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INTERPELLANZA – 44 gatti (e forse molti di più) chiedono attenzioni concrete da parte di questa Amministrazione. Che senza dubbio ha molte altre ‘gatte’ da pelare…

PREMESSO CHE

  • le colonie feline sono protette da leggi nazionali (L. 281/91), regionali (L. R. 34/93, DPGR 4359/93), dall’art. 727 del codice penale e tutelate dal Sindaco;
  • come riportato nella pagina web dedicata del Comune di Torino: “Le colonie feline sono vere e proprie aggregazioni composte da un numero variabile di gatti, strutturate e legate ad un territorio in cui questi trovano tutte le risorse necessarie per sopravvivere: cibo, acqua, rifugi adatti anche per riprodursi e che molto spesso coincidono con spazi verdi abbandonati, con ruderi più o meno custoditi, con giardini privati non troppo frequentati dalle persone”, inoltre si dice che lo spostamento dei felini è ammesso “per motivi di carattere igienico sanitario”;
  • l’articolo 12, comma 2, punto c) della L. R. n. 34 del 1993 prevede la possibilità per il Comune della“cattura e la collocazione degli animali in affidamento od in altra sede più idonea”;
  • l’”Agenda Torino 2030”, redatta dal Gabinetto della Sindaca, recita a pagina 44: “la Città è nota per l’alta professionalità nella cura e tutela del suo patrimonio verde” e ancora “Da una parte, la cittadinanza esprime nuove esigenze, sia per la transizione demografica verso una popolazione più matura sia per i nuovi stili di vita, che richiedono nuove risposte dal sistema del verde urbano. Significa ripensare il verde urbano e quindi gli interventi strutturali nell’ottica di nuovi utilizzi e nuove opportunità per la cittadinanza. Dall’altra, l’infrastruttura verde urbana è motore di servizi ecosistemici che producono benefici tangibili per la comunità, in molti casi insostituibili. Questo sistema di servizi ecosistemici sarà potenziato nella Torino Vivibile, sia per aumentare i benefici per i cittadini in ambito igienico-sanitario e in termini di sicurezza ambientale, sia per far fronte a futuri scenari climatici che potrebbero mettere in crisi il sistema verde o comunque rendere più onerosa e complessa la gestione e manutenzione del sistema.”;

RILEVATO CHE

  • presso il giardino situato in via Rivoletto angolo via Forlì è presente una colonia felina in un territorio ove i felini non trovano le risorse necessarie per sopravvivere: “cibo, acqua, rifugi adatti anche per riprodursi e che molto spesso coincidono con spazi verdi abbandonati”. Il cibo e l’acqua vengono garantiti perché il Comune ha autorizzato una persona ad occuparsene;
  • il luogo è pericoloso per la salvaguardia dei felini stessi poiché non è uno spazio dove essi possano trovare riparo, vi è solo un muretto che delimita il sottopassaggio Carlo Donat-Cattin;
  • l’abbandono del giardino pubblico, adiacente alla colonia, è una conseguenza della mancanza di cura del verde da parte dell’Amministrazione e non un motivo per giustificare l’esistenza di una colonia felina;
  • il luogo non è segnalato né recintato e si registra una mancanza di cura dell’igiene con conseguenze per gli abitanti della zona: ad esempio, i condomini di via Givoletto 17 pagano un servizio di pulizia che si reca settimanalmente a pulire il garage, poiché luogo di defecazione per i gatti della vicina colonia;
  • la manutenzione del giardino pubblico, situato tra via Givoletto e via Forlì, è molto scarsa;
  • il passaggio per somministrare acqua e cibo ai felini è giornaliero, quello per ripulire i cassonetti dell’immondizia è settimanale, quasi ad indicare neppur troppo nascostamente una quasi preferenza di destinazione di quel luogo abbandonato;
  • alcuni alberi appaiono pericolanti e poco sicuri in caso di precipitazioni atmosferiche;
  • i residenti, in gran numero anziani, avrebbero diritto ad un luogo accessibile da persone in carrozzina, dove poter sedersi per ammirare un angolo di verde pubblico della città;

