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Differenziata? Se hai un cortile ti costa di più

Non è un titolo ad effetto, ma la realtà dei fatti: ai torinesi che abitano in stabili con spazi interni adeguati alla collocazione dei cassonetti non è consentito posizionare gli stessi in strada; pagare qualcuno che si occupi di spostarli in concomitanza con i passaggi di Amiat diventa, nella maggior parte dei casi, una necessità. La Città di Torino intende porre rimedio a questa situazione?

La questione è semplice e presto riassunta: i torinesi che hanno a disposizione un cortile sufficientemente ampio pagano un prezzo totale maggiore, per la raccolta differenziata, rispetto a tutti gli altri.

A questi stabili, infatti, non è consentito collocare a bordo strada i cassonetti per la raccolta differenziata; per chi vi abita diventa una necessità quasi automatica pagare un operatore (tipicamente una cooperativa) che si occupi di spostare i cassonetti in strada in concomitanza con le fasce orarie – brevi e tassative – dei passaggi di Amiat e di eseguire l’operazione inversa dopo il passaggio stesso.

Si configura di fatto, così, una situazione iniqua: i torinesi “di serie A” (quelli, cioè, che abitano in stabili senza spazi interni adeguati alla collocazione dei cassonetti) hanno i cassonetti in strada e pagano la semplice tariffa TARI; i torinesi “di serie B” (tutti gli altri) sono costretti a pagare un obolo in più oltre alla tariffa.

Ho invitato la Giunta, con un’interpellanza discussa poco fa in Sala Rossa, a studiare misure per ripianare quella che è a tutti gli effetti una disparità di trattamento.