versato alla Città a fronte della cessione gratuita delle eccedenze alimentari ad Enti e Associazioni del Terzo Settore;
  2. ad istituire un tavolo tecnico a cui invitare rappresentanti sia della Grande Distribuzione Organizzata sia delle Associazioni ed Enti del Terzo Settore affinché si possa individuare una modalità univoca per la certificazione e la documentazione delle eccedenze alimentari cedute a titolo gratuito e, di conseguenza, per consentire agli attori della Grande Distribuzione Organizzata di fruire della riduzione del quantum dovuto ai fini TARI.

Silvio Magliano

PROPOSTA DI MOZIONE – Area nomadi, non autorizzata e non attrezzata, nel territorio della Circoscrizione 2: quando i cittadini (di)sperano che un giardino torni ad essere semplicemente un giardino!

Il Consiglio Comunale di Torino,

PREMESSO CHE

  • da più di un anno all’interno del giardino “Ferruccio Novo” in corso Cosenza/via Gorizia/via Buenos Aires persiste la presenza indecorosa di quello che è di fatto un accampamento nomadi abusivo;
  • a corredo sono presenti numerosi veicoli quali camper, furgoni e caravanserragli posteggiati sul marciapiede di corso Cosenza;

CONSIDERATO CHE

  • la condizioni igienico-sanitarie che conseguono a tale occupazione abusiva sono indegne di una Città civile e moderna;
  • l’area occupata è diventata una latrina a cielo aperto paragonabile a situazioni di raccapricciante degrado tipiche del Quarto Mondo;
  • ad ogni ora del dì e della notte gli occupanti utilizzano l’area per i propri bisogni fisiologici mostrando una totale libertà di azione a sfregio del decoro, della decenza, del rispetto delle regole, della civile educazione, dell’ambiente e di tutti gli altri cittadini;
  • è fondato il timore che gruppi di residenti – esasperati dalla situazione e dall’inerzia di chi ha il compito istituzionale di garantire legalità, sicurezza, decoro, igiene e rispetto delle regole – possano decidere di intervenire autonomamente dando vita a pericolosi episodi di intolleranza e di “confronto” non propriamente fondati su una timida osservazione o orientati alla benevola sopportazione;
  • all’interno del giardino occupato è presente un Punto SMAT e una fontana “toretto” che, da più di un anno, hanno di fatto mutato la loro natura da pubblica a destinazione d’uso assolutamente privata, esclusiva e riservata alla popolazione nomade ivi stanziata;
  • tale atteggiamento priva tutti i cittadini della libertà di utilizzare liberamente le due fonti d’acqua pubblica;
  • il Consiglio di Circoscrizione 2 ha approvato nel corso della seduta del 21 giugno u.s. una proposta di Ordine del Giorno con cui si chiede alla Sindaca di attivarsi per porre fine alla situazione narrata e per trovare soluzioni per il ripristino delle condizioni di vivibilità dell’area;
  • risulterebbe in corso una raccolta di firme tra i cittadini per domandare alla Civica Amministrazione la chiusura dei due punti acqua sopra indicati, sperando in tal modo che gli occupanti abusivi decidano di ripristinare la loro vocazione al nomadismo andando a collocarsi altrove;

IMPEGNA

la Sindaca e la Giunta ad intervenire con urgenza, sia facendo leva sulla proprie specifiche competenze e prerogative sia cooperando e coinvolgendo le competenti istituzioni statali, per porre fine a questa indebita occupazione a tutela del decoro, della decenza, dell’igiene, della legalità e della sicurezza pubblica e affinché si realizzino soluzioni concrete volte al ripristino della completa fruibilità dell’area e del libero utilizzo dei beni del patrimonio pubblico da parte di tutti i cittadini.

Silvio Magliano