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Scarpe&Scarpe, subito un tavolo di crisi in Regione Piemonte

Situazione preoccupante, da me già segnalata due settimane fa: totale vicinanza ai 1.800 lavoratori coinvolti. La politica governi i processi. Gli ammortizzatori sociali siano equamente applicati. L’emergenza coronavirus non diventi un pretesto per smantellare.

Chiedo con forza l’apertura urgente di un tavolo di crisi in Regione Piemonte per la gestione della crisi aziendale di Scarpe&Scarpe. La situazione di turbolenza va avanti da settimane: l’emergenza coronavirus ha dato il colpo di grazia, ma le avvisaglie ci sono da almeno un anno a questa parte. L’istanza di concordato preventivo appena depositata al tribunale fallimentare di Torino è soltanto l’ultimo e più recente atto della crisi, dopo l’accordo per le nove settimane di cassa in deroga e dopo il saldo mancante della mensilità di febbraio retribuita solo al 60 per cento.

Avevo già segnalato la situazione alla Giunta quindici giorni fa. La mia solidarietà va alle 1.800 famiglie coinvolte, centinaia delle quali sul territorio piemontese: persone che stanno facendo fatica a reperire fonti di reddito e che guardano al futuro con comprensibile preoccupazione. La politica intervenga a tutela di queste persone e di questo capitale di posti di lavoro, governando i processi e assicurando l’equa applicazione degli ammortizzatori sociali. Queste settimane di crisi epidemiologica non diventino scusa e pretesto per smantellare e disimpegnarsi da parte dell’azienda.

Coronavirus, crisi, lavoro, Scarpe&Scarpe