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Eventi non autorizzati in piazza Eugenio Montale, la (brutta) storia si ripete

Per il secondo anno consecutivo il sedicente Comitato Popolare Lucento Vallette “fa il bello e cattivo tempo” per tutto il mese di luglio. Per il secondo anno consecutivo, l’Amministrazione si dichiara impotente: “Non possiamo fare nulla”. Getto la spugna anche io: non presenterò una nuova interpellanza il prossimo anno, che sarebbe il terzo consecutivo. Ma faccio notare la differenza di trattamento nei confronti di tutti gli altri cittadini, che rispettano le regole con assoluto scrupolo e ne ricevono spesso in cambio un atteggiamento intransigente.

Grigliate, giochi, proiezioni di film, attività e addirittura “gavettonate”. Il tutto chiaramente dettagliato nel programma. Il tutto senza uno straccio di autorizzazione. Anche in questo 2018, il sedicente Comitato Popolare Lucento Vallette ha fatto, in piazza Eugenio Montale, il bello e il cattivo tempo.
Trovo paradossale e ingiusto aver dovuto presentare due interpellanze, in due anni consecutivi, sul medesimo fatto.  E anche le risposte, a distanza di un anno, sono state le medesime: non soddisfacenti. Nuovamente, l’Amministrazione è stata sostanzialmente impotente di fronte all’illegalità. La Giunta ha esplicitamente dichiarato di non essere in grado di perseguire gli organizzatori di tali appuntamenti, vicini all’Askatasuna.
A questo punto, il mio consiglio per chi vuole organizzare eventi e feste è dunque farsi vedere ogni tanto con i militanti di qualche centro sociale, non chiedere permessi e promuoversi direttamente online tramite Facebook, che evidentemente per la Municipale non esiste come strumento di comunicazione.
La cosa grave è che a queste persone stiamo implicitamente dicendo, come Amministrazione, che piazza Eugenio Montale è di loro proprietà. Un totale lassismo, che stride con la severità che, invece, vede spesso negati permessi ai cittadini o alle tante realtà dell’Associazionismo torinese che, nel rispetto delle regole, provano a fare qualcosa di veramente utile per tutti.
Chiudo con una promessa solenne: il prossimo anno non presenterò una terza interpellanza analoga a queste due. Non credo di voler sentire la terza, disarmante risposta.