EVIDENZIATO CHE

  • lo scrivente si è già occupato del giardino in oggetto con precedenti atti consiliari (2018 01573 e 2020 00340): con riferimento all’interpellanza mecc. 2020 00340 del 30 gennaio 2020 lo scrivente domandava se l’Amministrazione avesse progetti per la riqualificazione del giardino, se l’Amministrazione avesse intenzione (e relative tempistiche di intervento) di migliorare la vivibilità del giardino incrementando il livello di pulizia, rimuovendo i ceppi, collocando panchine e altri elementi di arredo urbano e creando uno scivolo o una rampa per l’accesso dei disabili;

 CONSIDERATO CHE

  • a distanza di tempo duole constatare che la situazione generale del giardino è tutt’altro che migliorata;
  • l’attenzione per gli animali dovrebbe essere una priorità per questa Amministrazione; a tal proposito, la scelta di non festeggiare il patrono della Città, “San Giovanni”, con i fuochi d’artificio è una delle decisioni simboliche che dimostrano la vicinanza di questa Giunta alla qualità della vita degli animali;
  • autorizzando una colonia felina in un punto così pericoloso non si salvaguardano i gatti ma si aumenta il rischio della loro sopravvivenza;
  • l’attenzione al verde pubblico è un punto politico dell’agenda di questa Amministrazione e lo stesso è orgoglio della città, con i suoi stupendi parchi cittadini. Stupisce quindi la non curanza di un angolo di città come questo che potrebbe essere luogo di bellezza e benessere per gli abitanti;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione ritenga che la colonia felina di via Givoletto angolo via Forlì sia un luogo adatto e autorizzato per la sopravvivenza dei felini (sono privi di un riparo e posizionati accanto all’imbocco di un sottopassaggio);
  2. se l’Amministrazione intenda valutare uno spostamento dei felini, peraltro in costante aumento, dall’area in questione ad un luogo più idoneo, prediligendo la cura di un parco cittadino, che duole constatare così abbandonato;
  3. se l’Amministrazione intenda intervenire per migliorare la manutenzione del giardino, attraverso l’incremento dei passaggi di AMIAT, la realizzazione di uno scivolo per le persone in carrozzina e la collocazione di panchine.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Piazza Statuto: una ciclabile che mette in difficoltà sia ciclisti sia resto del mondo

PREMESSO CHE

  • la modifica alla viabilità di piazza Statuto, in particolar modo della sua parte occidentale, attraversata dalla Spina centrale, è iniziata con lo spegnimento dei semafori e l’istallazione dell’isola di traffico nel lontano 2001, per permettere la costruzione del Passante ferroviario;
  • dal 2001 in poi sono intervenute diverse modificazioni per il completamento della Spina che collega corso Principe Oddone a corso Inghilterra, il cui sottopasso è stato inaugurato nel 2016;
  • 19 anni dopo l’inizio delle modifiche alla viabilità, piazza Statuto viene immaginata per un nuovo attraversamento ciclopedonale, con annessa “casa avanzata” per i velocipedi;

RILEVATO CHE

  • la piazza, sempre per quel che concerne la sua parte occidentale, è ora attraversata da due percorsi ciclabili, lato est e lato ovest dell’area, entrambi prevedono due sensi di percorrenza, che si collegano, in assenza di idonea segnaletica orizzontale e verticale, sia al centro della piazza attraversando il traffico veicolare senza semafori, sia ai due lati nord e sud di essa utilizzando per la maggior parte dei casi gli attraversamenti pedonali (si allega una piantina);
  • lo scrivente ha ricevuto numerose segnalazioni relative all’utilizzo da parte delle auto dell’attraversamento ciclopedonale presente nel centro dell’area a causa di una  segnaletica poco chiara;
  • il raggio di curvatura, modificato con l’inserimento del nuovo percorso ciclabile, che da piazza Statuto permette alle auto di svoltare in via Cibrario, non pare sufficiente per permettere una manovra in sicurezza;
  • il traffico veicolare è spesso congestionato dall’inserimento delle auto provenienti da nord: da corso  Principe Oddone e da corso Principe Eugenio;
  • gli abitanti del condominio di piazza Statuto 26 si sono rivolti allo scrivente lamentando  un incremento delle situazioni di conflitto tra veicoli e mezzi di mobilità dolce determinato dalla confusione creata dall’introduzione del nuovo percorso ciclopedonale: a ciò si aggiunga l’impossibilità di sostare davanti al loro portone con conseguente grave nocumento per le persone con disabilità o comunque con difficoltà deambulatorie;
  • allo scrivente sono inoltre giunte parecchie segnalazioni circa lo stato del marciapiede di piazza Statuto, nel tratto tra via Cibrario e via San Donato, il cui dissesto è causa di frequenti inciampi e infortuni dei pedoni;

