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Dopo la pandemia da Covid-19, ecco l’epidemia della salute mentale: è il momento di potenziare il Servizio Regionale di Psichiatria

Malattie mentali e psichiatriche, dati in drammatica crescita dopo 18 mesi di emergenza: quali misure ha messo in campo la Giunta Cirio per rispondere alla crescente domanda? Sul tema, ho appena presentato un’interpellanza a Palazzo Lascaris.

Un milione di pazienti in più: questo il dato relativo ai pazienti presi in carico dal Sistema Sanitario Nazionale per questioni di salute mentale dall’inizio della pandemia. Un dato impressionante, quello riportato dal “Sole 24 Ore”, che corrisponde a un aumento del 30% dei casi. Che la pandemia abbia messo fortemente a rischio non solo la salute fisica delle persone, ma anche la salute mentale, è un fatto confermato dai numeri.

Come sta rispondendo a questa situazione, a livello regionale, la Giunta Cirio? Come intende potenziare il Servizio Regionale di Psichiatria? Lo chiederò in Consiglio Regionale discutendo un’interpellanza appena presentata proprio su questo tema. 

Mesi di isolamento, la costante preoccupazione (per la salute, per la crisi economica), il dolore per la perdita di persone care hanno causato e causano tuttora gravi sofferenze psicologiche. 

Metà delle persone contagiate dal virus manifesta disturbi psichiatrici, con un’incidenza del 42% di ansia o insonnia, del 28% di disturbo post-traumatico da stress e del 20% di disturbo ossessivo-compulsivo; inoltre il 32% di chi è venuto in contatto col virus sviluppa sintomi depressivi, un’incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale. La sindemia da Covid-19 e disagio psichico riguarda anche chi non è stato toccato direttamente dal virus: fra i familiari dei pazienti deceduti, almeno il 10% rischia una depressione entro un anno. Queste cifre e queste percentuali sono riportate da “Quotidiano Sanità”. I nuovi casi di depressione, stimano gli psichiatri, sono centinaia di migliaia.

Con la mia interpellanza chiederò dati precisi su quanti piemontesi – nelle tre fasce d’età “bambini”, “adolescenti” e “adulti” – si siano rivolti al Servizio Pubblico per motivi psicologici o psichiatrici durante questa pandemia e come si intenda potenziare il Servizio Pubblico Regionale di Neuropsichiatria, in particolare infantile.

La sicurezza stradale tra Caselle e Leinì non può aspettare: subito due rotatorie all’intersezione tra SP460 ed SP10

L’intersezione è trafficata e pericolosa, non possiamo attendere l’inaugurazione del centro commerciale Caselle Open Mall (alla cui costruzione è collegata, a scomputo, anche quest’opera urbanistica) per vedere realizzato un intervento sulla viabilità che il territorio attende, letteralmente, da vent’anni. Ho presentato un’interpellanza in Consiglio Metropolitano per chiedere di intervenire in tempi brevi di quel tratto di strada.

Se ne parla da vent’anni, ma gli automobilisti che percorrono il tratto di strada tra Caselle e Leinì (SP 10) e la strada Provinciale di Ceresole (SP 460) ancora aspettano le due rotatorie di collegamento tra le due arterie. La questione, di sicurezza, è urgente. Con un’interpellanza, porterò il tema in Città Metropolitana in occasione del prossimo Consiglio utile: la mia richiesta è stringere i tempi e far iniziare i lavori. Attualmente, la realizzazione dell’intervento è collegata, a scomputo, alla realizzazione da parte di Satac del Centro Commerciale Open Mall di Caselle. A causa della pandemia, difficilmente il Centro Commerciale sarà però inaugurato prima del 2024-25 (e i tempi sono tutt’altro che certi). L’intervento alla viabilità. invece, serve subito: l’attuale configurazione dell’intersezione è obsoleta e tale da incrementare il rischio di incidenti anche gravi. Interventi sulla viabilità presso l’intersezione tra la SP 460 e la SP 10 non sono più procrastinabili. La priorità dovrebbe essere, per qualsiasi Ente pubblico, la sicurezza stradale dei cittadini. In questa porzione di territorio l’intensità del traffico è in costante aumento e nel tratto in questione, da rilevazioni effettuate dal Comune di Leinì, si registrano oltre 8mila passaggi ogni giorno, prevalentemente concentrati nelle ore di entrata e uscita dai luoghi di lavoro.

