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Ma davvero questa Amministrazione vuol bene ai ciclisti?

Corso Lecce, corso Matteotti, via Nizza, corso Francia-piazza Statuto: quattro situazioni assurde che dimostrano esattamente il contrario.

Corso Lecce: la striscia gialla a segnare la pista ciclabile, quella blu a delimitare gli stalli per il posteggio a pagamento, quindi la carreggiata e infine, di nuovo, posti auto. Chi posteggia e scende dall’auto rischia di essere travolto dai veicoli in transito. Basta l’intervento di un mezzo della raccolta rifiuti per bloccare tutto. Nel frattempo, tutti i posti auto sono diventati “blu”, cioè a pagamento.
Corso Matteotti: altro progetto scellerato, serie quasi ininterrotta di chicane e cambi di direzione, mentre immediatamente a fianco sfrecciano (e talvolta parcheggiano) le auto; la sede dei binari è, in certi tratti, a meno di due metri. Una trappola.
Via Nizza: piano presentato in pompa magna, promosso dall’Amministrazione con magniloquenti aggettivi. Risultato: carreggiata ridotta, traffico impazzito, parecchie cadute di cittadini in bicicletta in questi mesi.
Corso Francia: qui il problema è ben più antico della triennale (e tragica) storia di questa Amministrazione. Amministrazione Cinque Stelle che, da parte sua, sta facendo di tutto per non risolverlo. Anzi, lo sta peggiorando con il nuovo tratto sul lato ovest. Dal 2016 presento e discuto, in media ogni sei mesi, un’interpellanza sul tema in Sala Rossa. Risultato? Sto ancora aspettando che l’Assessore Lapietra si degni di far rimuovere quei dissuasori in ghisa dalla conformazione assurda e pericolosi come trappole, che fiancheggiano il percorso ciclabile. Talmente pericolosi che i ciclisti, talvolta, preferiscono pedalare sul marciapiede. Ciliegina sulla torta: il tratto finale, in piazza Statuto, finisce nel nulla. Anzi, in mezzo a una strada.
Quattro esempi su tutti, ma avrei potuto farne altri. Se questo è il modo che questa Giunta ha in mente di favorire la mobilità dolce, siamo decisamente lontani anni luce per concezione e progettualità. Le piste ciclabili così costituite servono solo a mettere in pericolo le persone (sia che si muovano in bici, a piedi o in auto), a congestionare la viabilità e a rendere difficile il passaggio dei mezzi di soccorso in caso di emergenza.