CONSIDERATO CHE

  • il traffico, specialmente nelle ore di punta, è particolarmente elevato e l’inserimento da corso Principe Oddone, attraverso le due corsie che confluiscono nella piazza, è congestionato a causa dell’inserimento delle autovetture provenienti da corso Principe Eugenio;
  • pare non sia completato il posizionamento della segnaletica del percorso ciclopedonale, nel tratto centrale della piazza risulta assente la segnaletica sia verticale sia orizzontale, mentre nella parte est non sono specificati i sensi unici del percorso ciclabile;
  • parrebbe proficuo utilizzare i finanziamenti ministeriali (MIT) ricevuti dalla Città per l’implementazione dei percorsi ciclopedonali anche per interventi di manutenzione e messa in sicurezza dei marciapiedi e delle piste ciclabili stesse;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione intenda intervenire con dei correttivi sull’assetto ciclopedonale della piazza, tenendo conto delle criticità segnalate in questo atto;
  2. se si ritenga possibile il restringimento di una parte di isola di traffico centrale per aumentare le corsie provenienti da corso Principe Eugenio e permettere un più facile inserimento delle auto da corso Principe Oddone;
  3. se si intenda valutare di spostare la pista ciclabile al centro della piazza con attraversamento all’interno dell’area oggi occupata dalle isole di traffico.
  4. se e quando verrà completata la segnaletica, considerando lo stato attuale della piazza, in particolar modo nella suo attraversamento centrale, dove la corsia dei pedoni ha una accavallamento scacchistico con quella delle bici;
  5. se si intendano inserire elementi dissuasori per dissuadere le auto dall’utilizzo improprio di questa zona di attraversamento ciclopedonale;
  6. se e quando si intenda intervenire per il ripristino a condizioni di sicurezza del marciapiede compreso tra via Cibrario e via San Donato.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Corso Giulio Cesare 6: un caleidoscopio di situazioni cui varrebbe la pena di prestare più attenzione

PREMESSO CHE

  • corso Giulio Cesare è un’importante arteria stradale urbana che trae origine in piazza della Repubblica e prosegue il suo percorso in direzione nord attraversando i quartieri Aurora, Barriera di Milano, Rebaudengo e Pietra Alta;
  • nel suo tratto iniziale, al civico 6, ha sede un condominio in merito alla cui situazione sono giunte allo scrivente numerose segnalazioni e richieste di aiuto;

 RILEVATO CHE

  • da quanto appreso, nel 2010 il compendio immobiliare in oggetto di intervento edile a fronte del progetto “The Gate”, con la supervisione e il parziale contributo economico della Città per un importo di € 450.000;
  • nel condominio ha sede la Moschea della Pace: trattasi, da quanto è stato comunicato allo scrivente, non di un noto luogo di culto ma di un’associazione culturale;
  • ciascun venerdì, presso il cortile condominiale, si celebra la preghiera settimanale: questo momento dà adito allo svolgimento di attività collaterali quali, ad esempio, la vendita di prodotti alimentari;
  • parallelamente alla commercializzazione di alimentari avviene lo spaccio di sostanze stupefacenti: attività, quest’ultima, non limitata alla giornata del venerdì ma “garantita” per tutto l’arco settimanale, notte e dì;
  • si aggiunga, sempre secondo quanto narrato allo scrivente da più voci, che numerose persone hanno preso l’abitudine di utilizzare le parti comuni del condominio come luogo riparato per bivaccare e dormire (androne, cortile, piano 4 scala B e altri luoghi);
  • tutte la attività sopra descritte avvengono nella totale inosservanza delle prescrizioni sanitarie in tema di contrasto alla diffusione epidemiologica in corso: quindi nessun distanziamento interpersonale, nessuna mascherina, nessuna igienizzazione per le mani;
  • risulta che il passaggio pedonale del portone rimanga perennemente aperto, in contrasto con le specifiche indicazioni dell’Amministratore;