Una questione che si trascina dal 2001

Il primo progetto preliminare per la realizzazione di uno svincolo tra Leinì e Caselle risale al giugno 2001. Lo svincolo tra la SP 10 e la SS 460 è stato inserito nel 2006 tra gli interventi da realizzarsi per rendere compatibile con il tessuto stradale l’insediamento commerciale previsto nel Comune di Caselle Torinese. Le opere di adeguamento dell’incrocio tra la SP460 e la SP 10 sono state approvate a ottobre 2018. La convenzione del settembre 2018 tra Satac, Città Metropolitana e Comune di Leini prevede che l’adeguamento dell’incrocio di Leini sia a cura e spese di Satac, ma il perdurare della situazione pandemica non consente di prevedere tempi certi per la realizzazione del Centro Commerciale e dunque delle relative opere di adeguamento urbanistico. Di qui, la necessità di un intervento da parte delle Istituzioni.

Studenti con DSA o ADHD, in Piemonte situazione drammatica e tempi biblici: per chi non può permettersi il privato l’attesa per una certificazione è di mesi e altissimo è il rischio di abbandono scolastico

Grave carenza di personale e liste d’attesa infinite costringono le famiglie a scegliere: o affidarsi al privato per la valutazione e per la cura del disturbo, con costi rilevanti (che possono superare i 400 euro per una certificazione), o rassegnarsi a tempi d’attesa ignoti e lunghissimi. Evidente e inaccettabile la discriminazione per chi non può permettersi di pagare. La Regione investa nell’assunzione di personale specializzato, unica soluzione del problema e unico modo per garantire livelli di assistenza e tempi adeguati. L’impegno della Giunta, che ha appena risposto al mio Question Time sul tema a Palazzo Lascaris, di avviare il percorso diagnostico per i DSA o ADHD entro sei mesi non basta.

I “Gruppi Disturbi Specifici di Apprendimento” sono stati istituiti in ogni Asl del territorio regionale, ma, in pratica, i tempi per giungere, da parte degli studenti piemontesi con DSA o ADHD, alla definizione di un percorso di diagnosi e certificazione sono biblici: passano mesi soltanto per avere una prima valutazione, mentre per ottenere una cura i tempi sono ancora più lunghi.

Per le famiglie non c’è dunque altra scelta: chi se lo può permettere, cerca risposte nel privato sostenendo costi per gli altri proibitivi, tutti gli altri si rassegnano e aspettano. La discriminazione nei confronti di chi ha meno possibilità economiche è evidente e inaccettabile. Anche perché, senza una certificazione (che può sfiorare i 500 euro nel privato), il rischio di abbandono scolastico è, per gli studenti con DSA, altissimo.

La tempestività, specialmente nelle fasce d’età più giovani (nella fase della vita, cioè, in cui il processo di crescita è più rapido), è fondamentale: senza un tempestivo intervento, il disturbo diventa progressivamente sempre meno trattabile. I disturbi dell’apprendimento investono non solo la sfera scolastica, ma anche quella personale, incidendo sulla personalità e sul futuro del giovane.  

Il Piemonte è tra le Regioni nelle quali più alta è la percentuale di studenti con DSA (circa il 7,3% contro un dato nazionale del 4,9%) e il trend è in vertiginoso aumento. Gli studenti piemontesi con ADHD sono circa il 4%. Ci aspettiamo che la Giunta Regionale dia risposte a migliaia di studenti con DSA o ADHD e alle loro famiglie.

Piazza Santa Giulia: o Presidio Interforze tutta la notte o ingressi contingentati, diversamente si riapra la piazza al traffico

Dopo l’ennesimo weekend di follia, chiediamo misure finalmente efficaci. Diversamente, la riapertura al traffico della piazza rimarrà l’unica soluzione. Le stesse ordinanze, se non fatte rispettare, servono solo per ottenere titoli sui giornali cittadini. Non possiamo tollerare che a Torino vi siano porzioni di territorio che sono terra di nessuno: proprio questo sta accadendo in Vanchiglia. Dopo un weekend di follia, è stata discussa poco fa in Sala Rossa la mia nuova interpellanza sul tema.

