Skip to main content

Morosità, è crisi vera: ora la politica sostenga, con gli inquilini, anche i piccoli proprietari

Sempre più inquilini non riescono a pagare l’affitto: un problema che indirettamente colpisce anche le centinaia di piccoli proprietari (già fortemente gravati dalla pressione dell’IMU) che con i canoni di locazione integrano il proprio reddito mensile. Anche a questi cittadini la politica deve dare risposte: non depauperiamo ulteriormente quel ceto medio che sta tenendo in piedi il Paese. Esprimo inoltre la mia preoccupazione per l’ulteriore espansione del fenomeno delle occupazioni abusive.

La sospensione delle procedure di sfratto non esaurisce il problema della crisi di morosità, emersa in tutta la sua drammaticità (dato in crescita del 5% presso le case ATC negli ultimi 12 mesi) questa mattina in Commissione. C’è infatti anche l’altro lato della medaglia, del quale la politica deve farsi carico: quell’ampia platea di centinaia e centinaia di piccoli proprietari per i quali l’affitto mensile incassato dall’inquilino è parte integrante del reddito. Ora queste persone, vincolate dal blocco degli sfratti, rischiano di non farcela più ad andare avanti. La politica deve rispondere anche alle esigenze di cittadini sui quali grava la forte pressione fiscale dell’IMU e di un ceto medio (non parliamo certo di alti tenori di vita) che rischia di essere ulteriormente depauperato. 

La morosità presso le unità abitative ATC è cresciuta, abbiamo visto, del 5% nell’ultimo anno: cresce anche la mia preoccupazione per l’ulteriore espansione del fenomeno delle occupazioni abusive di case ATC. Siamo ora a quota 159, 68 casi in più da marzo in avanti. Anche qui, la politica deve intervenire in maniera decisa. Chi occupa abusivamente sta negando il diritto alla casa a chi ne avrebbe necessità e titolo.

Vaccino anti-COVID appena possibile per gli addetti alle vendite

Misura doverosa verso chi, fin dal primo lockdown, è in prima linea dietro alla cassa di un supermercato o a un bancone, assumendosi il massimo del rischio per permettere a tutti noi di condurre una vita quasi normale: porterò in Consiglio Regionale le ragioni di chi mi sta facendo pervenire, in questi giorni, decine di segnalazioni e richieste.

Sempre in prima linea – dietro a un bancone, alla cassa di un supermercato o in un magazzino – fin dalla scorsa primavera, tempo del primo lockdown (quando anche mascherine e guanti non si trovavano per tutti): cassiere, addetti alle vendite, magazzinieri e altre figure professionali hanno continuato a lavorare tutti i giorni, esponendosi in prima persona a tutti i rischi del caso, per permetterci di contare su una disponibilità costante di generi di prima necessità. L’impegno di queste persone sta continuando, con relativi rischi, in queste ultime settimane di zona gialla, arancione o rossa: permettere loro di fare il proprio lavoro in totale sicurezza è doveroso. La mia richiesta in Consiglio Regionale è che, subito dopo il personale impegnato a fronteggiare l’emergenza pandemica e subito dopo i soggetti più fragili, si proceda alla vaccinazione di chi lavora a contatto con il pubblico nelle strutture di vendita. Sarebbe un gesto degno di un Paese civile: mi farò portavoce a Palazzo Lascaris delle decine di segnalazioni che sto ricevendo. La Regione si muova e si faccia sentire per esempio presso il gruppo di lavoro permanente coordinato dalla Direzione Generale Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute.

Controllori GTT, no all’esternalizzazione (cioè parziale privatizzazione) del servizio

Davvero l’azienda vuole appaltare questo servizio a ditte esterne, come parrebbe da fonti giornalistiche e sindacali? Si riconverta, piuttosto, il personale dipendente attualmente in cassa integrazione. Ho presentato in Consiglio Comunale un’interpellanza sul tema: la Giunta può e deve farsi sentire.

GTT ha davvero intenzione di appaltare a un soggetto esterno il servizio di controllo biglietti? L’Amministrazione Civica che cosa ne pensa? Come si intende tutelare il personale dipendente? Queste le domande che rivolgerò alla Giunta Comunale, in una prossima seduta del Consiglio, con un’interpellanza da poco presentata. Apprendiamo dell’intenzione dell’azienda di potenziare il settore dei controllori appaltando il servizio a ditte esterne dagli organi di stampa e da comunicazioni sindacali: il risultato sarebbe una pur parziale privatizzazione del servizio. GTT ha la necessità di potenziare la propria squadra di assistenti alla clientela in questa fase di emergenza, che peraltro sta facendo sentire i propri gravi effetti anche sul bilancio aziendale. GTT ha fatto ricorso alla cassa integrazione per molti dipendenti: sarebbe ragionevole, prima di esternalizzare, riconvertire il personale dipendente destinato allo svolgimento di altre mansioni o richiamare in servizio il personale ora in cassa integrazione. Da questo punto di vista, anche un’auspicabile azione di moral suasion da parte della Città di Torino potrà fare la differenza.