CONSIDERATO CHE

  • non è degno di una città moderna e dinamica che proliferino entro i suoi confini delle autentiche “zone franche della legalità”: cioè aree più o meno ampie in cui le disposizioni di legge, valide erga omnes, non vengano osservate e nulla si faccia per ripristinare condizioni di igiene, sicurezza e legalità;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione sia a conoscenza della situazione sopra sinteticamente descritta;
  2. se l’Amministrazione, facendo ricorso alle molteplici competenze delle proprie articolazioni, intenda predisporre adeguati interventi al fine di avere cognizione diretta e non mediata della situazione, mappare le attività svolte e avere conoscenza la situazione sanitaria dei frequentanti;
  3. se l’Amministrazione, per quanto non di propria diretta competenza, intenda richiamare la collaborazione degli altri livelli di governo del territorio (quali, ad esempio, la Regione con l’ASL) e delle forze di polizia ad ordinamento statale.

Silvio Magliano

Notte di follia in Vanchiglia, innescata una bomba a orologeria epidemiologica

La movida non solo non si ferma, ma accelera in questo weekend di recrudescenza dell’emergenza da COVID-19: come ha potuto l’Amministrazione permettere assembramenti e scene come quelli visti la scorsa notte in Santa Giulia dopo l’orario di chiusura dei locali? Lunedì la mia richiesta di comunicazioni urgenti alla Sindaca Appendino.

Decreti, regole di comportamento e imposizioni anti-COVID valgono sempre per tutti? O forse è prevista un’esenzione per chi crea assembramenti, alle ore piccole della notte, in piazza Santa Giulia? Me lo sono chiesto alla luce di quanto successo in Vanchiglia questa notte (assembramenti, grida, canti e balli nelle poche centinaia di metri quadri della piazza), testimoniato dai video rilanciati sui siti dei quotidiani cittadini, e lo chiederò lunedì in Sala Rossa con una richiesta di comunicazioni urgenti alla Sindaca Appendino. Assurdo sospendere manifestazioni – mercatini tematici, feste di via, Balon – organizzate nel rigoroso rispetto di tutte le misure di sicurezza e poi permettere scene come questa, che vanno ben oltre la “semplice” malamovida, con il suo corollario di frastuono e sporcizia: la questione è ora anche e soprattutto sanitaria. Forse la Sindaca Appendino ha dimenticato che il contagio da COVID-19 è tornato a far registrare cifre da emergenza assoluta, come non si vedevano dagli scorsi mesi di marzo e aprile? Una quantità di gente come quella che si è vista questa notte, in gran parte priva di mascherina e non rispettosa delle regole di comportamento e distanziamento interpersonale, è in una fase come questa una vera e propria bomba a orologeria, dal momento che dubito che tutti i partecipanti alla ressa si siano poi chiusi in isolamento preventivo e volontario. Inaccettabile e inammissibile che si sia permesso che una tale situazione si verificasse.

Tamponi gratuiti ai soccorritori operanti sulle Ambulanze e sui camper COVID-19

Questa la mia richiesta in Consiglio Regionale del Piemonte con un Question Time: al momento non è prevista questa misura di monitoraggio e prevenzione. La questione è di sicurezza.

Anche i soccorritori che operano a bordo delle Ambulanze e dei camper COVID-19 siano sottoposti, con la frequenza necessaria e a titolo completamente gratuito, a tamponi. Ho presentato in Consiglio Regionale un Question Time con il quale chiederò alla Giunta se, come e quando si intenda predisporre le misure necessarie affinché le Asl inizino a effettuare gratuitamente i tamponi a tutti i Volontari che, insieme al personale infermieristico e sanitario, operano quotidianamente nelle ambulanze e nei camper COVID-19. Esattamente come il personale sanitario, i Volontari sono in prima linea nelle ambulanze e nei camper COVID-19 a stretto contatto con il personale infermieristico e medico. Fondamentale è garantire la personale incolumità degli stessi soccorritori, ma anche evitare l’”effetto domino”, ossia il contagio in seconda battuta di personale sanitario, di pazienti non contagiati, di familiari e congiunti. Conto di trovare, da parte della Giunta, un positivo accoglimento alle mie richieste.