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Fondazione per il Libro: per i dodici ex dipendenti nessuna gratitudine?

Hanno dato il massimo contribuendo in maniera sostanziale al successo dell’ultima edizione del Salone del Libro (avrebbero potuto, invece, lesinare il loro impegno). Adesso la politica trovi una soluzione: il loro lavoro e la loro qualità professionale sono indispensabili per il futuro della kermesse. Che, a sua volta, è indispensabile per il futuro della città.

Sia trovato al più presto il modo per far sì che i dodici dipendenti della Fondazione del Libro possano continuare ad apportare il loro imprescindibile contributo per l’organizzazione dell’edizione 2019 del Salone del Libro.

È impensabile immaginare un’edizione di successo senza il loro contributo. Ed è impensabile immaginare Torino senza una delle sue più prestigiose manifestazioni. Ci sono inoltre ragioni di gratitudine e di giustizia, perché queste dodici professionalità non siano lasciate a casa.

La Capigruppo si è impegnata ad audire lavoratori in Commissione Cultura entro la settimana corrente i dodici lavoratori. La questione è urgente. Faccio inoltre notare che queste dodici persone hanno profuso tutto il proprio impegno per l’organizzazione dello scorso Salone del Libro, edizione di straordinario successo, senza provare un disamore e un disinteresse che sarebbero stati, se non comprensibili, per lo meno umani. Ora chiedono rispetto: un rispetto che non hanno percepito, finora, da parte delle Istituzioni.

Ora serve una road map certa. Il mio impegno è garantito.