Santa Giulia è di nuovo terra di nessuno: un fatto che non possiamo accettare. Ora servono misure decisive: o il Presidio Interforze presente tutta la notte (deve lasciare la piazza un minuto dopo l’ultimo avventore) o il contingentamento delle presenze in piazza, con contapersone all’ingresso e previo accordo con gli esercenti. Dal momento che l’Amministrazione non è in grado di garantire il diritto al riposo dei residenti e la sicurezza di tutti, applicare almeno una di queste due proposte diventa necessario. Diversamente, non ci sarà altra scelta che riaprire la piazza al traffico veicolare.

Dopo un weekend di assoluta follia – nel quale abbiamo visto di tutto, dallo spettacolo improvvisato di fuochi artificiali alle risse, dalle camminate di ubriachi sulle auto in sosta ai pali divelti (e poi, per fortuna, prontamente ripristinati) – ho portato il tema in Consiglio Comunale con una nuova interpellanza sul tema. E ho fatto richieste molto precise.

Emettere ordinanze, di per sé, non è sufficiente, se poi non si fanno rispettare: servono solo per ottenere interviste e titoli sui giornali cittadini. Mi piacerebbe vedere, per esempio, la relazione relativa a quanti controlli siano stati effettuati, dopo le ore 21.00, presso i minimarket teoricamente chiusi a fine serata.

I residenti e i ristoratori che rispettano le regole sono i primi a essere penalizzati da questa situazione non più accettabile. Anche il valore degli appartamenti è, in zona, precipitato. La Giunta si faccia sentire al Tavolo di Sicurezza.

Corso Unione Sovietica 221, perché da tempo chiediamo i “nasi”? Per evitare incidenti come quello di questa mattina

Con questo elemento di protezione in cemento e asfalto, la vettura che nelle scorse ore ha perso il controllo non avrebbe rischiato di travolgere, all’angolo con via Rosario di Santa Fè, Volontari o pedoni, né di danneggiare le ambulanze in sosta della Confraternita Misericordia di Torino. La Giunta intervenga immediatamente realizzando i “nasi” prima che si verifichi un incidente con conseguenze più gravi di quello di oggi. Non si perda altro tempo.

Il bilancio avrebbe potuto essere peggiore: solo per caso la vettura che, questa mattina, ha perso il controllo in corso Unione Sovietica 221 angolo via Rosario di Santa Fè non ha travolto persone né ha danneggiato i mezzi di soccorso della Confraternita Misericordia di Torino, per fortuna soltanto sfiorati. Ma se si fossero trovati in quel punto pedoni o Volontari o se la dinamica dell’incidente fosse stata leggermente diversa (questione di pochissimi metri) le conseguenze sarebbero state ben più gravi.

Questa Giunta ha bisogno di altre prove per capire che realizzare “nasi” in quel tratto di marciapiede, come richiesto alla Giunta dal 2017 e come da noi ribadito con un’interpellanza discussa il mese scorso, è necessario e urgente? Si trovino immediatamente le risorse economiche necessarie e si intervenga. O forse i fondi ci sono solo per realizzare piste ciclabili?

Con un “naso” in asfalto e cemento, elemento peraltro previsto dalle planimetrie dell’Ufficio Tecnico per quel tratto di controviale, l’auto fuori controllo si sarebbe fermata prima. Dopo la conferma da parte della Giunta del progetto di “controviale Zona 20”, urge ora garantire la sicurezza dei mezzi posteggiati anche alla luce dell’intenzione di non trasformare la configurazione degli stalli da “spina di pesce” a perpendicolari alla carreggiata. Al civico 221 di corso Unione Sovietica ha sede la Confraternita Misericordia di Torino, i cui mezzi di soccorso, con la loro delicata e preziosa attrezzatura, sono di norma posteggiati proprio su quegli stalli.