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Il mio metodo: ascoltare le persone

Credo nella libera iniziativa delle persone che si mettono in gioco per trovare risposte ai problemi: ho imparato, come Volontario, che per risolvere le problematiche bisogna entrare nel merito delle questioni, parlando con le persone e ascoltandone le necessità. Ho applicato questo metodo nella mia attività in Comune, incontrando oltre 1100 cittadini nel corso del mio primo mandato come Consigliere Comunale di Torino: da questi incontri sono nate interpellanze e molte proposte che ho portato avanti in Sala Rossa, da essi si sviluppa anche questo programma elettorale.

La Torino del futuro

Credo che il futuro di Torino sia diventare una città internazionale, ma anche a misura di famiglia: per questo Torino deve essere sicura, policentrica e in grado di rispondere alle esigenze dei giovani, del commercio, degli operatori dei mercati, delle aziende, senza trascurare e abbandonare chi è in difficoltà. Le chiavi per ottenere questo risultato, che si può raggiungere, sono molteplici: aiutare le famiglie nel loro impegno, costruire una rete di trasporti che avvicini le diverse aree della città e che sia funzionale alle diverse esigenze dei diversi momenti della giornata, proporre un modello di divertimento che coniughi il diritto allo svago con quello al riposo, valorizzando la libera iniziativa dei cittadini che nel Volontariato e nel Terzo Settore generano soluzioni ai problemi, incrementando la sicurezza, primo strumento per favorire l’integrazione.

Una Città policentrica per una vivibilità reale

Mi sono occupato durante il mio mandato in Consiglio Comunale di Torino di numerose istanze dei quartieri non centrali: sicurezza, trasporti, manutenzione di strade e aree verdi, attenzione ai mercati, eventi e spazi di aggregazione sono i cardini di un incremento della vivibilità nell’ottica di costruire una città costruita non da un centro attivo e periferie dormitorio dove ci sono solo centri commerciali, ma da una serie di nuclei aggregativi che siano il fulcro dei diversi quartieri.

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I torinesi vogliono sicurezza, senza alzare muri

Una città più sicura è una città più vivibile, in cui i cittadini sono più sereni. Sicurezza non significa necessariamente polizia a tutti gli angoli, ma significa sicuramente controllo del territorio, coordinamento delle azioni tra Città e Forze dell’Ordine, che hanno titolo a occuparsi di ordine pubblico e sicurezza; significa, anche, piccoli accorgimenti come l’illuminazione pubblica, la presenza delle istituzioni e la gestione attenta e con buon senso di situazioni potenzialmente difficili, come il mercato di libero scambio.

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Casa, prima emergenza per i torinesi

A Torino la tempestività nella risposta al disagio abitativo si ha praticamente soltanto per i casi che ricadono nell’emergenza abitativa, condizioni che riguardano un disagio profondo. Le famiglie colpite dalla crisi che avrebbero necessità di una casa sono però molte, ma molte di più: la Città non può esimersi dal dare una risposta. Può farlo tutelando il patrimonio immobiliare dalle occupazioni e adibendolo a progetti di edilizia residenziale pubblica o di housing sociale e sostenendo i privati che scelgono di affittare a canoni calmierati. Un primo passo in questo senso si è già fatto con la mia proposta, approvata poche settimane fa, di sgravi IMU per chi pratica affitti calmierati.

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