Ripresa della scuola, la Giunta non sa da che parte iniziare

Volevamo una parola chiara sul rientro a scuola e sull’ipotesi di prolungare l’anno scolastico fino all’estate: ma l’Assessore Chiorino, che ha appena risposto al mio Question Time sul tema, non ha dissipato i dubbi. Aumenta anzi la nostra preoccupazione: a poco più di una settimana dalla ripresa delle lezioni, la Regione Piemonte brancola nel buio. Al 29 di dicembre lasciare le famiglie piemontesi nell’incertezza non è accettabile.

Il Consigliere chiede, la Giunta quasi non risponde. Terminata la discussione del mio Question Time sul tema, non abbiamo capito, anzi proprio non ci è stato detto, quali saranno le modalità di ripresa dell’anno scolastico: ritorno sui banchi giovedì 7 gennaio? Lunedì 11? Secondo quali modalità? Con quali criteri? Chi vivrà, vedrà. Poco importa a questa Giunta, evidentemente, che le famiglie, e con loro alunni e docenti, abbiano la necessità di organizzarsi per tempo. Il tempo per pianificare ci sarebbe stato, in abbondanza: ma la Giunta ha sprecato settimane intere. Mi preoccupa anche la mancata volontà, da parte della Giunta, di prendersi la responsabilità della scelta relativamente all’ipotesi di una riformulazione del calendario scolastico. “A oggi non sono in programma revisioni del calendario, ma c’è la nostra disponibilità in merito in caso di urgenza” (così, a verbale, l’Assessore Chiorino) è una bella formula per passare la palla al Governo. Ancora una volta. Studenti, docenti e famiglie piemontesi meriterebbero ben altro rispetto. Delle due l’una: o si sostiene che la DAD sia una modalità di insegnamento in tutto equiparabile alle lezioni in presenza o si parla di “tempo perso da recuperare“. Sostenere le due posizioni contemporaneamente non ha senso: la Giunta decida.

Grazie, piemontesi, per la vostra generosità; ora la Regione garantisca trasparenza

Oltre 21 milioni di euro raccolti: chiediamo che le modalità di spesa dei fondi raccolti siano rendicontate con la massima limpidezza, per rispetto dei cittadini, sul sito (dove ancora non esiste ancora una pagina dedicata) e sugli altri altri canali istituzionali. Ci assicureremo inoltre che tutte le operazioni di acquisto siano state effettuate per cifre adeguate e livelli qualitativi congrui. Quasi un terzo dei fondi sono ancora in fase di assegnazione: anche qui, vigileremo sui tempi e sulle modalità. Ai piemontesi va tutta la nostra gratitudine e il nostro grazie per la grande generosità dimostrata. 

Donazioni nella prima fase di emergenza COVID: i piemontesi confermano la loro grande generosità. Oltre 21 milioni di euro sono stati raccolti sul conto corrente dedicato. A questa cifra si devono sommare le donazioni erogate direttamente ai destinatari. Ora ci aspettiamo che la Regione garantisca massima trasparenza riportando sul proprio sito (manca ancora, ed è grave, una pagina dedicata alla raccolta fondi) ed eventualmente su altri canali istituzionali, con chiarezza e nel dettaglio, le informazioni relative a come i fondi raccolti siano stati impiegati. Rispondendo, poco fa, alla mia interpellanza, la Giunta Regionale ha chiarito come questi fondi siano stati impiegati: mi assicurerò ora che queste risorse siano sempre state impiegate secondo i principi di efficacia ed efficienza, acquistando beni di qualità adeguata e a prezzi sensati. Le condizioni del mercato, a causa di varie e inaccettabili operazioni speculative, sono state difficilissime per settimane. Valuteremo attentamente tutti i parametri, facendo, sul tema, le verifiche del caso. Ci sono ancora fondi pari a 7,3 milioni di euro, un terzo del totale, in fase di assegnazione (1,5 milioni per le ASR e 5,8 milioni per l’acquisto di attrezzature): anche in questo caso, terremo alta l’attenzione su tempistiche e modalità.