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Nessuno tocchi via San Secondo

Non si intervenga sulla via prima che sia liberata dal Consiglio Comunale una proposta condivisa che tenga in considerazione le esigenze di residenti, commercianti e Circoscrizione.

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INTERPELLANZA – Castello di Saffarone: monumento nazionale o futura discarica a cielo aperto?

Il sottoscritto Consigliere Comunale

PREMESSO CHE

  • l’edificio storico situato in Corso Regina Margherita al numero civico 497 indicato come “Castello della Saffarona e Parco”, è un raro e notevole esempio di residenza nobiliare e di cascina di pianura a corte multipla, inserita in area verde ad uso agricolo-residenziale;
  • in data 30 giugno 1944, il Ministero dell’Educazione Nazionale lo ha dichiarato ufficialmente “Monumento Nazionale” e quindi soggetto alle relative disposizioni indicate nella Legge 1 giugno 1939, n. 1089;
  • con documento datato 9 Agosto 1994, il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, a salvaguardia dell’integrità dell’immobile denominato “Castello Saffarona” dettava una serie di nuove prescrizioni sugli immobili ad esso circostanti. Tra questi il “divieto di erigere qualsiasi tipo di costruzione e di eseguire opere che possano danneggiare la luce o la prospettiva o comunque possano alterare le condizioni di ambiente e di decoro del monumento” ed il divieto di “sbancamenti o riporti di terreno di qualsiasi entità”.

RILEVATO CHE

  • all’interno dell’area oltre al Castello, vi sono altri edifici facenti parte del complesso, utilizzati come abitazioni, da privati che ne detengono la proprietà;
  • all’interno di uno di questi edifici da alcuni anni la Italconcimi s.r.l., azienda che opera nel settore produzione di terricci e fertilizzanti organici, ha collocato la propria sede operativa.

CONSIDERATO CHE

  • alcuni cittadini hanno segnalato che la Italconcimi s.r.l. stocca il materiale in fase di trasformazione all’aperto, quindi in violazione delle norme di cui al D. Lgs n. 152/2006 e successivi decreti ministeriali di attuazione;
  • tale materiale viene stoccato su un’area tra quelle oggetto del provvedimento del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e che la stessa area è classificata a Catasto come “Seminativo 2” mentre risulta attualmente coperta da una gettata di cemento;
  • gli stessi cittadini hanno segnalato che la Italconcimi s.r.l. lavora anche materiali trattati (es. legname verniciato, mobilio ed altro materiale di diversa natura) incorporandoli poi ai terricci ed ai prodotti che commercializza.

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  • se siano state fatte le dovute verifiche per accertare che la Italconcimi s.r.l. sia in possesso dell’autorizzazione per svolgere le attività di smaltimento rifiuti secondo quanto previsto dagli artt. 27 e ss del D. Lgs n. 22/1997  e se è stato rispettato l’iter (procedimento amministrativo) prescritto, per ottenere tale autorizzazione,  sia nel succitato decreto sia nel D. lgs 152/2006;
  • se il rilascio di tali eventuali autorizzazioni abbia tenuto in considerazione i vincoli imposti dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali sui locali ed i terreni occupati dalla Italconcimi s.r.l.;
  • se nel caso la Italconcimi s.r.l. sia in possesso di tale autorizzazione, che ha una validità di 5 anni, si sia provveduto ad accertare che sia stata regolarmente rinnovata ad ogni scadenza e che ad oggi, sia ancora valida;
  • se si è accertato che la Italconcimi s.r.l. sia ancora oggi regolarmente iscritta nel Registro delle Aziende autorizzate allo smaltimento rifiuti;
  • se si è accertato che le procedure di lavorazione avvengano secondo le prescrizioni e non includano materiali che possano risultare nocivi;
  • se intendano fare istanza all’ARPA affinché si possano effettuare i dovuti controlli per valutare che l’attività svolta dalla Italconcimi s.r.l. non abbia causato danni o abbia inquinato le aree circostanti (inclusi i i terreni, e le falde acquifere). Siano quantificate le attuali emissioni di gas e vapori (odore acre che si percepisce sul luogo) che provengono dal materiale stoccato all’aperto e se nell’attività di stoccaggio/deposito temporaneo la Italconcimi rispetti le tempistiche e le cubature prescritte dall’art. 183 del D. Lgs n. 152/2006 e comunque di cui all’autorizzazione e vengano attentamente verificate l’origine e la tipologia dei materiali trattati nello stabilimento e nelle zone limitrofe;
  • se siano stati effettuati i dovuti accertamenti affinché le procedure di stoccaggio/deposito temporaneo avvengano in luoghi chiusi che assicurino la tutela dell’ambiente e della salute (ad esempio utilizzo di pavimentazione impermeabile, isolamento di materie pericolose ed utilizzo di appositi strumenti) così come previsto dalle norme di cui al D. Lgs n. 152/2006 e successivi decreti ministeriali di attuazione.

Silvio Magliano